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Competenza giudice esecuzione: il caso di più imputati

La Corte di Cassazione annulla un’ordinanza relativa a una demolizione, stabilendo un principio chiave sulla competenza del giudice dell’esecuzione. In un processo con più imputati, se la sentenza di primo grado viene riformata in appello anche solo per alcuni di essi, la competenza per la fase esecutiva passa alla Corte d’appello per tutti i coimputati, inclusi quelli che non hanno proposto impugnazione. Di conseguenza, l’ordinanza emessa dal tribunale di primo grado è stata dichiarata nulla per incompetenza funzionale.

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Pubblicato il 1 novembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Competenza Giudice Esecuzione: La Cassazione sul Principio di Unitarietà

La determinazione della competenza del giudice dell’esecuzione in procedimenti con una pluralità di imputati rappresenta una questione procedurale di fondamentale importanza. Una recente sentenza della Corte di Cassazione, la n. 35221/2025, interviene per ribadire un principio consolidato, quello dell'”unitarietà dell’esecuzione”, specialmente quando la sentenza di primo grado viene riformata in appello. Questo principio garantisce che la gestione della fase esecutiva rimanga coerente e centralizzata presso un unico organo giudiziario.

I Fatti del Caso: Un Ordine di Demolizione Conteso

La vicenda trae origine da una sentenza di condanna per abuso edilizio emessa dal Tribunale nei confronti di più soggetti: i comproprietari di un immobile e l’esecutore materiale dei lavori. A seguito della condanna, veniva disposto anche un ordine di demolizione del manufatto abusivo.

I comproprietari decidevano di impugnare la sentenza dinanzi alla Corte d’Appello, la quale, accogliendo le loro doglianze, dichiarava l’estinzione del reato per intervenuta prescrizione e, di conseguenza, revocava l’ordine di demolizione nei loro confronti.

L’esecutore dei lavori, invece, non proponeva appello. Pertanto, la sentenza di condanna e il relativo ordine di demolizione diventavano definitivi nei suoi confronti. Sulla base di questo titolo esecutivo, il Pubblico Ministero emetteva un’ingiunzione a demolire l’immobile. I proprietari, vedendosi destinatari di un’azione esecutiva derivante dalla condanna di un altro soggetto, si opponevano dinanzi al giudice dell’esecuzione del Tribunale, chiedendo la revoca dell’ordine. Il Tribunale, tuttavia, rigettava la loro istanza.

La Questione sulla Competenza del Giudice dell’Esecuzione

I proprietari ricorrevano quindi in Cassazione, sollevando come motivo principale l’incompetenza funzionale del Tribunale a decidere sulla questione. Essi sostenevano che, in base all’art. 665, comma 4, del codice di procedura penale, la competenza a provvedere “in executivis” si fosse trasferita alla Corte d’Appello. Questo perché la Corte d’Appello aveva modificato sostanzialmente la sentenza di primo grado, anche se solo per alcuni degli imputati.

Il nucleo del problema giuridico era quindi stabilire quale giudice fosse competente a gestire la fase esecutiva quando, in un processo con più imputati, la sentenza di primo grado viene appellata e riformata solo per alcuni di essi, mentre per altri diventa definitiva. La difesa argomentava che il principio di unitarietà dell’esecuzione imponeva di concentrare ogni decisione successiva presso il giudice che aveva emesso l’ultima pronuncia di merito rilevante, ovvero la Corte d’Appello.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha ritenuto fondato il motivo di ricorso, accogliendo la tesi dell’incompetenza del Tribunale. Richiamando il proprio consolidato orientamento giurisprudenziale, ha riaffermato con forza il principio dell’unitarietà dell’esecuzione. Questo principio stabilisce che, nei procedimenti con pluralità di imputati, la competenza del giudice d’appello a provvedere “in executivis” si estende a tutti i coimputati, non solo a coloro per i quali la sentenza è stata riformata, ma anche a coloro la cui posizione era stata confermata o che non avevano proposto impugnazione.

La Corte ha specificato che la riforma sostanziale della sentenza di primo grado – in questo caso, la declaratoria di estinzione del reato e la revoca dell’ordine di demolizione – radica la competenza funzionale per l’intera fase esecutiva presso il giudice d’appello. Di conseguenza, il Tribunale che si era pronunciato sull’istanza dei ricorrenti era funzionalmente incompetente.

Sulla base di queste considerazioni, la Cassazione ha annullato senza rinvio l’ordinanza impugnata, disponendo la trasmissione degli atti alla Corte d’Appello di Salerno, identificata come l’unico giudice competente a decidere sulla contestata demolizione.

Conclusioni

La sentenza in esame consolida un’importante regola procedurale volta a garantire la coerenza e l’uniformità nella gestione della fase esecutiva delle sentenze penali. La decisione chiarisce che la modifica della sentenza di primo grado in appello, anche se limitata a uno solo dei coimputati, attrae la competenza per l’intera esecuzione presso il giudice dell’impugnazione. Questa regola ha implicazioni pratiche significative, poiché impone ai legali e alle parti di individuare correttamente il giudice a cui rivolgersi per qualsiasi questione sorga dopo il passaggio in giudicato della sentenza, evitando così decisioni nulle per incompetenza.

In un processo con più imputati, se solo alcuni appellano e ottengono una riforma della sentenza, quale giudice è competente per la fase di esecuzione?
In base al principio di unitarietà dell’esecuzione, la competenza funzionale per la fase esecutiva si trasferisce al giudice d’appello che ha riformato la sentenza. Tale competenza si estende a tutti i coimputati, compresi quelli che non hanno impugnato la decisione di primo grado.

Cosa significa il principio di “unitarietà dell’esecuzione”?
È un principio procedurale secondo cui, per garantire coerenza e uniformità, la fase di esecuzione di una sentenza che coinvolge più persone deve essere gestita da un’unica autorità giudiziaria. Se la sentenza viene modificata in appello, questa autorità diventa il giudice d’appello stesso per tutte le parti coinvolte.

Qual è stata la decisione finale della Corte di Cassazione in questo caso?
La Corte di Cassazione ha annullato senza rinvio l’ordinanza impugnata perché emessa da un giudice (il Tribunale) funzionalmente incompetente. Ha quindi disposto la trasmissione di tutti gli atti alla Corte d’Appello, riconoscendola come l’unico giudice competente a decidere sulla questione della demolizione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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