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Censura corrispondenza 41-bis: uso del PC e ricorso

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un detenuto in regime speciale. L’uso di un PC per scrivere lettere non impedisce la censura della corrispondenza 41-bis, confermando che tale regime limita le comunicazioni per prevenire contatti con organizzazioni criminali. Il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 7 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Censura corrispondenza 41-bis: l’uso del PC non ferma il controllo

La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, è tornata a pronunciarsi su un tema delicato relativo al regime detentivo speciale. Al centro della questione vi è la censura corrispondenza 41-bis e, in particolare, se l’utilizzo di strumenti moderni come un personal computer per redigere una lettera possa costituire un’eccezione alle rigide regole di controllo. La risposta dei giudici è stata netta, confermando un orientamento ormai consolidato.

Il caso: un ricorso contro il controllo sulla posta

Un detenuto, sottoposto al regime carcerario previsto dall’art. 41-bis dell’ordinamento penitenziario, ha presentato ricorso contro un’ordinanza del Giudice di Sorveglianza. Quest’ultimo aveva legittimato il controllo sulla sua corrispondenza. Il ricorrente, implicitamente, sosteneva che la modalità di redazione della sua lettera, avvenuta tramite un PC, potesse in qualche modo influenzare o limitare il potere di censura dell’amministrazione penitenziaria.

La disciplina della censura corrispondenza 41-bis

Per comprendere la decisione della Corte, è fondamentale richiamare la normativa di riferimento. L’articolo 41-bis dell’ordinamento penitenziario, al comma 2-quater, lettera e), stabilisce che la sospensione delle normali regole di trattamento dei detenuti in regime speciale include la sottoposizione a visto di censura della corrispondenza. Tale controllo mira a impedire contatti con le organizzazioni criminali di appartenenza, garantendo la sicurezza e l’ordine pubblico.
La legge prevede delle eccezioni specifiche: la censura non si applica alla corrispondenza diretta a membri del Parlamento o ad autorità, europee o nazionali, con competenze in materia di giustizia.

Le motivazioni della Corte

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, dichiarandolo inammissibile. I giudici hanno chiarito che la modalità con cui una lettera viene scritta è del tutto irrilevante ai fini dell’applicazione del controllo. La circostanza che la missiva sia redatta con l’ausilio di un PC non fa sorgere alcun diritto specifico per il detenuto né può essere usata per eludere le norme di sicurezza. Il legislatore ha previsto un regime di controllo rigoroso per finalità preventive di eccezionale importanza, e l’uso di un computer non rientra tra le cause di esclusione tassativamente elencate dalla norma. La Corte ha, inoltre, ribadito un precedente orientamento giurisprudenziale (Cass. Pen., Sez. 1, n. 47267/2024), consolidando la propria interpretazione restrittiva.

Le conclusioni e le implicazioni pratiche

L’ordinanza si conclude con la dichiarazione di inammissibilità del ricorso e la conseguente condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali. In aggiunta, è stata disposta la condanna al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende, non essendo emersi elementi idonei a escludere la colpa del ricorrente nel proporre un’impugnazione priva di fondamento. Questa decisione rafforza un principio chiave: il regime del 41-bis è una misura eccezionale che prevale su aspetti secondari, come le modalità tecnologiche di comunicazione. Per i detenuti e gli operatori del diritto, ciò significa che qualsiasi tentativo di aggirare le restrizioni sulla corrispondenza basandosi su argomenti non previsti espressamente dalla legge è destinato a fallire.

L’utilizzo di un computer per scrivere una lettera può impedire la censura della corrispondenza per un detenuto al 41-bis?
No, secondo la Corte di Cassazione, la circostanza che la missiva sia redatta con l’ausilio di un PC è irrilevante e non comporta l’insorgenza di diritti specifici tali da precludere l’applicazione del visto di censura previsto dall’art. 41-bis.

Quali sono le eccezioni alla censura della corrispondenza nel regime 41-bis?
Il provvedimento specifica che la censura non si applica alla corrispondenza con i membri del Parlamento o con autorità europee o nazionali che hanno competenza in materia di giustizia.

Cosa succede quando un ricorso viene dichiarato inammissibile per colpa del ricorrente?
Il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e, in assenza di elementi che escludano la sua colpa, anche al versamento di una somma di denaro in favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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