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Competenza giudice esecuzione: la Cassazione decide

La Corte di Cassazione risolve un conflitto tra due tribunali sulla competenza del giudice dell’esecuzione. Viene stabilito che la competenza spetta al giudice che ha emesso l’ultima sentenza divenuta irrevocabile, a prescindere dall’oggetto della richiesta, applicando il criterio dell’art. 665 cod. proc. pen. per garantire unicità e certezza procedurale.

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Pubblicato il 2 novembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Competenza Giudice dell’Esecuzione: la Cassazione Fa Chiarezza sul Criterio Decisivo

La determinazione della competenza del giudice dell’esecuzione è un aspetto cruciale della procedura penale, essenziale per garantire certezza e ordine nella fase di espiazione della pena. Quando un soggetto è stato condannato con più sentenze da tribunali diversi, sorge una domanda fondamentale: quale giudice è responsabile di gestire la sua posizione esecutiva? Una recente sentenza della Corte di Cassazione (n. 7188/2024) ha ribadito con forza il principio cardine per risolvere tali questioni, offrendo una guida chiara per operatori del diritto e cittadini.

I Fatti del Caso: un Conflitto tra Tribunali

La vicenda trae origine da un’istanza presentata da un condannato per ottenere la revoca di alcune sentenze, ai sensi dell’art. 673 del codice di procedura penale. La richiesta era motivata da una pronuncia della Corte Costituzionale che aveva dichiarato l’illegittimità della norma incriminatrice sulla base della quale erano state emesse le condanne.

L’istanza fu inizialmente presentata al Tribunale di Padova, quale giudice dell’esecuzione di pene concorrenti. Quest’ultimo, tuttavia, declinò la propria competenza, sostenendo che le sentenze oggetto della richiesta di revoca non erano state emesse dal proprio ufficio. Di conseguenza, il procedimento fu trasmesso al Tribunale di Taranto.

A sua volta, il Tribunale di Taranto sollevò un conflitto negativo di competenza dinanzi alla Corte di Cassazione. Il tribunale pugliese evidenziò che l’ultima sentenza divenuta irrevocabile a carico del condannato era stata emessa proprio dal Tribunale di Padova. Sebbene tale ultima condanna non fosse oggetto dell’istanza di revoca, secondo il Tribunale di Taranto questo elemento era decisivo per radicare la competenza a Padova.

La Questione sulla Competenza del Giudice dell’Esecuzione

Il cuore del problema era stabilire quale criterio dovesse prevalere per individuare il giudice competente a decidere sull’istanza. Si contrapponevano due tesi:
1. La competenza spetta al giudice che ha emesso le sentenze di cui si chiede la revoca.
2. La competenza è determinata da un criterio unico e formale, indipendentemente dall’oggetto specifico della richiesta.

La risoluzione di questo conflitto era fondamentale per superare la stasi del procedimento e garantire al condannato una risposta sulla sua istanza.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione ha risolto il conflitto dichiarando la competenza del Tribunale di Padova. La decisione si fonda su un principio consolidato e codificato dall’art. 665 del codice di procedura penale.

I giudici di legittimità hanno ribadito che la competenza del giudice dell’esecuzione, in caso di pluralità di sentenze di condanna emesse da giudici diversi, si radica presso il giudice che ha emesso il provvedimento divenuto irrevocabile per ultimo. Questo criterio ha carattere funzionale, assoluto e inderogabile.

La Corte ha specificato che la determinazione della posizione esecutiva di un soggetto deve essere unitaria e fare capo a un unico giudice. Tale giudice viene individuato sulla base di un criterio puramente cronologico: l’ultima sentenza passata in giudicato. È irrilevante che la questione specifica sollevata nell’incidente di esecuzione (in questo caso, la revoca) riguardi sentenze diverse da quella che ha radicato la competenza. Nel caso di specie, poiché la sentenza del Tribunale di Padova del 4 novembre 2021 era l’ultima divenuta irrevocabile, la competenza a decidere su qualsiasi questione esecutiva riguardante quel soggetto apparteneva a tale giudice.

Conclusioni

La sentenza in esame rafforza un principio fondamentale per la corretta amministrazione della giustizia nella fase esecutiva. Stabilire un criterio unico, certo e inderogabile come quello dell’ultima sentenza irrevocabile previene l’incertezza e i conflitti di competenza che potrebbero paralizzare i procedimenti. Questa regola assicura che per ogni condannato esista un solo “giudice naturale” dell’esecuzione, competente a gestire in modo coordinato e unitario tutte le vicende relative alla sua posizione giuridica, garantendo così efficienza e tutela dei diritti.

Come si determina il giudice dell’esecuzione competente se una persona ha più condanne da tribunali diversi?
La competenza appartiene al giudice che ha emesso l’ultima sentenza divenuta irrevocabile. Questo criterio è stabilito dall’art. 665 del codice di procedura penale.

La competenza del giudice dell’esecuzione dipende dall’oggetto specifico della richiesta?
No. Secondo la Corte, la competenza si determina esclusivamente in base al criterio dell’ultima sentenza irrevocabile, indipendentemente dal fatto che l’istanza presentata (ad esempio, una richiesta di revoca) riguardi quella specifica sentenza o altre.

Perché il criterio dell’ultima sentenza irrevocabile è considerato così importante?
È un criterio di competenza funzionale, assoluta e inderogabile che garantisce l’unicità della gestione della posizione esecutiva di un condannato. Questo evita la frammentazione del procedimento, previene possibili conflitti tra giudici e assicura una gestione coerente ed efficiente della fase di esecuzione della pena.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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