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Competenza giudice esecuzione: il ruolo della confisca

La Corte di Cassazione risolve un conflitto negativo di competenza tra due tribunali, stabilendo che la competenza del giudice dell’esecuzione spetta al giudice che ha emesso l’ultimo provvedimento irrevocabile, anche se si tratta di una sentenza di proscioglimento per prescrizione, a condizione che contenga statuizioni con effetti esecutivi, come in questo caso la confisca di un bene.

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Pubblicato il 6 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Competenza Giudice Esecuzione: Quando un’Assoluzione Conta Più di una Condanna

Determinare la competenza del giudice dell’esecuzione è un passaggio cruciale nella fase post-processuale. Ma cosa succede quando un soggetto ha accumulato diverse sentenze da tribunali differenti e l’ultima non è una condanna, bensì un proscioglimento? La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 13287/2025, offre un chiarimento fondamentale: anche una sentenza di proscioglimento per prescrizione può radicare la competenza, a patto che contenga disposizioni esecutive, come una confisca.

Il Contesto del Caso: Un Conflitto tra Tribunali

La vicenda nasce da un incidente di esecuzione sollevato dalla Procura per ottenere la declaratoria di estinzione di una pena inflitta a un individuo. Il Tribunale di Ravenna, inizialmente investito della questione, si dichiara incompetente, indicando come competente il Tribunale di Napoli, in quanto autore dell’ultimo provvedimento divenuto irrevocabile nei confronti del soggetto.

Tuttavia, il Tribunale di Napoli declina a sua volta la competenza, sollevando un conflitto negativo davanti alla Corte di Cassazione. La sua argomentazione si basava sul fatto che la sua sentenza, sebbene fosse l’ultima, era di proscioglimento per intervenuta prescrizione del reato. L’unico elemento esecutivo era la confisca di un assegno bancario, ma, secondo il giudice napoletano, tale statuizione non era sufficiente a radicare la competenza esecutiva generale.

La Decisione sulla competenza del giudice dell’esecuzione

La Corte di Cassazione ha risolto il conflitto dichiarando la competenza del Tribunale di Napoli. La Suprema Corte ha ribadito il principio generale sancito dall’art. 665, comma 4, del codice di procedura penale: in caso di pluralità di provvedimenti emessi da giudici diversi, la competenza a provvedere in fase esecutiva spetta al giudice che ha emesso il provvedimento divenuto irrevocabile per ultimo.

Il punto centrale della decisione è che questo principio vale anche quando l’ultimo provvedimento è una sentenza di proscioglimento, a una condizione specifica: che tale sentenza produca effetti esecutivi concreti.

Le Motivazioni: Il Principio dell’Ultimo Giudicato Esecutivo

La Cassazione ha spiegato che la logica dietro la norma è quella di garantire un esercizio unitario della funzione giurisdizionale esecutiva nei confronti dello stesso soggetto. Per questo motivo, si deve guardare al provvedimento che, per sua natura, è idoneo a generare questioni o “incidenti” in fase esecutiva.

Una sentenza di condanna è, per definizione, idonea a farlo. Tuttavia, anche una sentenza di proscioglimento può esserlo se contiene statuizioni che vanno oltre la semplice declaratoria di non colpevolezza. Nel caso di specie, la sentenza del Tribunale di Napoli, pur prosciogliendo l’imputato per prescrizione, aveva disposto la confisca di un assegno.

L’impatto della confisca nella determinazione della competenza

La confisca è una misura di sicurezza patrimoniale che ha una chiara natura esecutiva. La sua applicazione, la destinazione del bene o la sua eventuale restituzione sono tutte questioni che possono essere portate davanti al giudice dell’esecuzione. Inoltre, i provvedimenti che applicano misure di sicurezza devono essere iscritti nel casellario giudiziale, confermando ulteriormente la loro rilevanza esecutiva.

Pertanto, la presenza della confisca ha reso la sentenza di proscioglimento “suscettibile di ricadute in materia esecutiva”, radicando così la competenza del giudice che l’ha emessa, cioè il Tribunale di Napoli.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

Questa pronuncia consolida un importante principio procedurale. Per individuare il giudice dell’esecuzione competente non bisogna fermarsi alla natura del provvedimento (condanna o proscioglimento), ma è necessario analizzarne il contenuto dispositivo. Se l’ultima sentenza irrevocabile, a prescindere dal suo esito sul merito dell’accusa, contiene statuizioni capaci di impegnare il giudice in fase esecutiva – come l’applicazione di misure di sicurezza reali o personali – essa diventa il fulcro per determinare la competenza. Ciò assicura coerenza e unitarietà nella gestione di tutte le vicende esecutive relative a una stessa persona, evitando la frammentazione dei procedimenti.

Chi è il giudice competente a decidere in fase esecutiva se ci sono più sentenze da giudici diversi?
Secondo l’art. 665, comma 4, c.p.p., la competenza appartiene al giudice che ha emesso il provvedimento divenuto irrevocabile per ultimo.

Una sentenza di proscioglimento può determinare la competenza del giudice dell’esecuzione?
Sì, a condizione che tale sentenza comporti effetti esecutivi, come l’iscrizione nel casellario giudiziale o, come nel caso di specie, contenga statuizioni astrattamente idonee a investire il giudice dell’esecuzione (ad es. una confisca).

La confisca disposta in una sentenza di proscioglimento ha effetti sulla competenza esecutiva?
Sì. Essendo una misura di sicurezza patrimoniale con evidenti ricadute esecutive, la confisca rende la sentenza di proscioglimento rilevante ai fini della determinazione della competenza, radicandola presso il giudice che ha emesso tale provvedimento.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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