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Competenza GIP sequestro: la Cassazione chiarisce

La Corte di Cassazione ha risolto un conflitto di competenza tra il Giudice per le Indagini Preliminari (GIP) e il Tribunale, stabilendo che la competenza GIP sussiste per decidere sulla gestione dei beni sottoposti a sequestro preventivo disposto nel 2012. La Corte ha applicato il principio secondo cui il giudice che emette il provvedimento ablativo resta competente per le questioni gestionali, in continuità con la giurisprudenza precedente alla riforma del 2017.

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Pubblicato il 7 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Competenza GIP per la gestione di sequestri: la Cassazione fa chiarezza

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 15090 del 2025, è intervenuta per dirimere un complesso conflitto di giurisdizione, riaffermando un principio fondamentale in materia di sequestro preventivo. La decisione chiarisce quale giudice abbia la competenza GIP per le istanze di gestione dei beni sequestrati prima della riforma legislativa del 2017, fornendo indicazioni cruciali per gli operatori del diritto.

Il caso: un conflitto tra GIP e Tribunale

Il caso trae origine da un sequestro preventivo disposto nel 2012 ai sensi dell’art. 12-sexies del D.L. 306/1992. Anni dopo, l’amministratore giudiziario dei beni sequestrati ha presentato delle istanze relative alla loro gestione. A questo punto è sorto un conflitto negativo di competenza: sia il Giudice per le indagini preliminari (GIP) sia il Tribunale del medesimo foro si sono dichiarati incompetenti a decidere.

Il Tribunale, richiamando la normativa successiva (art. 104-bis disp. att. c.p.p., introdotto nel 2017) e una certa linea giurisprudenziale, riteneva che la competenza spettasse al GIP, in quanto giudice che aveva originariamente emesso il provvedimento. Il GIP, d’altro canto, sosteneva che non si potesse applicare retroattivamente la nuova normativa, in base al principio tempus regit actum, e che la competenza dovesse quindi ricadere sul Tribunale. La questione, data la paralisi processuale, è stata rimessa alla Corte di Cassazione per la sua risoluzione.

La competenza GIP nella gestione post-sequestro

La Suprema Corte ha risolto il conflitto attribuendo la competenza al Giudice per le indagini preliminari. La decisione si fonda su un’attenta analisi della normativa applicabile ratione temporis e sulla continuità con un orientamento giurisprudenziale consolidato per i sequestri disposti nella vigenza della precedente disciplina.

Analisi della normativa e della giurisprudenza di riferimento

I giudici di legittimità hanno ribadito un principio espresso in precedenti pronunce: per i sequestri preventivi disposti ai sensi dell’art. 12-sexies D.L. 306/1992 (nella formulazione antecedente alla riforma del 2017), la competenza ad adottare i provvedimenti in tema di gestione e amministrazione dei beni spetta al giudice che ha emesso il provvedimento ablativo. Questo orientamento si basa su un’analogia con quanto previsto per il procedimento di prevenzione patrimoniale.

La Corte ha specificato che, sebbene una riforma successiva (Legge n. 161/2017) abbia modificato le regole di competenza per molti reati, il caso di specie rientrava in una tipologia (collegata all’art. 73 del d.P.R. 309/1990) per la quale il vecchio regime normativo manteneva una sua specificità. Il richiamo normativo vigente all’epoca del sequestro imponeva di individuare l’autorità giudiziaria preposta alla gestione proprio nel giudice che aveva disposto il vincolo.

Le motivazioni

La Corte di Cassazione ha motivato la sua decisione sottolineando la necessità di dare continuità all’orientamento giurisprudenziale formatosi prima della modifica dell’art. 104-bis disp. att. c.p.p.. Il Collegio ha chiarito che, per i sequestri disposti nel 2012 per reati come quello in esame, il principio da seguire è quello secondo cui la competenza funzionale per la fase esecutiva e gestionale del sequestro si radica presso l’organo giudiziario che ha imposto la misura. La modifica legislativa del 2017, pur avendo introdotto una nuova regola generale, non può avere efficacia retroattiva su situazioni già consolidate sotto l’imperio della legge precedente, specialmente quando la giurisprudenza aveva già fornito una soluzione chiara e coerente. La Corte distingue, inoltre, il caso in esame da altre situazioni in cui, per reati diversi, si applica la disciplina generale delle misure cautelari, che attribuisce la competenza al giudice che ‘procede’. In questa fattispecie, invece, la specificità del rinvio normativo contenuto nell’art. 12-sexies all’epoca vigente giustifica la permanenza della competenza in capo al GIP che ha emesso il sequestro.

Le conclusioni

In conclusione, la sentenza riafferma un importante punto di diritto intertemporale: per i sequestri preventivi ‘allargati’ disposti prima della riforma del 2017, la competenza a decidere sulle questioni relative alla custodia, gestione e amministrazione dei beni resta incardinata presso il giudice che ha emesso l’originario provvedimento, ovvero il GIP. Questa decisione garantisce certezza giuridica e previene la stasi dei procedimenti, assicurando una gestione continuativa ed efficiente dei patrimoni sottoposti a vincolo penale.

A chi spetta la competenza per la gestione dei beni sequestrati prima della riforma del 2017?
Secondo la Corte di Cassazione, la competenza spetta al giudice che ha emesso il provvedimento di sequestro preventivo, in questo caso il Giudice per le indagini preliminari (GIP).

Perché la Corte non ha applicato la nuova normativa introdotta nel 2017?
La Corte ha ritenuto di non poter applicare retroattivamente la nuova disciplina (Legge 161/2017) in base al principio ‘tempus regit actum’. Ha invece seguito l’orientamento giurisprudenziale consolidato, valido per i sequestri disposti secondo la normativa vigente all’epoca dei fatti (2012).

Qual è il principio chiave affermato dalla sentenza?
Il principio chiave è che, per i sequestri ex art. 12-sexies D.L. 306/1992 disposti prima della riforma, la competenza per le questioni di gestione e amministrazione dei beni si radica presso il giudice che ha emesso il provvedimento ablativo, in analogia con quanto accade nei procedimenti di prevenzione patrimoniale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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