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Competenza del giudice dell’esecuzione: la Cassazione chiarisce

La Corte di Cassazione ha risolto un conflitto di giurisdizione tra GIP e Tribunale, stabilendo che la competenza del giudice dell’esecuzione spetta al giudice di primo grado quando la sentenza d’appello si limita a confermare la decisione precedente, senza apportare riforme sostanziali. La decisione si fonda sull’interpretazione dell’art. 665 del codice di procedura penale.

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Pubblicato il 8 novembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Competenza del Giudice dell’Esecuzione: La Cassazione Fa Chiarezza

La determinazione della competenza del giudice dell’esecuzione rappresenta un aspetto cruciale nella fase successiva alla condanna definitiva. Una recente sentenza della Corte di Cassazione (n. 12211/2024) ha risolto un conflitto sorto tra due organi dello stesso Tribunale, offrendo un’interpretazione chiara dell’articolo 665 del codice di procedura penale. La pronuncia stabilisce un principio fondamentale: quando la sentenza di appello si limita a confermare quella di primo grado, la competenza a decidere sulla fase esecutiva rimane incardinata presso il giudice che ha emesso la prima condanna.

I Fatti del Caso: un Conflitto di Competenza

La vicenda trae origine da un’istanza presentata da un condannato per furto aggravato. L’interessato chiedeva l’applicazione di una pena sostitutiva, prevista dalle nuove disposizioni transitorie introdotte dal D.Lgs. 150/2022. La sua condanna era stata pronunciata in primo grado dal Tribunale di Marsala, successivamente confermata dalla Corte di Appello di Palermo e divenuta definitiva.

L’istanza è stata presentata al Tribunale di Marsala, che, in qualità di giudice dell’esecuzione, ha dichiarato la propria incompetenza, ritenendo che la decisione spettasse al Giudice per le Indagini Preliminari (GIP) dello stesso foro. Quest’ultimo, a sua volta, ha sollevato un conflitto di competenza, sostenendo che la decisione dovesse essere presa dal Tribunale. Questa situazione di stallo procedurale ha reso necessario l’intervento della Corte di Cassazione per stabilire quale fosse il giudice corretto a cui rivolgersi.

La Regola Generale sulla Competenza del Giudice dell’Esecuzione

Per dirimere la questione, la Cassazione ha richiamato l’articolo 665 del codice di procedura penale. La norma generale prevede che, in caso di più sentenze di condanna emesse da giudici diversi contro la stessa persona, la competenza funzionale per la fase esecutiva si radica presso il giudice che ha emesso il provvedimento divenuto irrevocabile per ultimo. Questa regola mira a garantire un’unica gestione della posizione esecutiva del condannato.

Tuttavia, la stessa norma prevede un’importante eccezione al comma 2, che si è rivelata decisiva nel caso di specie.

L’Eccezione in Caso di Conferma in Appello

L’articolo 665, comma 2, c.p.p. stabilisce che se la sentenza di appello si limita a confermare quella di primo grado, o la riforma soltanto in relazione alla pena, alle misure di sicurezza o alle disposizioni civili, la competenza del giudice dell’esecuzione rimane attribuita al giudice di primo grado.

La competenza si sposta al giudice d’appello solo quando la sua sentenza opera una “elaborazione sostanziale” della pronuncia di primo grado, con un intervento concretamente riformatore che va oltre la mera conferma o la modifica di aspetti accessori.

Le Motivazioni della Decisione della Cassazione

Nel caso analizzato, la Corte di Appello di Palermo si era limitata a confermare integralmente la sentenza di condanna emessa dal Tribunale di Marsala. Non vi era stata alcuna riforma sostanziale del merito della decisione, ma una semplice ratifica di quanto già stabilito in primo grado.

Applicando il principio sancito dall’art. 665, comma 2, c.p.p., la Cassazione ha ritenuto che la competenza non potesse che essere del giudice di primo grado. La conferma della sentenza da parte della Corte d’Appello non sposta la competenza, che rimane radicata presso l’organo giudiziario che per primo ha giudicato il fatto. Pertanto, il conflitto è stato risolto dichiarando la competenza del Tribunale di Marsala.

Le Conclusioni e le Implicazioni Pratiche

La sentenza ribadisce un principio di diritto chiaro e di fondamentale importanza pratica. La competenza a decidere sulle istanze presentate nella fase esecutiva (come quelle relative a pene sostitutive, benefici penitenziari, etc.) spetta al giudice di primo grado ogni volta che la sentenza d’appello è di mera conferma. Questo evita incertezze procedurali e garantisce che la gestione dell’esecuzione della pena sia affidata al giudice che ha avuto la conoscenza più diretta e completa del processo. Per i difensori e i condannati, questa pronuncia offre una guida sicura su quale autorità giudiziaria adire, prevenendo ritardi e conflitti che potrebbero pregiudicare i diritti della persona.

Chi è il giudice competente per l’esecuzione se la sentenza d’appello conferma quella di primo grado?
In base all’art. 665, comma 2, cod. proc. pen., se la sentenza di appello conferma quella precedente o la modifica solo per aspetti non sostanziali (pena, misure di sicurezza, disposizioni civili), la competenza rimane del giudice di primo grado.

Quando la competenza per l’esecuzione spetta al giudice d’appello?
La competenza spetta al giudice d’appello quando la sua sentenza opera una “elaborazione sostanziale” della pronuncia di primo grado, con un intervento che la riforma concretamente nel merito e non si limita a confermarla.

Quale articolo del codice di procedura penale regola la competenza del giudice dell’esecuzione?
La materia è regolata principalmente dall’articolo 665 del codice di procedura penale, che stabilisce i criteri per individuare il giudice competente a gestire la fase esecutiva di una condanna.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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