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Competenza giudice esecuzione: la decisione del GIP

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 6982/2024, ha risolto un conflitto sulla competenza del giudice dell’esecuzione, stabilendo che essa rimane in capo al giudice di primo grado (GIP) se la sentenza d’appello non modifica in modo sostanziale la posizione del condannato. Una semplice variazione della pena per un coimputato non è sufficiente a trasferire la competenza alla Corte d’Appello, la quale deve rimanere radicata presso l’organo che ha emesso la condanna originaria.

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Pubblicato il 1 novembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Competenza Giudice Esecuzione: Quando Resta al Giudice di Primo Grado?

Determinare la corretta competenza del giudice dell’esecuzione è un passaggio cruciale nella fase successiva alla condanna definitiva. Una recente sentenza della Corte di Cassazione (n. 6982 del 2024) ha chiarito un punto fondamentale: quando la competenza a decidere su istanze come il riconoscimento della continuazione tra reati spetta al Giudice per le Indagini Preliminari (GIP) che ha emesso la sentenza e quando, invece, si sposta alla Corte d’Appello. La decisione ruota attorno al concetto di ‘riforma sostanziale’ della sentenza di primo grado.

I Fatti del Caso: Il Conflitto tra Corte d’Appello e GIP

Il caso nasce da un conflitto negativo di competenza sollevato dalla Corte d’Appello di Bari nei confronti del GIP del Tribunale della stessa città. Un condannato aveva presentato un’istanza in sede esecutiva per ottenere il riconoscimento della continuazione tra più reati.

La questione era sorta perché la sentenza di primo grado, emessa dal GIP, era stata appellata. La Corte d’Appello aveva confermato integralmente la condanna per l’istante, ma aveva modificato il trattamento sanzionatorio solo per un coimputato. Nonostante ciò, il GIP si era dichiarato incompetente, ritenendo che la ‘riforma’ della sentenza, seppur parziale, avesse trasferito la competenza alla Corte d’Appello. Quest’ultima, di parere opposto, ha sollevato il conflitto dinanzi alla Cassazione, sostenendo che, non essendo stata modificata la posizione dell’istante, la competenza dovesse rimanere radicata presso il giudice di primo grado.

La Questione Giuridica sulla Competenza del Giudice dell’Esecuzione

Il fulcro della questione risiede nell’interpretazione dell’articolo 665, comma 2, del codice di procedura penale. Questa norma stabilisce che, di regola, il giudice competente per l’esecuzione è quello che ha deliberato il provvedimento in primo grado. Tuttavia, la competenza si trasferisce al giudice di secondo grado se quest’ultimo ha confermato o riformato la sentenza. La giurisprudenza ha da tempo chiarito che non ogni modifica è sufficiente a determinare tale trasferimento, ma è necessaria una ‘riforma sostanziale’ che incida significativamente sul merito della decisione.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione ha risolto il conflitto dichiarando la competenza del GIP del Tribunale di Bari. Gli Ermellini hanno specificato che la variazione del trattamento sanzionatorio per un coimputato non costituisce una riforma sostanziale idonea a spostare la competenza per gli altri imputati la cui condanna sia stata integralmente confermata.

La Corte ha spiegato che il trasferimento della competenza del giudice dell’esecuzione avviene solo in presenza di un intervento riformatore di peso. Esempi di tali interventi includono l’elisione di aggravanti, il riconoscimento di attenuanti, una diversa valutazione nel giudizio di comparazione tra circostanze o il riconoscimento della continuazione. Una semplice modifica della pena all’interno del range edittale previsto dalla legge, peraltro a beneficio di un altro soggetto, non ha la forza di attrarre la competenza in capo al giudice d’appello.

Le Conclusioni

La sentenza ribadisce un principio di stabilità e chiarezza: la competenza per l’esecuzione resta saldamente ancorata al giudice di primo grado, a meno che la Corte d’Appello non intervenga con modifiche di carattere sostanziale che riguardino specificamente la posizione del condannato che avanza l’istanza. Questa pronuncia offre un’importante guida pratica per gli operatori del diritto, confermando che modifiche marginali o relative ad altri coimputati non alterano il foro naturale dell’esecuzione penale, garantendo così una più certa e rapida gestione dei procedimenti esecutivi.

Chi è il giudice competente per l’esecuzione di una sentenza penale?
Di regola, è il giudice che ha emesso il provvedimento in primo grado. Nel caso di specie, il GIP del Tribunale.

Quando la competenza per l’esecuzione si trasferisce alla Corte d’Appello?
La competenza si sposta al giudice di secondo grado solo quando quest’ultimo abbia apportato una riforma sostanziale alla sentenza, come l’eliminazione di aggravanti, il riconoscimento di attenuanti o una modifica del giudizio di comparazione delle circostanze.

Una modifica della pena per un coimputato in appello sposta la competenza anche per gli altri imputati?
No. Secondo la sentenza, una variazione del trattamento sanzionatorio che riguarda solo un coimputato non è sufficiente a trasferire la competenza al giudice d’appello per gli altri imputati la cui condanna è stata integralmente confermata.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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