LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Competenza giudice esecuzione: la Cassazione chiarisce

La Corte di Cassazione risolve un conflitto tra tribunali stabilendo un principio chiave per la competenza del giudice dell’esecuzione. La Corte ha affermato che la competenza a decidere su una richiesta di continuazione tra reati si determina al momento in cui la domanda viene presentata (principio della ‘perpetuatio jurisdictionis’) e non è influenzata da sentenze divenute definitive successivamente. Di conseguenza, il giudice competente è quello che ha emesso l’ultima sentenza irrevocabile alla data di deposito dell’istanza.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 18 novembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Competenza Giudice Esecuzione: Il Principio della Perpetuatio Jurisdictionis

Determinare quale sia il giudice competente a decidere nella fase di esecuzione della pena è un passaggio cruciale per garantire la certezza del diritto. Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha ribadito un principio fondamentale in materia: la competenza del giudice dell’esecuzione si ‘cristallizza’ al momento del deposito dell’istanza, senza essere influenzata da eventi successivi. Questo principio, noto come perpetuatio jurisdictionis, è stato il fulcro per risolvere un conflitto sorto tra due Tribunali riguardo a una richiesta di riconoscimento della continuazione tra reati.

I Fatti del Caso: Un Conflitto tra Tribunali

La vicenda processuale ha origine dalla richiesta di un condannato di applicare l’istituto della continuazione a diverse sentenze di condanna a suo carico. La domanda viene originariamente presentata al Tribunale di Venezia. Quest’ultimo, tuttavia, dichiara la propria incompetenza, ritenendo che l’ultima sentenza divenuta irrevocabile fosse stata emessa dal Tribunale di Pordenone e, di conseguenza, trasmette gli atti a quest’ultimo.

Il Tribunale di Pordenone, a sua volta, non accetta tale conclusione. Rileva che, al momento del deposito dell’istanza originaria, l’ultima sentenza passata in giudicato era in realtà una emessa proprio dal Tribunale di Venezia. Ravvisando un disaccordo insanabile sulla competenza, solleva un conflitto negativo di competenza dinanzi alla Corte di Cassazione, chiedendole di stabilire quale dei due uffici giudiziari dovesse procedere.

La Questione Giuridica: Chi Decide sulla Continuazione?

Il cuore del problema risiede nell’interpretazione dell’articolo 665, comma 4, del codice di procedura penale. Questa norma stabilisce che, in caso di più sentenze di condanna emesse da giudici diversi, la competenza a decidere in fase esecutiva spetta al giudice che ha pronunciato la sentenza divenuta irrevocabile per ultima.

La Corte di Cassazione, tuttavia, non si è limitata a una semplice verifica cronologica delle sentenze, ma ha applicato un principio cardine del diritto processuale: la perpetuatio jurisdictionis. Secondo questo principio, la competenza si radica nel momento in cui la domanda giudiziale viene presentata e non può essere messa in discussione da fatti sopravvenuti. Ciò garantisce stabilità e previene che il processo venga continuamente spostato da un giudice all’altro.

L’errore sulla qualifica del Tribunale per i Minorenni

Nel corso del procedimento, era stata esclusa dal computo una sentenza del Tribunale per i minorenni, considerata erroneamente emessa da un ‘giudice speciale’. La Cassazione coglie l’occasione per correggere questa imprecisione, chiarendo che il Tribunale per i minorenni è un ‘giudice ordinario specializzato’ e le sue sentenze sono pienamente valide ai fini della determinazione della competenza esecutiva.

Le Motivazioni della Cassazione sulla competenza del giudice dell’esecuzione

La Corte Suprema ha risolto il conflitto in modo netto, basando la sua decisione sull’applicazione del principio di perpetuatio jurisdictionis. I giudici hanno stabilito che il momento determinante per individuare il giudice competente è la data di deposito dell’istanza di riconoscimento della continuazione.

Nel caso specifico, la domanda era stata depositata il 15 dicembre 2022. A quella data, l’ultima sentenza divenuta irrevocabile era quella emessa dal Tribunale di Venezia (divenuta definitiva l’11 giugno 2022). Qualsiasi altra sentenza passata in giudicato dopo il 15 dicembre 2022 è irrilevante ai fini della determinazione della competenza del giudice dell’esecuzione.

La decisione del Tribunale di Venezia di declinare la propria competenza era, quindi, errata, poiché non aveva tenuto conto di questo fondamentale principio. La competenza si era già radicata presso il suo ufficio nel momento stesso in cui aveva ricevuto la richiesta.

Le Conclusioni: Competenza Radicata al Momento della Domanda

In conclusione, la Corte di Cassazione ha dichiarato la competenza del Tribunale di Venezia, disponendo la trasmissione degli atti a quest’ultimo. La sentenza riafferma un principio di grande importanza pratica: la competenza funzionale del giudice dell’esecuzione viene fissata una volta per tutte al momento della presentazione della domanda. Questa regola offre certezza alle parti e impedisce che la giurisdizione possa ‘migrare’ a causa di eventi processuali successivi, garantendo così un ordinato e prevedibile svolgimento della fase esecutiva.

Come si determina la competenza del giudice dell’esecuzione per una richiesta di continuazione tra reati?
La competenza spetta al giudice che ha emesso la sentenza di condanna divenuta irrevocabile per ultima. Tuttavia, questa competenza si ‘radica’ e viene determinata in modo definitivo al momento della presentazione della domanda, in base al principio della perpetuatio jurisdictionis.

Cosa succede se, dopo aver presentato la richiesta di continuazione, un’altra sentenza diventa irrevocabile?
Non succede nulla ai fini della competenza. Il principio della perpetuatio jurisdictionis stabilisce che la competenza, una volta determinata al momento del deposito dell’istanza, non subisce mutamenti a causa di eventi successivi, come il passaggio in giudicato di altre sentenze.

Il Tribunale per i minorenni è considerato un giudice speciale ai fini della competenza esecutiva?
No. La Corte di Cassazione chiarisce che il Tribunale per i minorenni è un giudice ordinario specializzato. Pertanto, le sue sentenze sono pienamente valide per determinare la competenza del giudice dell’esecuzione secondo le regole ordinarie, come quella dell’ultima sentenza irrevocabile.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati