LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Competenza per territorio: reato più grave luogo ignoto

La Corte di Cassazione risolve un conflitto di competenza per territorio tra due tribunali. In caso di reati connessi, se il luogo di commissione del reato più grave è sconosciuto, la competenza non si determina in base alla residenza dell’imputato, ma spetta al giudice del luogo dove è stato commesso il secondo reato più grave. La Corte ha quindi affermato la competenza del Tribunale di Napoli, seguendo un orientamento giurisprudenziale consolidato.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 6 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Competenza per territorio: cosa succede se il luogo del reato più grave è sconosciuto?

Stabilire quale tribunale debba giudicare un caso è uno dei pilastri fondamentali del processo penale. La competenza per territorio garantisce che l’imputato sia giudicato dal cosiddetto ‘giudice naturale precostituito per legge’. Ma cosa accade quando una persona è accusata di più reati e il luogo di commissione di quello più grave non è noto? Una recente sentenza della Corte di Cassazione fa chiarezza, risolvendo un conflitto tra due tribunali e ribadendo un principio cruciale.

I Fatti del Caso: un Conflitto tra Tribunali

Il caso in esame riguarda un imputato accusato di due reati: tentata truffa, commessa a Napoli, e ricettazione, un reato considerato più grave, ma commesso in un luogo non identificato. Inizialmente, il processo si è svolto presso il Tribunale di Napoli, il quale, tuttavia, ha dichiarato la propria incompetenza. Secondo il primo giudice, non essendo noto il luogo del reato più grave (ricettazione), la competenza doveva essere determinata in base alla residenza dell’imputato, che si trovava a Qualiano, sotto la giurisdizione del Tribunale di Napoli Nord.

Ricevuti gli atti, il Tribunale di Napoli Nord ha però sollevato un conflitto negativo di competenza. Questo secondo tribunale ha sostenuto che, secondo un orientamento consolidato, la soluzione corretta fosse un’altra, portando la questione all’attenzione della Corte di Cassazione.

La Questione sulla competenza per territorio

Il nodo gordiano da sciogliere era il seguente: in presenza di reati connessi, quando il luogo di commissione del reato più grave è ignoto, quale criterio si applica? Prevale la regola suppletiva della residenza dell’imputato (art. 9, comma 2, cod. proc. pen.) o quella che guarda al luogo di commissione degli altri reati connessi (art. 16 cod. proc. pen.)?

La scelta tra queste due regole ha conseguenze pratiche significative, determinando quale ufficio giudiziario dovrà occuparsi dell’intero processo e portando a un inevitabile allungamento dei tempi della giustizia in caso di incertezza.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione ha risolto il conflitto dichiarando la competenza del Tribunale di Napoli, accogliendo la tesi del Tribunale di Napoli Nord e del Procuratore Generale. La Corte ha richiamato un principio di diritto ormai consolidato, affermato dalle Sezioni Unite della Cassazione (sentenza Orlandelli del 2009).

Secondo tale principio, la regola è la seguente:

1. La competenza si determina in base al luogo di commissione del reato più grave.
2. Se questo luogo è sconosciuto, la competenza spetta al giudice del luogo in cui è stato commesso il reato successivamente più grave tra quelli connessi.
3. Solo se risulta impossibile individuare il luogo di commissione di tutti i reati connessi, si ricorre ai criteri suppletivi, come quello della residenza dell’imputato.

Nel caso specifico, sebbene il luogo della ricettazione (reato più grave) fosse ignoto, era perfettamente noto il luogo della tentata truffa (Napoli). Pertanto, la competenza doveva essere radicata a Napoli, senza ricorrere al criterio della residenza.

Le Conclusioni: la Competenza del Tribunale di Napoli

La sentenza riafferma un ordine gerarchico chiaro nella determinazione della competenza per territorio. I criteri suppletivi, come la residenza dell’imputato, rappresentano una soluzione di ultima istanza e non possono essere utilizzati se è possibile individuare il luogo di almeno uno dei reati connessi. La decisione della Cassazione ha quindi l’effetto di restituire gli atti al Tribunale di Napoli, che dovrà riprendere il processo dal punto in cui si era interrotto con la dichiarazione di incompetenza. Questa pronuncia offre un importante promemoria sulla corretta applicazione delle norme procedurali, volta a evitare inutili stasi processuali e a garantire la celere definizione dei giudizi.

Come si determina la competenza per territorio se una persona è accusata di più reati e il luogo del reato più grave non si conosce?
Secondo la Corte, la competenza spetta al giudice del luogo in cui è stato commesso il reato successivamente più grave tra quelli connessi. I criteri basati sulla residenza dell’imputato si usano solo se i luoghi di commissione di tutti i reati sono sconosciuti.

Perché il Tribunale di Napoli aveva inizialmente declinato la propria competenza?
Il Tribunale di Napoli aveva ritenuto di applicare il criterio suppletivo della residenza dell’imputato, poiché non era noto il luogo di commissione del reato più grave (la ricettazione). La Cassazione ha corretto questa interpretazione ritenendola errata.

Cosa succede al processo dopo la decisione della Cassazione sul conflitto?
Il processo deve riprendere davanti al giudice dichiarato competente, in questo caso il Tribunale di Napoli, dal punto in cui si era interrotto a causa della dichiarazione di incompetenza, ovvero dall’udienza dibattimentale del 2 aprile 2019.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati