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Competenza giudice esecuzione: la Cassazione chiarisce

In un conflitto tra tribunali, la Corte di Cassazione ha stabilito che la competenza del giudice dell’esecuzione, in presenza di più condanne definitive a carico della stessa persona, spetta al giudice che ha emesso l’ultima sentenza divenuta irrevocabile. Questo criterio, basato sull’art. 665, comma 4, c.p.p., si applica anche quando la questione esecutiva riguarda un solo e diverso titolo, al fine di accentrare la fase esecutiva presso un unico organo giurisdizionale.

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Pubblicato il 14 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Competenza del Giudice dell’Esecuzione: la Cassazione stabilisce un criterio unico

La determinazione della competenza del giudice dell’esecuzione rappresenta un aspetto cruciale della procedura penale, soprattutto quando un soggetto è destinatario di più provvedimenti di condanna emessi da giudici diversi. Con la sentenza in commento, la Corte di Cassazione interviene per dirimere un conflitto negativo di competenza, ribadendo un principio fondamentale volto a garantire certezza e funzionalità al sistema.

I Fatti di Causa

La vicenda trae origine da una richiesta, avanzata dal Procuratore della Repubblica di Gorizia al Tribunale di La Spezia, di dichiarare l’estinzione di un reato accertato con un decreto penale di condanna. Il Tribunale di La Spezia, in funzione di giudice dell’esecuzione, declinava la propria competenza, sostenendo che essa spettasse al giudice che aveva emesso il decreto stesso.

Gli atti venivano quindi trasmessi al Tribunale di Gorizia, il quale, a sua volta, sollevava un conflitto negativo di competenza. Secondo il giudice goriziano, in presenza di una pluralità di provvedimenti eseguibili nei confronti della stessa persona, la competenza si radica presso il giudice che ha pronunciato la condanna divenuta irrevocabile per ultima, anche se la questione specifica attiene a un diverso titolo esecutivo. Di qui, la necessità dell’intervento della Corte di Cassazione per stabilire quale dei due tribunali dovesse procedere.

La questione sulla competenza del giudice dell’esecuzione penale

Il cuore del problema risiede nell’interpretazione e nell’applicazione delle norme del codice di procedura penale che regolano la competenza in fase esecutiva. Da un lato, vi è la regola generale secondo cui la competenza è del giudice che ha emesso il provvedimento. Dall’altro, l’articolo 665, comma 4, del codice di procedura penale introduce un criterio specifico per i casi di pluralità di sentenze, stabilendo che la competenza appartiene al giudice che ha emesso il provvedimento divenuto irrevocabile per ultimo.

Il Tribunale di Gorizia ha invocato proprio quest’ultima disposizione, sostenendo il principio giurisprudenziale consolidato che mira ad accentrare la fase esecutiva presso un unico giudice, per ragioni di coerenza e di economia processuale. La questione sottoposta alla Suprema Corte era, quindi, se tale criterio di accentramento dovesse prevalere anche quando l’istanza esecutiva riguarda un singolo e specifico provvedimento, diverso dall’ultimo divenuto irrevocabile.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione ha risolto il conflitto accogliendo la tesi del Tribunale di Gorizia e dichiarando la competenza del Tribunale di La Spezia. I giudici di legittimità hanno ribadito con forza l’orientamento consolidato secondo cui, in sede esecutiva, la competenza appartiene al giudice che ha pronunciato la condanna divenuta irrevocabile per ultima.

Il punto centrale della motivazione risiede nella natura dell’art. 665, comma 4, c.p.p. Questa norma, spiega la Corte, introduce un criterio di determinazione della competenza funzionale che si basa su un parametro puramente oggettivo e cronologico. Tale criterio non opera alcuna distinzione in base all’oggetto della questione sollevata: non importa se la richiesta riguardi un solo titolo esecutivo o la totalità di essi. Lo scopo della norma è proprio quello di individuare un unico “giudice dell’esecuzione” per un determinato soggetto, evitando la frammentazione dei procedimenti esecutivi tra più uffici giudiziari.

La Corte ha sottolineato come questa interpretazione, condivisa anche dal Procuratore generale, garantisca la continuità e la coerenza della giurisdizione in fase esecutiva. Pertanto, una volta individuato il giudice competente sulla base del criterio cronologico dell’ultima condanna irrevocabile, questo diventa il punto di riferimento per tutte le questioni esecutive relative a quel condannato.

Le Conclusioni

In conclusione, la sentenza riafferma un principio di fondamentale importanza pratica: in caso di pluralità di condanne definitive, la competenza del giudice dell’esecuzione si concentra presso il giudice che ha emesso l’ultima di esse in ordine di tempo. Questa regola oggettiva prevale su ogni altra considerazione, garantendo che un’unica autorità giudiziaria gestisca l’intera posizione esecutiva del condannato. La decisione della Cassazione, quindi, non solo risolve il caso specifico ma fornisce anche una chiara indicazione operativa per tutti i tribunali, promuovendo l’efficienza e la razionalità del sistema giudiziario nella delicata fase post-condanna.

Chi è il giudice competente nell’esecuzione penale se ci sono più sentenze contro la stessa persona?
In caso di pluralità di provvedimenti eseguibili, la competenza appartiene al giudice che ha pronunciato la condanna divenuta irrevocabile per ultima, ai sensi dell’art. 665, comma 4, del codice di procedura penale.

Questo criterio vale anche se la richiesta di esecuzione riguarda un solo e diverso provvedimento?
Sì, la Corte di Cassazione ha confermato che il principio si applica anche se la questione attiene a un unico e diverso titolo esecutivo. Il criterio cronologico è oggettivo e non fa distinzioni basate sull’oggetto della richiesta.

Perché la legge prevede di accentrare la competenza presso il giudice dell’ultima condanna?
Perché l’art. 665, comma 4, cod. proc. pen. introduce un criterio funzionale basato su un parametro oggettivo (quello cronologico) per evitare la frammentazione dei procedimenti esecutivi e garantire che un unico giudice gestisca l’intera posizione di un condannato, per ragioni di coerenza ed economia processuale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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