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Competenza Giudice Esecuzione: la Cassazione decide

La Procura Generale ha impugnato un’ordinanza della Corte d’Appello che, in qualità di giudice dell’esecuzione, aveva unificato le pene per un condannato. La Cassazione ha accolto il ricorso, statuendo sulla corretta individuazione della competenza del giudice dell’esecuzione. Ha precisato che, ai sensi dell’art. 665 c.p.p., se la corte d’appello modifica la sentenza di primo grado solo in punto di pena per un coimputato, la competenza a decidere in fase esecutiva rimane incardinata presso il giudice di primo grado. Di conseguenza, l’ordinanza è stata annullata per incompetenza funzionale.

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Pubblicato il 30 novembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Competenza Giudice Esecuzione: La Cassazione Chiarisce le Regole

La fase di esecuzione della pena è un momento cruciale del procedimento penale, in cui le decisioni definitive trovano concreta applicazione. Una delle questionli più delicate è la corretta individuazione della competenza del giudice dell’esecuzione, soprattutto in presenza di più condanne a carico della stessa persona. Una recente sentenza della Corte di Cassazione (n. 25807/2024) ha fornito chiarimenti essenziali su questo tema, ribadendo principi fondamentali della procedura penale.

Il Caso: Pluralità di Condanne e Istanza di Continuazione

Il caso esaminato dalla Suprema Corte trae origine da un’istanza presentata da un condannato, destinatario di due distinte sentenze definitive per reati gravi, tra cui rapina e sequestro di persona, commessi a breve distanza di tempo. L’interessato aveva richiesto l’applicazione della disciplina del reato continuato, al fine di ottenere una rideterminazione della pena complessiva in una misura più favorevole.

La Corte d’Appello di Napoli, investita della questione, accoglieva l’istanza, ritenendo sussistente un medesimo disegno criminoso e rideterminando la pena finale. Tuttavia, la Procura Generale presso la stessa Corte d’Appello impugnava tale decisione, sollevando non una questione di merito, ma un vizio procedurale dirimente: l’incompetenza funzionale del giudice che aveva emesso il provvedimento.

La Questione sulla Competenza del Giudice dell’Esecuzione

Il cuore del problema giuridico risiede nell’interpretazione dell’articolo 665 del codice di procedura penale, che stabilisce i criteri per determinare quale giudice debba occuparsi della fase esecutiva. La regola generale vuole che la competenza spetti al giudice che ha emesso la sentenza divenuta irrevocabile per ultima.

Nel caso di specie, l’ultima sentenza a diventare definitiva era stata pronunciata proprio dalla Corte d’Appello. Tuttavia, la Procura ha fatto leva su un’eccezione fondamentale, prevista dal comma 2 dello stesso articolo. Tale norma stabilisce che se il provvedimento d’appello ha semplicemente confermato la decisione di primo grado o l’ha riformata solo per aspetti marginali come la pena, le misure di sicurezza o le statuizioni civili, la competenza a decidere in fase esecutiva rimane radicata presso il giudice di primo grado.

La Decisione della Cassazione e la Regola della Competenza

La Corte di Cassazione ha pienamente accolto la tesi della Procura Generale, affermando che la Corte d’Appello di Napoli non era il giudice competente a decidere sull’istanza. Gli Ermellini hanno osservato che la sentenza d’appello, divenuta irrevocabile per ultima, aveva modificato la precedente pronuncia del Tribunale di Napoli solo limitatamente alla posizione di un coimputato, senza un intervento sostanzialmente riformatore sulla posizione del soggetto che aveva poi presentato l’istanza in esecuzione.

Di conseguenza, in applicazione del principio sancito dall’art. 665, comma 2, c.p.p., la competenza del giudice dell’esecuzione spettava al Tribunale di Napoli, quale giudice di primo grado. La violazione di queste regole, che attengono alla competenza funzionale, è stata qualificata come una nullità di carattere generale, assoluta e rilevabile d’ufficio, che impone l’annullamento del provvedimento viziato.

Le Motivazioni

La Corte ha motivato la sua decisione ribadendo che le norme sulla competenza del giudice dell’esecuzione sono inderogabili, in quanto volte a garantire che la posizione esecutiva di un soggetto sia gestita da un unico giudice, individuato secondo criteri certi e predeterminati. Il principio generale della competenza del giudice dell’ultima sentenza irrevocabile subisce una deroga fondamentale quando la sentenza di secondo grado non opera una ‘elaborazione sostanziale’ della pronuncia di primo grado, ma si limita a confermarla o a modificarla su aspetti non centrali. Questa eccezione mira a mantenere la competenza presso il giudice che ha avuto la cognizione più completa e originaria del fatto, qualora il giudizio d’appello non abbia inciso profondamente su di essa. La violazione di tale ripartizione funzionale vizia insanabilmente il provvedimento.

Le Conclusioni

La sentenza in commento ha un’importante valenza pratica: essa impone agli operatori del diritto la massima attenzione nell’individuare correttamente il giudice a cui rivolgere le istanze in fase esecutiva. Presentare un’istanza al giudice sbagliato non è un errore formale di poco conto, ma un vizio che porta all’annullamento del provvedimento, con conseguente dispendio di tempo e risorse. La decisione della Cassazione, annullando senza rinvio l’ordinanza impugnata e disponendo la trasmissione degli atti al giudice competente, il Tribunale di Napoli, riafferma con forza il carattere assoluto e inderogabile delle regole sulla competenza funzionale, pilastro fondamentale per un corretto svolgimento della giustizia penale.

Chi è il giudice competente a decidere in fase di esecuzione quando ci sono più sentenze di condanna definitive?
Di regola, la competenza spetta al giudice che ha emesso la sentenza divenuta irrevocabile per ultima, indipendentemente dall’oggetto della richiesta.

Cosa succede se l’ultima sentenza irrevocabile è della Corte d’Appello, ma ha solo modificato la pena rispetto alla sentenza di primo grado?
In questo caso, l’articolo 665, comma 2, del codice di procedura penale stabilisce un’eccezione: se la sentenza d’appello ha confermato o riformato quella di primo grado solo per la pena, le misure di sicurezza o le disposizioni civili, la competenza resta al giudice di primo grado.

Qual è la conseguenza se a decidere è un giudice diverso da quello funzionalmente competente?
La violazione delle regole sulla competenza funzionale del giudice dell’esecuzione costituisce una nullità di carattere generale e assoluta, rilevabile d’ufficio. Il provvedimento emesso dal giudice incompetente viene annullato senza rinvio.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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