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Competenza Ordine Europeo Indagine: chi decide?

A seguito di un conflitto sollevato tra i GIP di Udine e Trieste, la Corte di Cassazione ha chiarito la competenza per l’ordine europeo di indagine. La Corte ha stabilito che la competenza spetta al Giudice per le Indagini Preliminari (GIP) del tribunale del capoluogo di distretto (Trieste), e non a quello del luogo di residenza della persona da sentire. La decisione si fonda sull’applicazione analogica delle norme sulle rogatorie internazionali, che attribuiscono una competenza funzionale all’autorità giudiziaria distrettuale.

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Pubblicato il 29 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ordine Europeo di Indagine: la Cassazione stabilisce la competenza del GIP del capoluogo

Nell’ambito della cooperazione giudiziaria europea, la corretta individuazione dell’autorità competente è cruciale per garantire efficienza e rapidità. Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha fornito un chiarimento fondamentale sulla competenza per l’ordine europeo di indagine (O.E.I.), risolvendo un conflitto tra due uffici giudiziari italiani e stabilendo un principio guida per i casi futuri.

I Fatti del Caso: un Conflitto tra Tribunali

La vicenda trae origine da un Ordine Europeo di Indagine emesso da un tribunale sloveno. L’atto richiedeva l’esame di un imputato residente nel circondario del Tribunale di Udine. Il Giudice per le Indagini Preliminari (G.i.p.) del Tribunale di Trieste, inizialmente incaricato dal Procuratore della Repubblica locale, aveva trasmesso gli atti al collega di Udine, ritenendolo competente in base al luogo di residenza della persona da sentire.

Tuttavia, il G.i.p. di Udine non ha condiviso questa interpretazione e ha sollevato un conflitto di competenza dinanzi alla Corte di Cassazione. Secondo il giudice friulano, la normativa trasferisce la competenza non solo al Procuratore distrettuale ma anche al G.i.p. incardinato presso lo stesso tribunale del capoluogo di distretto, ovvero Trieste.

La Questione Giuridica sulla competenza per l’ordine europeo di indagine

Il nucleo del problema era stabilire quale G.i.p. fosse competente per l’esecuzione dell’O.E.I.:
1. Il G.i.p. del luogo in cui risiede la persona da esaminare (in questo caso, Udine).
2. Il G.i.p. del Tribunale del capoluogo di distretto (in questo caso, Trieste), presso cui è incardinato il Procuratore della Repubblica competente a ricevere l’atto.

La risoluzione di questo dilemma ha richiesto un’attenta analisi delle norme che regolano l’O.E.I. e un confronto con istituti simili, come le rogatorie internazionali.

L’Analisi della Cassazione e il Principio di Diritto

La Corte di Cassazione ha risolto il conflitto dichiarando la competenza del G.i.p. del Tribunale di Trieste. La decisione si basa su un’interpretazione sistematica e analogica delle norme procedurali.

Gli Ermellini hanno evidenziato la forte affinità tra la disciplina dell’Ordine Europeo di Indagine (D.Lgs. 108/2017) e quella delle rogatorie internazionali passive (art. 724 cod. proc. pen.). Entrambe le normative prevedono che gli atti siano trasmessi al Procuratore della Repubblica presso il tribunale del capoluogo del distretto in cui l’attività deve essere svolta.

Quando l’atto richiesto necessita dell’intervento di un giudice, la legge stabilisce che il Procuratore distrettuale debba presentare le proprie richieste al G.i.p. Questa previsione, secondo la Corte, non può che riferirsi al G.i.p. del medesimo tribunale del capoluogo, creando così una competenza funzionale.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte ha motivato la sua scelta sulla base di un’interpretazione consolidata. La giurisprudenza relativa all’art. 724 cod. proc. pen., riguardante le rogatorie, ha da tempo affermato che la competenza per l’esecuzione di atti che richiedono l’intervento giurisdizionale spetta al G.i.p. del capoluogo di distretto. Si tratta di una competenza funzionale e territoriale che si radica presso la Procura distrettuale e, di conseguenza, presso il G.i.p. dello stesso foro. L’identico tenore letterale e la medesima finalità delle disposizioni sull’O.E.I. (in particolare gli artt. 4 e 5 del D.Lgs. 108/2017) impongono, secondo la Corte, di applicare lo stesso principio. L’organo giudicante competente per gli atti richiesti tramite O.E.I. deve quindi identificarsi nel G.i.p. distrettuale, esattamente come avviene per le rogatorie passive.

Le Conclusioni

In definitiva, la Cassazione stabilisce un principio chiaro e univoco: la competenza per l’esecuzione di un Ordine Europeo di Indagine che richieda l’intervento di un giudice appartiene al G.i.p. del tribunale del capoluogo del distretto, a prescindere dal luogo di residenza della persona interessata all’interno del distretto stesso. Questa decisione non solo risolve il caso specifico, ma fornisce anche un’indicazione sicura per tutti gli operatori del diritto, garantendo uniformità e certezza nell’applicazione di un fondamentale strumento di cooperazione giudiziaria europea.

Chi è il giudice competente a eseguire un Ordine Europeo di Indagine in Italia quando è richiesto l’intervento di un giudice?
Secondo la sentenza, il giudice competente è il Giudice per le Indagini Preliminari (G.i.p.) del Tribunale del capoluogo del distretto giudiziario nel quale l’atto deve essere compiuto.

La residenza della persona da esaminare o dell’imputato determina la competenza del giudice?
No. La Corte ha chiarito che la competenza è di natura funzionale e si radica presso l’autorità giudiziaria del capoluogo di distretto (Procuratore e G.i.p.), risultando irrilevante che la persona da sentire risieda in un altro circondario all’interno dello stesso distretto.

Perché la Corte di Cassazione ha applicato le norme sulle rogatorie internazionali all’Ordine Europeo di Indagine?
La Corte ha utilizzato un’interpretazione analogica a causa della forte affinità di materia e del tenore letterale quasi identico delle disposizioni normative. Sia l’art. 724 del codice di procedura penale (per le rogatorie) sia gli artt. 4 e 5 del D.Lgs. 108/2017 (per l’O.E.I.) individuano come competente l’autorità giudiziaria del capoluogo di distretto.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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