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Competenza giudice esecuzione: la Cassazione decide

La Corte di Cassazione ha risolto un conflitto di giurisdizione tra una Corte d’Appello e un Tribunale, chiarendo la competenza del giudice dell’esecuzione su un bene confiscato. In seguito a un annullamento con rinvio, la Suprema Corte ha stabilito che la competenza spetta al giudice del rinvio, ovvero la Corte d’Appello, in base all’art. 665 c.p.p. Tale regola si applica indipendentemente dall’esito del nuovo giudizio, anche in caso di assoluzione, e a prescindere dalla titolarità del bene.

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Pubblicato il 23 dicembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Competenza Giudice Esecuzione: La Cassazione Fa Chiarezza sul Giudice del Rinvio

Determinare la corretta competenza del giudice dell’esecuzione è un passaggio cruciale nella fase conclusiva del processo penale. Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha affrontato un complesso conflitto di giurisdizione, offrendo chiarimenti fondamentali sull’applicazione dell’articolo 665 del codice di procedura penale, specialmente nei casi di annullamento con rinvio. La decisione stabilisce un principio chiaro: la competenza a decidere sulla sorte dei beni confiscati spetta al giudice del rinvio, a prescindere dall’esito del nuovo giudizio.

I Fatti: Il Conflitto tra Tribunale e Corte d’Appello

La vicenda trae origine da un procedimento penale a carico di due coimputati per rapina. Il Tribunale di primo grado, nel definire la posizione di uno degli imputati, aveva disposto la confisca di un ciclomotore utilizzato per il reato. La sentenza era stata confermata in Appello, ma successivamente la Corte di Cassazione l’aveva annullata, rinviando il caso per un nuovo esame alla Corte d’Appello.

Quest’ultima, in qualità di giudice del rinvio, aveva infine assolto l’imputato. A questo punto, è sorta la questione su chi dovesse decidere le sorti del ciclomotore confiscato. Il Tribunale, interpellato in funzione di giudice dell’esecuzione, declinava la propria competenza, sostenendo che, in base all’art. 665, comma 3, c.p.p., l’autorità competente fosse il giudice del rinvio, ovvero la Corte d’Appello. Di parere contrario, la Corte d’Appello sollevava un conflitto di competenza, ritenendo che la questione dovesse essere trattata dal giudice legato al proprietario del bene (l’altro coimputato) o, in subordine, dal giudice di primo grado.

La Questione sulla Competenza del Giudice dell’Esecuzione

Il nucleo del conflitto era l’interpretazione dell’articolo 665, comma 3, del codice di procedura penale. Questa norma stabilisce che, in caso di annullamento con rinvio, il giudice competente per l’esecuzione è quello che ha pronunciato il provvedimento conclusivo nel giudizio di rinvio.

La Corte d’Appello sosteneva che questa regola dovesse essere derogata quando la decisione finale fosse un’assoluzione e quando i diritti sul bene confiscato appartenessero a un soggetto diverso, la cui posizione processuale era stata definita separatamente. Il Tribunale, invece, propendeva per un’applicazione letterale della norma, individuando nel giudice del rinvio l’unico organo competente a prescindere da ogni altra considerazione.

Le Motivazioni della Sentenza

La Corte di Cassazione ha accolto la tesi del Tribunale, dichiarando la competenza della Corte d’Appello. I giudici supremi hanno ribadito che l’art. 665, comma 3, c.p.p. introduce una regola speciale e autonoma che prevale sui criteri generali. La norma individua la competenza del giudice dell’esecuzione in capo al giudice del rinvio in modo inequivocabile.

Secondo la Corte, questa competenza è funzionale e non dipende né dalla natura della decisione finale (condanna o assoluzione) né da chi sia l’effettivo titolare di diritti reali sul bene. L’oggetto della richiesta non era la restituzione del bene a un presunto proprietario, ma la gestione di un provvedimento di confisca emesso nell’ambito di uno specifico procedimento. Di conseguenza, è solo il giudice che ha concluso quel procedimento – in questo caso, la Corte d’Appello come giudice del rinvio – ad avere l’autorità per gestire la fase esecutiva. Ogni indagine sulla proprietà del bene è stata ritenuta irrilevante ai fini della determinazione della competenza giurisdizionale.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Decisione

La sentenza rafforza un principio di certezza procedurale. Stabilisce chiaramente che, dopo un annullamento con rinvio, gli operatori del diritto devono rivolgersi al giudice che ha emesso la sentenza definitiva in quella fase per tutte le questioni esecutive. Questo evita incertezze e previene la stasi processuale derivante da conflitti di competenza. La decisione sottolinea che la competenza in fase esecutiva è legata al procedimento in cui la misura (come la confisca) è stata originariamente disposta, e non è influenzata né dall’esito finale del processo né da questioni civilistiche come la proprietà del bene. In questo modo, si garantisce una gestione più lineare e prevedibile della fase post-giudicato.

Chi è il giudice competente per l’esecuzione dopo un annullamento con rinvio della Cassazione?
Secondo l’art. 665, comma 3, del codice di procedura penale, il giudice competente per la fase esecutiva è il giudice che ha pronunciato la sentenza nel giudizio di rinvio, indipendentemente dall’esito.

La decisione finale del giudice del rinvio, come un’assoluzione, modifica la sua competenza in fase esecutiva?
No. La sentenza chiarisce che la competenza del giudice del rinvio a decidere in fase esecutiva non è influenzata dalla natura della sua decisione finale, che sia di condanna o di assoluzione.

La proprietà del bene confiscato è rilevante per determinare il giudice competente per l’esecuzione?
No. Ai fini dell’individuazione del giudice competente per l’esecuzione di una confisca, la titolarità di diritti reali sul bene è irrilevante. Ciò che conta è il procedimento giudiziario nell’ambito del quale la confisca è stata originariamente disposta.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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