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Competenza giudice esecuzione: Giudice Pace o Ordinario

La Corte di Cassazione risolve un conflitto di giurisdizione, chiarendo la regola sulla competenza del giudice dell’esecuzione. Quando un soggetto ha condanne sia da un Giudice di Pace sia da un giudice ordinario, la competenza per la fase esecutiva spetta sempre a quest’ultimo. Questa norma speciale prevale sulla regola generale che individua la competenza nel giudice che ha emesso l’ultima sentenza irrevocabile.

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Pubblicato il 3 dicembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Competenza Giudice Esecuzione: la Cassazione fa chiarezza tra Giudice di Pace e Giudice Ordinario

La determinazione della competenza del giudice dell’esecuzione rappresenta un momento cruciale nella fase successiva alla condanna definitiva. Un recente intervento della Corte di Cassazione ha risolto un interessante conflitto, offrendo un chiarimento decisivo su chi debba decidere quando un condannato ha riportato sentenze sia da un Giudice di Pace sia da un giudice ordinario. La sentenza analizzata stabilisce un principio fondamentale: la norma speciale prevale sempre su quella generale.

Il Caso: un Conflitto tra Giudice di Pace e Giudice Ordinario

La vicenda nasce da un conflitto negativo di competenza sollevato dal Giudice di Pace di Ravenna nei confronti del Giudice per le indagini preliminari (G.I.P.) del Tribunale di Bologna. Il caso riguardava un procedimento di esecuzione per l’estinzione di una pena inflitta dal G.I.P. di Bologna a un cittadino.

Quest’ultimo, tuttavia, aveva nel suo casellario giudiziale anche una condanna successiva, emessa dal Giudice di Pace di Ravenna e divenuta irrevocabile per ultima. Sulla base della regola generale contenuta nell’art. 665, comma 4, del codice di procedura penale, il G.I.P. di Bologna si era dichiarato incompetente, ritenendo che la giurisdizione spettasse al giudice che aveva emesso l’ultima sentenza definitiva, ovvero il Giudice di Pace.

Di parere opposto, il Giudice di Pace di Ravenna ha sollevato il conflitto davanti alla Corte di Cassazione, sostenendo l’esistenza di una norma speciale che derogava a tale principio.

La Competenza del Giudice dell’Esecuzione e la Norma Speciale

Il cuore della questione giuridica risiede nel rapporto tra due norme. Da un lato, l’art. 665, comma 4, c.p.p. stabilisce il criterio generale per individuare il giudice dell’esecuzione quando una persona è stata condannata con più sentenze: la competenza è del giudice che ha emesso il provvedimento divenuto irrevocabile per ultimo. Questo criterio mira a garantire un’unica gestione della posizione esecutiva del condannato.

Dall’altro lato, esiste una norma speciale, l’art. 40, comma 3, del D.Lgs. 274/2000, che disciplina specificamente la competenza del Giudice di Pace. Questo articolo stabilisce in modo inequivocabile che: «Se i provvedimenti sono stati emessi dal giudice di pace e da altro giudice ordinario, è competente in ogni caso quest’ultimo».

Il quesito, quindi, era quale delle due norme dovesse prevalere in una situazione di concorso tra sentenze di diversa natura.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione, nel risolvere il conflitto, ha aderito all’interpretazione del Giudice di Pace. I giudici hanno affermato che la disposizione contenuta nel D.Lgs. 274/2000 costituisce una norma speciale che prevale sulla regola generale dell’art. 665 c.p.p.

Il ragionamento della Corte è lineare: la determinazione della posizione esecutiva di un soggetto deve essere unitaria, ma le regole per individuare il giudice competente possono variare. Nel caso specifico in cui coesistano provvedimenti del Giudice di Pace e di un giudice ordinario, il legislatore ha operato una scelta chiara, attribuendo sempre e comunque la competenza a quest’ultimo.

La regola dell’ultima sentenza irrevocabile, pertanto, viene disapplicata. La competenza si radica presso il giudice ordinario (in questo caso, il G.I.P. del Tribunale di Bologna) non perché la sua sentenza sia l’ultima, ma perché la legge gli affida la gestione di quadri sanzionatori misti e potenzialmente più complessi.

Conclusioni: la Prevalenza del Giudice Ordinario

In conclusione, la Corte ha dichiarato la competenza del G.I.P. del Tribunale di Bologna. Questa pronuncia consolida un importante principio di procedura penale: in materia di esecuzione, la presenza di una condanna emessa da un giudice ordinario attira a sé la competenza per tutti i provvedimenti, anche quelli emessi dal Giudice di Pace. Per gli operatori del diritto, ciò significa che, di fronte a un casellario giudiziale che include sentenze di entrambe le tipologie, non è necessario verificare quale sia divenuta irrevocabile per ultima. La competenza funzionale, assoluta e inderogabile, apparterrà sempre e solo al giudice ordinario.

Chi è il giudice competente per l’esecuzione se una persona è stata condannata sia dal Giudice di Pace che da un giudice ordinario?
In base all’art. 40, comma 3, del d.lgs. 274/2000, la competenza spetta sempre e in ogni caso al giudice ordinario, anche se la sentenza del Giudice di Pace è diventata irrevocabile per ultima.

La regola generale secondo cui è competente il giudice che ha emesso l’ultima sentenza irrevocabile si applica sempre?
No, non sempre. Questa regola generale, prevista dall’art. 665, comma 4, del codice di procedura penale, è derogata dalla norma speciale contenuta nel d.lgs. 274/2000 per i casi in cui concorrano sentenze del Giudice di Pace e di un giudice ordinario.

Perché in questi casi la competenza è attribuita al giudice ordinario?
La sentenza chiarisce che si tratta di una ‘norma speciale che prevale sulle regole ordinarie’. La finalità è quella di concentrare la gestione dell’esecuzione di pene di diversa natura e complessità presso il giudice ordinario, ritenuto più idoneo a governare un quadro sanzionatorio composito.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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