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Competenza territoriale: il principio perpetuatio

La Corte di Cassazione risolve un conflitto di competenza territoriale tra i Tribunali di Sorveglianza di Bari e Roma. La Corte stabilisce che la competenza si determina al momento della presentazione dell’istanza e non è influenzata da eventi successivi, come la revoca di un programma di protezione. Viene affermato il principio della “perpetuatio jurisdictionis”, assegnando il caso al Tribunale di Roma, competente al momento iniziale della richiesta.

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Pubblicato il 12 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Competenza Territoriale: La Cassazione e il Principio di Perpetuatio Jurisdictionis

Una recente sentenza della Corte di Cassazione, la n. 3424 del 2025, ha ribadito un principio cardine del nostro ordinamento processuale: la competenza territoriale del giudice si radica al momento della presentazione della domanda e non può essere messa in discussione da eventi successivi. Questo caso, nato da un conflitto tra due Tribunali di Sorveglianza, offre uno spunto prezioso per comprendere la regola della perpetuatio jurisdictionis.

I Fatti del Conflitto sulla Competenza Territoriale

La vicenda ha origine dalla richiesta di misure alternative alla detenzione (affidamento in prova e detenzione domiciliare) presentata da un condannato. Al momento della presentazione dell’istanza, il soggetto era stato ammesso a un piano provvisorio di protezione in qualità di collaboratore di giustizia. Questa particolare condizione, per legge, radicava la competenza funzionale presso il Tribunale di Sorveglianza di Roma.

Il Tribunale di Sorveglianza di Bari, inizialmente adito, aveva correttamente dichiarato la propria incompetenza a favore del tribunale romano. Tuttavia, in un secondo momento, il Presidente del Tribunale di Sorveglianza di Roma sollevava a sua volta un conflitto, dichiarandosi incompetente. La motivazione? Il programma di protezione del condannato era stato revocato nel frattempo. A questo punto, il Tribunale di Bari ha sollevato un conflitto di competenza negativo davanti alla Corte di Cassazione, evidenziando che la revoca era avvenuta in una data successiva alla presentazione dell’istanza originaria.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione ha risolto il conflitto dichiarando la competenza del Tribunale di Sorveglianza di Roma. La decisione si fonda su un principio consolidato nella giurisprudenza: la perpetuatio jurisdictionis. Secondo questo principio, la competenza, sia essa per territorio o funzionale, una volta radicatasi correttamente con riferimento alla situazione esistente al momento della richiesta, rimane insensibile a ogni successivo mutamento.

Il Principio della Perpetuatio Jurisdictionis

Questo principio garantisce la certezza del diritto e l’economia processuale, evitando che il processo venga continuamente spostato da un ufficio giudiziario all’altro a causa di cambiamenti fattuali (come un cambio di residenza del soggetto o, come in questo caso, la modifica del suo status giuridico). La Corte ha chiarito che, poiché al momento della presentazione della domanda il condannato era un collaboratore di giustizia, la competenza del Tribunale di Roma si era validamente instaurata. La successiva revoca del programma di protezione non era idonea a far venir meno tale competenza già radicata.

Le Motivazioni

Nelle motivazioni, la Suprema Corte ha richiamato la propria giurisprudenza consolidata (citando la sentenza n. 57954 del 2018), secondo cui il principio della perpetuatio jurisdictionis si applica pienamente nel procedimento di sorveglianza. La competenza del Magistrato o del Tribunale di Sorveglianza, una volta fissata sulla base della situazione di fatto e di diritto esistente al momento in cui viene presentata la richiesta di una misura alternativa, non può essere alterata da eventi successivi. Questo vale anche nel caso in cui, dopo la richiesta, il soggetto venga rimesso in libertà. Pertanto, la revoca del programma di protezione, essendo un evento successivo alla presentazione della domanda, è stata ritenuta irrilevante ai fini della determinazione della competenza.

Le Conclusioni

La sentenza in esame riafferma con chiarezza la stabilità della giurisdizione. Per avvocati e cittadini, questo significa che il giudice competente a decidere una causa viene identificato una volta per tutte all’inizio del procedimento. Qualsiasi cambiamento successivo nelle circostanze personali o logistiche delle parti non comporterà uno spostamento del processo, garantendo così una maggiore prevedibilità e fluidità nell’amministrazione della giustizia. La decisione sottolinea come la competenza territoriale sia un pilastro che assicura ordine e certezza nell’iter giudiziario.

Quale tribunale è competente se lo status giuridico di un condannato cambia dopo che ha presentato un’istanza?
Il tribunale competente resta quello determinato in base alla situazione di fatto e di diritto esistente al momento esatto della presentazione dell’istanza. I cambiamenti successivi sono irrilevanti.

Cosa si intende con il principio della “perpetuatio jurisdictionis”?
È un principio giuridico secondo cui la giurisdizione e la competenza di un giudice, una volta stabilite correttamente all’inizio di un procedimento, non vengono meno a causa di successivi mutamenti delle circostanze che le avevano determinate.

La revoca di un programma di protezione per un collaboratore di giustizia può spostare la competenza territoriale del Tribunale di Sorveglianza?
No, se la revoca avviene dopo che è stata presentata l’istanza per una misura alternativa. La competenza rimane radicata presso il tribunale che era competente al momento della domanda, in virtù del principio della perpetuatio jurisdictionis.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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