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Competenza giudice esecuzione: la regola del momento

La Corte di Cassazione risolve un conflitto di competenza tra due tribunali, stabilendo che la competenza del giudice dell’esecuzione si determina in base all’ultima sentenza divenuta irrevocabile al momento della presentazione dell’istanza. In applicazione del principio della ‘perpetuatio jurisdictionis’, la successiva irrevocabilità di un’altra sentenza non può modificare la competenza già radicata. La decisione sottolinea come il momento del deposito della domanda ‘cristallizzi’ la situazione giuridica ai fini dell’individuazione del giudice competente.

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Pubblicato il 6 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Competenza Giudice Esecuzione: Come si Determina in Caso di Pluralità di Sentenze

Determinare la corretta competenza del giudice dell’esecuzione è un passaggio cruciale nella fase successiva alla condanna definitiva. Ma cosa accade quando un soggetto ha accumulato più sentenze irrevocabili emesse da tribunali diversi? Una recente pronuncia della Corte di Cassazione fa luce su questo tema, riaffermando un principio fondamentale del nostro ordinamento processuale: la perpetuatio jurisdictionis. Analizziamo insieme il caso e le conclusioni della Suprema Corte.

I Fatti del Caso: un Conflitto tra Tribunali

La vicenda trae origine da un’istanza presentata da un condannato, volta a ottenere la rescissione di una sentenza di condanna emessa anni prima dal Tribunale di Roma. La Corte di Appello, pur dichiarando l’istanza inammissibile, la riqualificava come un incidente di esecuzione e disponeva la trasmissione degli atti al giudice competente.

Qui sorge il problema. La Corte d’Appello individuava la competenza nel Giudice per le indagini preliminari (GIP) del Tribunale di Novara, in quanto autore dell’ultima sentenza divenuta irrevocabile in quel momento (14 febbraio 2024). Tuttavia, il GIP di Novara declinava la propria competenza, trasmettendo a sua volta gli atti al GIP del Tribunale di Milano, poiché nel frattempo un’altra sentenza, emessa proprio da quest’ultimo, era divenuta irrevocabile in data 2 ottobre 2024. Il GIP di Milano, a sua volta, sollevava conflitto negativo di competenza, sostenendo che il momento rilevante per determinare la giurisdizione fosse quello della presentazione della domanda originaria.

La Competenza del Giudice dell’Esecuzione secondo la Cassazione

La Corte di Cassazione è chiamata a risolvere il conflitto. La norma di riferimento è l’art. 665, comma 4, del codice di procedura penale, che stabilisce: in caso di pluralità di provvedimenti emessi da giudici diversi, la competenza a provvedere è del giudice che ha emesso il provvedimento divenuto irrevocabile per ultimo.

La questione centrale, però, non è tanto la regola generale, quanto il momento esatto in cui questa regola deve essere applicata. La Suprema Corte sposa la tesi del GIP di Milano, fondando la propria decisione sul principio della perpetuatio jurisdictionis.

Il Principio della “Perpetuatio Jurisdictionis”

Questo principio, cardine del diritto processuale, stabilisce che la competenza di un giudice si radica e si “cristallizza” al momento della presentazione della domanda. Qualsiasi evento successivo, come un cambiamento normativo o, come in questo caso, il passaggio in giudicato di un’altra sentenza, non può alterare la competenza già stabilita.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte argomenta che la competenza funzionale del giudice dell’esecuzione si radica nel momento in cui l’istanza viene presentata. Nel caso di specie, la domanda è stata depositata il 10 giugno 2024. In quella data, l’ultima sentenza divenuta irrevocabile era quella emessa dal GIP del Tribunale di Novara (divenuta definitiva il 14 febbraio 2024).
Di conseguenza, è irrilevante che, successivamente, in data 2 ottobre 2024, sia divenuta irrevocabile un’altra sentenza emessa dal GIP di Milano. La competenza, una volta radicata presso il giudice di Novara, non può essere spostata da un evento successivo. Questo orientamento, precisa la Corte, è costante e garantisce certezza e stabilità nell’individuazione del giudice naturale precostituito per legge.

Conclusioni

La sentenza riafferma un principio di fondamentale importanza pratica: per stabilire la competenza del giudice dell’esecuzione in presenza di più condanne, bisogna scattare una “fotografia” della situazione giuridica al momento esatto del deposito dell’istanza. Il giudice che ha emesso l’ultima sentenza irrevocabile fino a quel momento sarà il solo competente a decidere, e tale competenza non potrà più essere messa in discussione da eventi futuri. La Corte, pertanto, dichiara la competenza del Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Novara e dispone la trasmissione degli atti a quest’ultimo.

Come si determina il giudice competente in fase di esecuzione se ci sono più sentenze definitive emesse da giudici diversi?
Secondo l’art. 665, comma 4, c.p.p., la competenza è del giudice che ha emesso il provvedimento divenuto irrevocabile per ultimo.

Cosa significa il principio della “perpetuatio jurisdictionis” in questo contesto?
Significa che la competenza del giudice si determina in modo definitivo al momento della presentazione della domanda. I fatti successivi, come il passaggio in giudicato di un’altra sentenza, non possono modificarla.

Nel caso esaminato, perché la competenza è del giudice di Novara e non di Milano?
Perché al momento del deposito dell’istanza (10 giugno 2024), l’ultima sentenza irrevocabile era quella emessa dal giudice di Novara (14 febbraio 2024). Il fatto che una sentenza del giudice di Milano sia diventata irrevocabile dopo (2 ottobre 2024) è irrilevante ai fini della competenza.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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