LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Competenza giudice esecuzione: il principio guida

La Corte di Cassazione risolve un conflitto sulla competenza del giudice dell’esecuzione in un caso di demolizione di abusi edilizi. Viene stabilito che, in base al principio di ‘perpetuatio iurisdictionis’, la competenza rimane radicata presso il giudice che ha avviato la procedura esecutiva, anche se una successiva sentenza definitiva, emessa da un altro giudice, interviene a carico dello stesso soggetto. La decisione privilegia la stabilità e l’efficienza processuale.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 26 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Competenza Giudice Esecuzione: la Cassazione Fa Chiarezza sul Principio di Perpetuatio Iurisdictionis

Determinare la competenza del giudice dell’esecuzione è un passaggio cruciale per garantire che una sentenza penale definitiva venga correttamente applicata. Un recente intervento della Corte di Cassazione, con la sentenza n. 2871/2024, ha ribadito l’importanza del principio di perpetuatio iurisdictionis per assicurare stabilità ed efficienza al processo esecutivo, specialmente in casi complessi come la demolizione di opere abusive. Questa pronuncia offre chiarimenti fondamentali su quale giudice debba proseguire nella gestione di una procedura già avviata, anche quando interviene una nuova condanna.

I Fatti del Caso: Un Ordine di Demolizione Conteso

La vicenda trae origine da una sentenza del 2006 con cui il Tribunale di Salerno condannava un individuo per una serie di abusi edilizi, ordinando la rimessione in pristino dei luoghi, ovvero la demolizione del manufatto. Non avendo il condannato ottemperato spontaneamente, la Procura della Repubblica presso lo stesso Tribunale avviava la procedura di esecuzione coattiva nel 2009.

Anni dopo, nel 2022, un familiare del condannato presentava un’istanza al Tribunale di Salerno, in qualità di giudice dell’esecuzione, per ottenere la revoca o la sospensione di tale ordine. Il Tribunale, tuttavia, si dichiarava incompetente, sostenendo che la giurisdizione fosse passata alla Corte d’Appello di Salerno, poiché quest’ultima aveva emesso una nuova sentenza di condanna definitiva contro lo stesso soggetto nel 2019. Tale decisione si basava sulla regola generale dell’art. 665 del codice di procedura penale, che attribuisce la competenza al giudice dell’ultima condanna irrevocabile. A questo punto, la Corte d’Appello sollevava un conflitto di competenza dinanzi alla Cassazione.

La Questione di Diritto e la Competenza del Giudice dell’Esecuzione

Il cuore del problema era stabilire se la regola generale dell’art. 665 c.p.p. dovesse prevalere anche quando la fase esecutiva era già stata incardinata e avviata da un altro giudice. La Corte d’Appello sosteneva che, essendo la procedura di demolizione iniziata nel 2009, la competenza del Tribunale di Salerno si era ormai radicata e non poteva essere spostata per un evento successivo. Si appellava, quindi, al principio della perpetuatio iurisdictionis.

Questo principio fondamentale del nostro ordinamento stabilisce che la competenza si determina con riferimento alla situazione esistente al momento dell’inizio del procedimento e non può essere influenzata da eventi successivi. L’obiettivo è garantire certezza, stabilità e celerità, evitando che un fascicolo venga trasferito continuamente tra uffici giudiziari diversi, con conseguenti ritardi e inefficienze.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha accolto la tesi della Corte d’Appello, dichiarando la competenza del Tribunale di Salerno. I giudici hanno affermato che il principio della perpetuatio iurisdictionis è pienamente applicabile in materia di esecuzione penale. Una volta che il Pubblico Ministero ha avviato la procedura esecutiva presso il giudice competente in quel momento, la giurisdizione di quest’ultimo si consolida e non può essere messa in discussione da successive sentenze di condanna.

La Corte ha sottolineato che questa regola è particolarmente importante per procedure complesse e di lunga durata, come l’esecuzione di un ordine di demolizione. Tali attività richiedono una serie di atti concatenati e tempi tecnici non brevi. Interrompere e trasferire il procedimento a un’altra autorità giudiziaria ogni volta che interviene una nuova condanna definitiva vanificherebbe l’efficacia del comando giudiziale e frustrerebbe l’intero processo esecutivo. La competenza, una volta radicata, rimane ferma non solo per gli incidenti di esecuzione sollevati dalle parti, ma anche per l’intera gestione della procedura da parte del Pubblico Ministero.

Conclusioni: La Stabilità della Giurisdizione come Garanzia di Efficienza

La sentenza in commento rafforza un principio cardine della procedura penale: la stabilità della giurisdizione. La decisione chiarisce che la competenza del giudice dell’esecuzione, una volta avviata la procedura, non è soggetta a continui cambiamenti. Questo garantisce che i procedimenti, soprattutto quelli più articolati come le demolizioni, possano proseguire senza interruzioni e frammentazioni. In definitiva, la pronuncia della Cassazione tutela l’effettività della giustizia, assicurando che le sentenze definitive trovino concreta e celere applicazione, un obiettivo primario dello Stato di diritto.

Chi è il giudice competente per l’esecuzione di una sentenza penale?
Di norma, la competenza spetta al giudice che ha emesso il provvedimento divenuto irrevocabile per ultimo. Tuttavia, come chiarito dalla sentenza, se la procedura esecutiva è già stata avviata, la competenza resta radicata presso il giudice che l’ha iniziata.

Cosa significa il principio di perpetuatio iurisdictionis nell’esecuzione penale?
Significa che la competenza del giudice, determinata al momento in cui la procedura esecutiva ha inizio, non viene meno a causa di eventi successivi, come il passaggio in giudicato di un’altra sentenza emessa da un giudice diverso. Questo garantisce continuità ed efficienza all’azione giudiziaria.

La competenza del giudice dell’esecuzione può cambiare se interviene una nuova condanna definitiva?
No, se la procedura esecutiva è già in corso. La sentenza stabilisce che il passaggio in giudicato di una successiva sentenza di condanna non è sufficiente a spostare la competenza a un altro giudice, poiché prevale il principio della perpetuatio iurisdictionis che cristallizza la competenza presso il giudice che ha dato avvio all’esecuzione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati