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Competenza giudice esecuzione: l’ultima sentenza decide

La Corte di Cassazione ha annullato un provvedimento di revoca della sospensione condizionale della pena, stabilendo che la competenza del giudice dell’esecuzione spetta a chi ha emesso l’ultima sentenza divenuta irrevocabile, anche se la questione riguarda un provvedimento precedente. Il caso chiarisce l’applicazione dell’art. 665, comma 4, c.p.p., per garantire l’unicità della giurisdizione nella fase esecutiva.

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Pubblicato il 26 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Competenza Giudice Esecuzione: La Cassazione Sceglie l’Ultima Parola

Quando un individuo viene condannato con più sentenze da giudici diversi, sorge una domanda cruciale: chi è responsabile della gestione della fase esecutiva della pena? La corretta individuazione della competenza del giudice dell’esecuzione è fondamentale per garantire la legalità e l’uniformità del procedimento. Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha ribadito un principio cardine in materia, annullando un provvedimento emesso da un giudice ritenuto incompetente.

I Fatti del Caso

Il caso ha origine dalla decisione del Tribunale di Milano, in qualità di giudice dell’esecuzione, di revocare la sospensione condizionale della pena concessa a un individuo con una sentenza del 2016. L’interessato ha presentato ricorso per cassazione, sostenendo che il Tribunale di Milano non fosse funzionalmente competente a decidere.

L’argomentazione della difesa si basava su un punto specifico: successivamente alla sentenza del 2016, era intervenuta un’altra pronuncia, emessa dalla Corte d’appello di Milano nel 2020, divenuta irrevocabile. Secondo il ricorrente, proprio quest’ultima sentenza, essendo l’ultima passata in giudicato, radicava la competenza presso la Corte d’appello e non presso il Tribunale.

La Questione sulla Competenza del Giudice dell’Esecuzione

Il cuore della controversia giuridica ruota attorno all’interpretazione dell’articolo 665, comma 4, del codice di procedura penale. Questa norma stabilisce che, se l’esecuzione riguarda provvedimenti emessi da giudici diversi, la competenza spetta al giudice che ha emesso il provvedimento divenuto irrevocabile per ultimo.

Il ricorrente ha evidenziato come questo criterio sia stato costantemente affermato dalla giurisprudenza per garantire che un unico organo giurisdizionale si occupi di tutte le questioni incidentali che possono sorgere durante l’esecuzione, come l’applicazione o la revoca di benefici penitenziari. L’obiettivo del legislatore è quello di evitare conflitti di competenza e decisioni frammentate, centralizzando la supervisione sull’esecuzione penale.

Le Motivazioni della Cassazione

La Corte di Cassazione ha accolto pienamente il ricorso, ritenendolo fondato. Gli Ermellini hanno riaffermato il principio consolidato secondo cui, in presenza di più sentenze di condanna emesse da giudici diversi, la competenza del giudice dell’esecuzione deve essere individuata in capo al giudice che ha pronunciato la sentenza divenuta irrevocabile per ultima in ordine cronologico.

Questo criterio, specificano i giudici, si applica in modo assoluto, anche se la questione specifica (in questo caso, la revoca di un beneficio) riguarda una sentenza emessa da un altro giudice in un momento precedente. La Corte ha sottolineato che l’ultima sentenza passata in giudicato, come risultava dai documenti processuali, era effettivamente quella emessa dalla Corte d’appello di Milano nel 2020. Di conseguenza, il Tribunale di Milano, che aveva emesso la sentenza precedente, era privo di competenza funzionale per decidere sulla revoca della sospensione condizionale.

Le Conclusioni

Per effetto di questa decisione, la Corte di Cassazione ha annullato senza rinvio l’ordinanza impugnata. Ciò significa che il provvedimento del Tribunale di Milano è stato eliminato dal mondo giuridico. Gli atti del procedimento sono stati quindi trasmessi alla Corte d’appello di Milano, identificata come l’unico giudice competente, affinché possa procedere con un nuovo esame della richiesta di revoca del beneficio. La sentenza rappresenta un’importante conferma della regola di competenza funzionale, offrendo certezza agli operatori del diritto e garantendo che le decisioni in fase esecutiva siano prese dall’organo giurisdizionale corretto, a tutela dei diritti del condannato e dell’ordinata amministrazione della giustizia.

Chi è il giudice competente per la fase esecutiva se ci sono più sentenze da corti diverse?
Secondo l’art. 665, comma 4, del codice di procedura penale, il giudice competente è quello che ha emesso la sentenza divenuta irrevocabile per ultima.

Perché il provvedimento del Tribunale di Milano è stato annullato?
È stato annullato perché il Tribunale non era funzionalmente competente. La competenza spettava alla Corte d’appello di Milano, in quanto autrice dell’ultima sentenza passata in giudicato nei confronti della stessa persona.

Cosa succede ora nel caso specifico?
La Corte di Cassazione ha disposto l’annullamento senza rinvio del provvedimento e la trasmissione degli atti alla Corte d’appello di Milano, che dovrà ora decidere sulla questione della revoca della sospensione condizionale della pena.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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