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Competenza giudice esecuzione: Lavoro pubblica utilità

La Corte di Cassazione risolve un conflitto di competenza tra la Corte d’Appello e il Magistrato di Sorveglianza riguardo a un’istanza di modifica delle modalità di esecuzione del lavoro di pubblica utilità. La sentenza stabilisce che la competenza del giudice dell’esecuzione spetta al giudice di primo grado che ha emesso la condanna, anche se la Corte d’Appello ha sostituito la pena detentiva con quella del lavoro di pubblica utilità, poiché tale modifica riguarda solo il trattamento sanzionatorio e non la sostanza della decisione.

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Pubblicato il 12 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Competenza Giudice Esecuzione: Chi Decide sul Lavoro di Pubblica Utilità?

La determinazione della competenza del giudice dell’esecuzione rappresenta un aspetto cruciale della procedura penale, specialmente quando si tratta di pene sostitutive come il lavoro di pubblica utilità. Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha chiarito un dubbio interpretativo sorto a seguito delle recenti riforme, stabilendo quale sia l’autorità giudiziaria preposta a decidere sulle modalità esecutive di tale sanzione. Questo intervento è fondamentale per garantire certezza e uniformità nell’applicazione della legge.

I Fatti del Caso

Un individuo, condannato in primo grado dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Marsala, vedeva la sua pena detentiva riformata in appello. La Corte di appello di Palermo, pur confermando nel resto la sentenza, sostituiva la reclusione con la pena del lavoro di pubblica utilità, da svolgersi per due anni, cinque mesi e venti giorni presso un ente in Friuli Venezia Giulia.

Successivamente, il condannato presentava un’istanza per ottenere l’autorizzazione a recarsi in Sicilia per le ferie estive. L’istanza, inoltrata alla Corte di appello di Palermo, veniva da questa respinta per incompetenza, indicando come competente il Magistrato di sorveglianza di Udine, luogo di esecuzione della pena. A sua volta, anche il Magistrato di sorveglianza si dichiarava incompetente, sollevando un conflitto negativo di competenza. Si creava così una situazione di stallo in cui nessun giudice si riteneva legittimato a decidere.

Il Conflitto sulla Competenza del Giudice dell’Esecuzione

Il cuore della questione giuridica risiede nell’individuazione corretta della competenza del giudice dell’esecuzione per la pena sostitutiva del lavoro di pubblica utilità.

La Posizione della Corte d’Appello

La Corte d’Appello di Palermo riteneva di non essere competente in quanto la questione riguardava le modalità di espiazione della pena in corso nel territorio di Udine, attribuendo quindi la decisione al locale Magistrato di sorveglianza.

La Posizione del Magistrato di Sorveglianza

Di parere opposto, il Magistrato di sorveglianza di Udine sosteneva che, in base alla normativa vigente (in particolare la legge 689/81), le decisioni relative all’esecuzione del lavoro di pubblica utilità, incluse la modifica delle prescrizioni e la vigilanza, spettassero al giudice che aveva irrogato la sanzione, ovvero la Corte d’Appello, quale giudice dell’esecuzione.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione, chiamata a risolvere il conflitto, ha fornito una motivazione chiara e basata su una precisa interpretazione delle norme procedurali, anche alla luce della riforma Cartabia (d.lgs. n. 150/2022).

In primo luogo, la Corte ha evidenziato come l’art. 661 del codice di procedura penale distingua nettamente l’esecuzione del lavoro di pubblica utilità da quella di altre pene sostitutive. Mentre per semilibertà e detenzione domiciliare la competenza è del magistrato di sorveglianza, per il lavoro di pubblica utilità la legge stabilisce che l’esecuzione è ordinata “dal giudice che ha applicato la pena”.

Il punto decisivo, tuttavia, risiede nell’applicazione dell’art. 665, comma 2, del codice di procedura penale. Questa norma stabilisce che, in caso di appello, se la sentenza di secondo grado conferma quella di primo grado o la riforma soltanto in relazione alla pena, alle misure di sicurezza o alle disposizioni civili, la competenza per l’esecuzione rimane incardinata presso il giudice di primo grado.

Nel caso di specie, la Corte di appello di Palermo si era limitata a sostituire la pena detentiva con il lavoro di pubblica utilità, confermando integralmente il resto della sentenza. Secondo la giurisprudenza consolidata richiamata dalla Cassazione, il riconoscimento di una sanzione sostitutiva costituisce una “riforma solo in relazione alla pena”. Non vi è stata una rielaborazione sostanziale della pronuncia di primo grado che potesse giustificare uno spostamento della competenza.

Le Conclusioni

In conclusione, la Corte di Cassazione ha dichiarato che la competenza a decidere sull’istanza del condannato appartiene al Giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di Marsala, in quanto giudice di primo grado che ha emesso la sentenza di condanna. La decisione della Corte d’Appello di applicare una pena sostitutiva non ha modificato la natura del giudice dell’esecuzione. Questa sentenza rafforza un principio fondamentale: la competenza per l’esecuzione resta radicata presso il giudice che ha pronunciato la condanna, a meno che la sentenza d’appello non intervenga modificando in modo sostanziale le statuizioni principali della decisione impugnata.

Chi è il giudice competente a decidere sulle modalità di esecuzione del lavoro di pubblica utilità?
Secondo la Corte di Cassazione, la competenza spetta al “giudice che ha applicato la pena”, che deve essere individuato secondo le regole generali. Nello specifico, si tratta del giudice dell’esecuzione.

Quando la competenza per l’esecuzione di una pena rimane al giudice di primo grado anche dopo una sentenza di appello?
La competenza rimane al giudice di primo grado quando la sentenza d’appello conferma la decisione impugnata oppure la riforma soltanto in relazione alla pena, alle misure di sicurezza o alle disposizioni civili, senza modificare le statuizioni sostanziali sulla responsabilità dell’imputato (art. 665, comma 2, c.p.p.).

La sostituzione di una pena detentiva con il lavoro di pubblica utilità da parte della Corte d’Appello sposta la competenza per l’esecuzione?
No. Secondo la sentenza, il riconoscimento della sanzione sostitutiva del lavoro di pubblica utilità da parte del giudice d’appello costituisce una riforma “solo in relazione alla pena”. Pertanto, non è sufficiente a trasferire la competenza per l’esecuzione, che rimane in capo al giudice di primo grado.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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