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Concordato in appello: i termini per la richiesta

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato condannato per ricettazione, il quale aveva presentato un’istanza di concordato in appello il giorno stesso dell’udienza. La Suprema Corte ha ribadito che, ai sensi dell’art. 599-bis c.p.p., tale richiesta deve essere depositata, a pena di decadenza, almeno quindici giorni prima della data fissata per l’udienza. La tardività della richiesta ha reso impossibile l’accesso a tale procedura, portando alla condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 12 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Concordato in Appello: Rispettare i Termini è Fondamentale

Nel processo penale, il rispetto dei termini non è una mera formalità, ma un requisito essenziale per la validità degli atti. Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha riaffermato questo principio in relazione al concordato in appello, un istituto che permette alle parti di accordarsi su una ridefinizione della pena. L’analisi di questo caso offre spunti cruciali sull’importanza della tempestività e sulle gravi conseguenze di una richiesta presentata fuori termine.

I Fatti del Caso: Una Richiesta Tardiva

L’imputato, già condannato in primo grado per il reato di ricettazione, vedeva confermata la sua responsabilità dalla Corte di Appello. La difesa, nel corso del giudizio di secondo grado, aveva ottenuto un rinvio dell’udienza in attesa dell’esito di un altro procedimento. L’obiettivo era ottenere il riconoscimento della continuazione tra il reato oggetto del processo e altre condanne, al fine di beneficiare di un trattamento sanzionatorio più favorevole.

Una volta ottenuto il riconoscimento della continuazione in sede esecutiva, la difesa decideva di avvalersi del concordato in appello, presentando la relativa istanza. Tuttavia, tale richiesta, pur avendo il parere favorevole del Procuratore Generale, veniva depositata il giorno stesso della nuova udienza, fissata per il 30 ottobre 2024.

La Corte di Appello, nella sua sentenza, affermava di non aver ricevuto alcuna richiesta di questo tipo, confermando la condanna. Contro questa decisione, la difesa proponeva ricorso in Cassazione, lamentando un vizio nella formazione della volontà delle parti e un errore procedurale da parte del giudice d’appello.

La Decisione della Cassazione sul Concordato in appello

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, chiarendo in modo definitivo la questione dei termini per la richiesta di concordato in appello.

L’Importanza del Termine di 15 Giorni

Il fulcro della decisione risiede nell’interpretazione dell’articolo 599-bis del codice di procedura penale. Questa norma stabilisce che l’accordo tra le parti sull’accoglimento dei motivi di appello deve essere presentato, a pena di decadenza, entro il termine di quindici giorni prima dell’udienza.

La Corte ha sottolineato che questo termine è perentorio. Nel caso di specie, l’istanza era stata depositata il giorno stesso dell’udienza, ben oltre il limite consentito. Anche ammettendo che il deposito fosse avvenuto prima dell’inizio della celebrazione dell’udienza, sarebbe stato comunque irrimediabilmente tardivo.

Le Conseguenze dell’Inammissibilità

La tardività della richiesta ha precluso all’imputato la possibilità di accedere al rito premiale del concordato. Di conseguenza, il motivo di ricorso in Cassazione, basato proprio sulla mancata valutazione di una richiesta proceduralmente inaccoglibile, è stato giudicato infondato e l’intero ricorso dichiarato inammissibile.

Come previsto dall’articolo 616 del codice di procedura penale, la dichiarazione di inammissibilità ha comportato la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma di 3.000,00 euro in favore della Cassa delle Ammende, a causa della colpa ravvisata nell’aver promosso un’impugnazione priva di fondamento.

Le Motivazioni della Sentenza

Le motivazioni della Corte di Cassazione sono lineari e si fondano su un’applicazione rigorosa della legge processuale. Il legislatore, introducendo l’istituto del concordato in appello, ha voluto bilanciare l’esigenza di deflazione del contenzioso con la necessità di garantire un corretto e ordinato svolgimento del processo. Il termine di quindici giorni è stato fissato proprio per consentire alla corte di valutare adeguatamente l’accordo e preparare la decisione.

Presentare l’istanza all’ultimo momento, come avvenuto nel caso in esame, vanifica questa ratio e non può essere tollerato. La Corte, in qualità di ‘giudice del fatto processuale’, ha potuto esaminare direttamente gli atti e constatare l’evidente tardività del deposito, indipendentemente dal fatto che la Corte d’Appello avesse o meno dato atto della sua ricezione. La conseguenza non poteva che essere la dichiarazione di inammissibilità.

Conclusioni: Lezioni Pratiche per la Difesa

Questa sentenza ribadisce una lezione fondamentale per ogni operatore del diritto: nel processo penale, la forma è sostanza e i termini sono invalicabili. La possibilità di accedere a riti alternativi o a istituti premiali come il concordato in appello è strettamente subordinata al rispetto delle regole procedurali. Una difesa, anche se strategicamente ben congegnata nel merito, può essere vanificata da un errore formale come il mancato rispetto di un termine. Pertanto, una pianificazione attenta e una scrupolosa osservanza delle scadenze processuali sono elementi imprescindibili per tutelare efficacemente i diritti dell’imputato.

Qual è il termine per presentare l’istanza di concordato in appello?
L’istanza, secondo l’art. 599-bis del codice di procedura penale, deve essere presentata, a pena di decadenza, nel termine di quindici giorni prima della data dell’udienza.

Cosa succede se l’istanza di concordato in appello viene presentata in ritardo?
Se l’istanza viene depositata oltre il termine di quindici giorni prima dell’udienza, è considerata tardiva. Di conseguenza, la parte perde il diritto di accedere a tale procedura e la richiesta non può essere presa in considerazione dal giudice.

Quali sono le conseguenze di un ricorso in Cassazione basato su una richiesta di concordato tardiva?
Il ricorso viene dichiarato inammissibile. Ai sensi dell’art. 616 c.p.p., la parte che ha proposto il ricorso viene condannata al pagamento delle spese del procedimento e al versamento di una somma pecuniaria alla Cassa delle Ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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