Competenza Magistrato di Sorveglianza: La Regola del Momento della Domanda
Determinare quale sia il giudice giusto a decidere è un principio fondamentale dello stato di diritto. Una recente sentenza della Corte di Cassazione chiarisce un punto cruciale riguardo la competenza magistrato di sorveglianza, specialmente quando un condannato viene trasferito tra diverse carceri. La decisione sottolinea come la competenza si radichi in un momento preciso, garantendo certezza e stabilità al procedimento.
I Fatti del Caso
La vicenda ha origine dalla richiesta di un condannato di poter pagare una pena pecuniaria a rate. La richiesta viene inizialmente trasmessa all’Ufficio di sorveglianza di Campobasso. Quest’ultimo, tuttavia, declina la propria competenza a favore del Magistrato di sorveglianza di Viterbo, poiché il condannato, al momento della decisione, risultava detenuto nel carcere di Rieti.
Successivamente, anche il Magistrato di sorveglianza di Viterbo solleva un dubbio sulla propria competenza, indicando come giudice competente il Magistrato di sorveglianza dell’Aquila. Il motivo? Nel frattempo, il condannato era stato nuovamente trasferito, questa volta presso la Casa circondariale di Avezzano. Questo ‘rimpallo’ di competenze ha reso necessario l’intervento della Corte di Cassazione per risolvere il conflitto e stabilire definitivamente chi dovesse decidere sulla richiesta di rateizzazione.
La Decisione della Corte di Cassazione sulla Competenza
La Corte di Cassazione, decidendo sul conflitto, ha dichiarato la competenza del Magistrato di sorveglianza di Viterbo. La Corte ha ordinato la trasmissione degli atti a quest’ultimo ufficio giudiziario affinché proceda con la decisione nel merito della richiesta di rateizzazione.
Le Motivazioni della Scelta
La motivazione della Corte si basa su un principio cardine del diritto processuale: la perpetuatio iurisdictionis. Questo principio stabilisce che la competenza del giudice si determina con riferimento alla situazione di fatto e di diritto esistente al momento in cui la domanda giudiziale viene proposta. Eventuali cambiamenti successivi, come il trasferimento del detenuto, non sono idonei a modificare la competenza già radicata.
Nel caso specifico, i giudici hanno accertato due date fondamentali:
1. Il condannato era entrato nel carcere di Rieti il 13 aprile 2024.
2. La richiesta di rateizzazione della pena era stata presentata il 28 maggio 2024.
Poiché al momento della presentazione della domanda (28 maggio) il soggetto si trovava ristretto a Rieti, la competenza territoriale apparteneva inequivocabilmente al Magistrato di sorveglianza di Viterbo, nel cui distretto ricade l’istituto penitenziario di Rieti. Il successivo trasferimento ad Avezzano è un evento irrilevante ai fini della determinazione della competenza per quel specifico procedimento.
Le Conclusioni e le Implicazioni Pratiche
Questa sentenza riafferma un principio di certezza del diritto fondamentale per il corretto funzionamento della giustizia. Stabilire la competenza in base al momento della domanda impedisce che i procedimenti vengano rallentati o paralizzati da continui trasferimenti di fascicoli dovuti a spostamenti dei detenuti. Per il condannato, significa avere un punto di riferimento giurisdizionale stabile, che non muta durante l’iter della sua istanza. Per il sistema giudiziario, garantisce efficienza e previene conflitti che minano la tempestività delle decisioni, soprattutto in un ambito delicato come quello dell’esecuzione della pena.
Come si determina la competenza del Magistrato di sorveglianza per una richiesta avanzata da un detenuto?
La competenza si determina in base al luogo di detenzione del condannato nel momento esatto in cui la richiesta viene presentata all’autorità giudiziaria.
Se un detenuto viene trasferito in un altro carcere dopo aver presentato una richiesta, il giudice competente cambia?
No, il trasferimento del detenuto in un’altra struttura penitenziaria, avvenuto dopo la presentazione della domanda, non modifica la competenza del Magistrato di sorveglianza, che rimane quella del luogo di detenzione originario.
Nel caso specifico, perché è stato ritenuto competente il Magistrato di sorveglianza di Viterbo e non quello dell’Aquila?
Perché al momento della presentazione della richiesta di rateizzazione della pena (28.5.2024), il condannato si trovava nel carcere di Rieti, territorio di competenza del Magistrato di sorveglianza di Viterbo. Il suo successivo trasferimento ad Avezzano (sotto la competenza dell’Aquila) è stato considerato irrilevante.
Testo del provvedimento
Sentenza di Cassazione Penale Sez. 1 Num. 29595 Anno 2025
In nome del Popolo Italiano
Penale Sent. Sez. 1 Num. 29595 Anno 2025
Presidente: COGNOME
Relatore: COGNOME
Data Udienza: 21/05/2025
PRIMA SEZIONE PENALE
NOME COGNOME
Sent. n. sez. 1777/2025
CC – 21/05/2025
R.G.N. 3338/2025
– Relatore –
ha pronunciato la seguente
sul conflitto di competenza sollevato con ordinanza del 27.12.2024 da:
nei confronti di:
nel procedimento a carico di:
udita la relazione svolta dal consigliere NOME COGNOME;
Il provvedimento fa presente che il 4.6.2024 la Procura della Repubblica di Campobasso ha trasmesso gli atti per la decisione sulla richiesta di rateizzazione all’Ufficio di sorveglianza di Campobasso, il quale con ordinanza del 18.6.2024 ha declinato la propria competenza in favore del Magistrato di sorveglianza di Viterbo in quanto il condannato si trovava ristretto nel carcere di Rieti. Con ordinanza del 16.10.2024, il Magistrato di sorveglianza di Viterbo ha a sua volta declinato la propria competenza in favore del Magistrato di sorveglianza dell’Aquila, rilevando che il condannato si trovasse ristretto nella Casa circondariale di Avezzano.
Dagli atti, risulta che COGNOME abbia presentato richiesta di rateizzazione della pena pecuniaria il 28.5.2024 e che precedentemente avesse fatto ingresso il 13.4.2024 nella Casa circondariale di Rieti.
P.Q.M.
Decidendo sul conflitto, dichiara la competenza del Magistrato di sorveglianza di Viterbo cui dispone trasmettersi gli atti. Così Ł deciso, 21/05/2025
Il Consigliere estensore
Il Presidente NOME COGNOME
NOME COGNOME