Carenza di Interesse: Quando un Ricorso in Cassazione Diventa Inutile
Nel labirinto della procedura penale, l’esito di un ricorso può essere determinato non solo dalla fondatezza delle argomentazioni, ma anche da eventi che si verificano durante il suo iter. Un esempio emblematico è la carenza di interesse sopravvenuta, un principio che sottolinea l’importanza della concretezza e dell’attualità della tutela richiesta. La sentenza in esame della Corte di Cassazione offre uno spunto chiaro su come un provvedimento favorevole, emesso mentre un ricorso è pendente, possa di fatto neutralizzarlo, rendendolo inammissibile.
I Fatti del Processo
Il caso ha origine dalla richiesta di un imputato, sottoposto a custodia cautelare in carcere per reati legati agli stupefacenti, di ottenere la sostituzione della misura con gli arresti domiciliari. L’istanza era stata respinta sia dal Giudice per le Indagini Preliminari (GIP) sia, in sede di appello, dal Tribunale della Libertà di Roma.
La difesa aveva presentato ricorso in Cassazione, lamentando una violazione di legge e un vizio di motivazione. Tra gli elementi a sostegno della richiesta, venivano evidenziate nuove circostanze familiari significative: l’imminente paternità per la quarta volta, le difficoltà della compagna nel gestire da sola il nucleo familiare e la disponibilità dei genitori dell’imputato ad accogliere l’intera famiglia. L’obiettivo era non solo ottenere una misura meno afflittiva, ma anche allontanare l’imputato da contesti criminali e favorirne il reinserimento lavorativo.
L’Impatto del Nuovo Provvedimento sulla Carenza di Interesse
Il punto di svolta, che ha determinato l’esito del ricorso in Cassazione, è stato un evento esterno al giudizio di legittimità. Mentre il ricorso era in attesa di essere discusso, il GIP del Tribunale di Roma, con un nuovo e autonomo provvedimento, ha accolto la richiesta dell’imputato. Ha infatti sostituito la custodia in carcere con gli arresti domiciliari, ritenendo questi ultimi sufficienti a salvaguardare le esigenze cautelari.
Questa decisione ha avuto un effetto dirompente sul ricorso pendente in Cassazione. L’imputato aveva già ottenuto esattamente ciò che chiedeva: la sostituzione della misura detentiva. Di conseguenza, il suo interesse a ottenere una pronuncia dalla Suprema Corte sull’originario provvedimento di rigetto è venuto meno.
Le motivazioni della Cassazione
La Corte di Cassazione, preso atto del nuovo provvedimento, ha dichiarato il ricorso inammissibile per “sopravvenuta carenza di interesse“. Il ragionamento della Corte è lineare e si fonda su un principio cardine del nostro ordinamento processuale: un’impugnazione è ammissibile solo se chi la propone ha un interesse concreto, attuale e giuridicamente rilevante a ottenere una riforma o l’annullamento del provvedimento impugnato.
Nel momento in cui l’obiettivo del ricorso è stato raggiunto per altra via, tale interesse cessa di esistere. La pronuncia della Corte non sarebbe più in grado di produrre alcun effetto pratico favorevole per il ricorrente. Continuare il giudizio sarebbe, pertanto, un’inutile dispendio di attività processuale.
Conclusioni: L’Economia Processuale e l’Interesse ad Agire
La decisione evidenzia l’importanza del principio di economia processuale e della persistenza dell’interesse ad agire per tutta la durata del processo. Non è sufficiente che l’interesse esista al momento della proposizione del ricorso; deve sussistere fino al momento della decisione. Questo caso dimostra come la dinamicità delle vicende processuali possa influenzare direttamente l’ammissibilità di un’impugnazione. Per gli operatori del diritto, ciò significa monitorare costantemente la situazione del proprio assistito, poiché un provvedimento favorevole ottenuto in un’altra sede può risolvere la questione in modo più rapido ed efficace di un lungo e incerto giudizio di legittimità.
Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile per sopravvenuta carenza di interesse, poiché il ricorrente ha ottenuto la sostituzione della custodia in carcere con gli arresti domiciliari tramite un nuovo provvedimento del Giudice per le indagini preliminari, mentre il ricorso in Cassazione era ancora pendente.
Cosa significa “sopravvenuta carenza di interesse”?
Significa che, nel corso del procedimento, si è verificato un evento che ha fatto venir meno l’utilità pratica e concreta di una decisione sul ricorso. Avendo già ottenuto il beneficio richiesto (gli arresti domiciliari), il ricorrente non aveva più alcun interesse a una pronuncia della Cassazione sul precedente diniego.
Qual era lo scopo originario del ricorso in Cassazione?
Lo scopo originario era ottenere l’annullamento dell’ordinanza del Tribunale della Libertà che aveva confermato il rigetto dell’istanza di sostituzione della custodia cautelare in carcere con la misura degli arresti domiciliari presso l’abitazione dei genitori.
Testo del provvedimento
Sentenza di Cassazione Penale Sez. 6 Num. 2716 Anno 2025
Penale Sent. Sez. 6 Num. 2716 Anno 2025
Presidente: COGNOME
Relatore: COGNOME
Data Udienza: 04/12/2024
SENTENZA
sul ricorso proposto da COGNOME nato a Roma il 03/01/1992 avverso l’ordinanza del 09/07/2024 del Tribunale della libertà di Roma; visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso; udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME letta la requisitoria del Sostituto Procuratore generale NOME COGNOME che ha chiesto dichiararsi inammissibile il ricorso.
RITENUTO IN FATTO
Con la ordinanza impugnata, il Tribunale di Roma, rigettando l’appello di NOME COGNOME ha confermato l’ordinanza con cui il Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Roma ne ha rigettato l’istanza di sostituzione della misura della custodia cautelare in carcere con quella degli arresti domiciliari in relazione ai reati ex artt. 73 e 74 d.P.R. 9 ottobre 1990 n. 309 descritti nelle imputazioni provvisorie.
Nel ricorso presentato dal difensore di Ventre, si chiede l’annullamento della ordinanza, deducendo violazione di legge e vizio della motivazione nel ritenere la misura degli arresti domiciliari, da applicarsi presso l’abitazione dei genitori del
ricorrente (diversa da quella dello stesso), inadeguata a salvaguardare le esige cautelare.
Si osserva che il Tribunale avrebbe dovuto annullare l’ordinanza del Giudice per le indagini preliminari anzitutto per la carenza grafica della motivazione.
Si evidenzia che la difesa aveva indicato diversi elementi di novità rispe alla situazione precedente: la imminente quarta paternità di Ventre e la diffico della sua compagna a gestire da sola la prole, la disponibilità dei gen dell’imputato a accogliere il figlio con il suo nucleo familiare, per allontanarlo ambienti delinquenziali e favorire il suo reinserimento lavorativo.
CONSIDERATO IN DIRITTO
Va preliminarmente rilevato che con provvedimento (acquisito agli atti) del 28 ottobre 2024, il Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Roma sostituito la misura cautelare della custodia in carcere con gli arresti domici ritenendoli sufficienti a salvaguardare le esigenze cautelari.
Pertanto, il ricorso va dichiarato inammissibile per sopravvenuta carenza d interesse.
P.Q.M.
Dichiara inammissibile il ricorso per sopravvenuta carenza di interesse. Cosi decisa il 04/12/2024
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