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Competenza esecuzione confisca: chi decide la distruzione

La Cassazione chiarisce la competenza esecuzione confisca. Un Tribunale, dopo aver ordinato la distruzione di beni contraffatti, aveva erroneamente trasferito gli atti al PM per l’esecuzione. La Suprema Corte ha annullato tale provvedimento, qualificandolo come “abnorme”, ribadendo che la competenza a gestire la distruzione dei beni confiscati spetta al giudice che ha emesso la sentenza, e non al Pubblico Ministero, per evitare una paralisi del procedimento.

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Pubblicato il 21 novembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Competenza esecuzione confisca: la Cassazione chiarisce i ruoli

Una recente sentenza della Corte di Cassazione (n. 21611/2024) fa luce su una questione procedurale di fondamentale importanza: la competenza esecuzione confisca. La Suprema Corte ha stabilito con chiarezza a chi spetti il compito di gestire la distruzione dei beni confiscati a seguito di una sentenza penale, annullando un provvedimento definito “abnorme” che aveva creato una paralisi processuale.

I Fatti del Caso

La vicenda ha origine da un processo penale presso il Tribunale di Avellino. All’esito del giudizio, l’imputato veniva assolto, ma il Tribunale disponeva la confisca e la successiva distruzione di materiale sequestrato recante segni contraffatti. Iniziava così la fase esecutiva. Il Tribunale delegava la polizia giudiziaria a procedere con la distruzione, ma sorgeva un problema pratico: non si trovavano ditte disposte a svolgere l’operazione a titolo gratuito. La polizia, dopo aver acquisito dei preventivi di spesa, informava il Tribunale, il quale, anziché risolvere la questione, emetteva un’ordinanza con cui trasmetteva l’intero fascicolo al Pubblico Ministero, ritenendolo competente a provvedere.

La questione sulla competenza esecuzione confisca

Il Procuratore della Repubblica, ritenendo errata tale decisione, presentava ricorso per cassazione. Il nocciolo della questione era semplice ma cruciale: una volta che un giudice ordina la confisca e la distruzione di un bene, chi ha la responsabilità di portare a termine tale ordine? Può il giudice spogliarsi di questa competenza e trasferirla al Pubblico Ministero? Secondo il ricorrente, tale trasferimento non solo era illegittimo, ma configurava un atto “abnorme”, ovvero un provvedimento talmente anomalo da bloccare il corretto funzionamento della giustizia.

Le Motivazioni della Cassazione

La Corte di Cassazione ha accolto pienamente le argomentazioni del Procuratore. I giudici hanno delineato il quadro normativo di riferimento, evidenziando come la legge attribuisca in modo inequivocabile la competenza al giudice che ha emesso il provvedimento.

Il quadro normativo e la ripartizione dei compiti

L’articolo 86 delle disposizioni di attuazione del codice di procedura penale è il pilastro della decisione. Questa norma stabilisce che è la cancelleria del giudice che ha ordinato la confisca a dover provvedere alla vendita o, se questa non è opportuna, alla distruzione dei beni. Il giudice stesso mantiene un potere di supervisione e di intervento, potendo, ad esempio, delegare l’atto materiale della distruzione alla polizia giudiziaria che ha eseguito il sequestro. Tuttavia, la titolarità della procedura e la risoluzione di eventuali problemi (come la gestione dei costi) restano in capo all’ufficio giudiziario che ha emesso la sentenza, non al Pubblico Ministero.

L’abnormità dell’ordinanza impugnata

La Corte ha qualificato l’ordinanza del Tribunale come “funzionalmente abnorme”. Un atto è abnorme non solo quando è bizzarro o stravagante, ma soprattutto quando produce una stasi irreversibile del procedimento. Trasferire la competenza a un soggetto, il Pubblico Ministero, che la legge non individua come titolare di quel potere, significa creare un cortocircuito procedurale. Il PM non avrebbe potuto legittimamente procedere, e il procedimento si sarebbe arenato. Per questo motivo, l’unico rimedio possibile era il ricorso per cassazione per rimuovere questo atto anomalo.

Conclusioni

La sentenza ribadisce un principio fondamentale di organizzazione giudiziaria: il giudice che adotta un provvedimento ablativo, come la confisca, ne conserva la piena competenza anche nella successiva fase esecutiva. Questa regola garantisce chiarezza, efficienza e previene lo stallo dei procedimenti. La decisione del Tribunale di trasferire gli atti è stata quindi annullata senza rinvio, con l’ordine di restituire il fascicolo allo stesso Tribunale affinché porti a compimento, secondo le proprie competenze, la distruzione dei beni confiscati.

Chi è competente a disporre la distruzione dei beni confiscati in una sentenza penale?
La competenza appartiene al giudice che ha ordinato la confisca. L’esecuzione materiale è curata dalla sua cancelleria, che può avvalersi della polizia giudiziaria, ma la responsabilità e la gestione di eventuali problematiche, inclusi i costi, rimangono in capo al giudice stesso.

Cosa si intende per atto “abnorme” nel processo penale?
È un provvedimento che, per la sua anomalia strutturale o funzionale, si colloca al di fuori del sistema normativo processuale e determina una stasi insuperabile del procedimento o una sua indebita regressione a una fase precedente.

Il Pubblico Ministero ha un ruolo nell’esecuzione della confisca e distruzione di beni?
No. Secondo la sentenza, il quadro normativo (in particolare l’art. 86 disp. att. c.p.p.) non affida al Pubblico Ministero alcun ruolo nell’esecuzione della confisca disposta dal giudice in sentenza. Affidargli tale compito è un errore che rende il provvedimento abnorme.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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