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Carenza di interesse: ricorso inammissibile

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile un ricorso per la sostituzione di una misura cautelare. La decisione si fonda sulla sopravvenuta carenza di interesse, poiché l’istante aveva già ottenuto la modifica della misura richiesta prima della decisione, rendendo l’impugnazione priva di scopo.

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Pubblicato il 4 novembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Carenza di Interesse: Quando un Ricorso in Cassazione Diventa Inutile

Nel complesso mondo della giustizia, un principio fondamentale regola l’accesso ai tribunali: per agire in giudizio è necessario avere un interesse concreto e attuale. La recente sentenza della Corte di Cassazione, n. 9440 del 2024, offre un chiaro esempio di come la carenza di interesse sopravvenuta possa determinare l’inammissibilità di un ricorso. Questo concetto è cruciale perché impedisce al sistema giudiziario di occuparsi di questioni ormai prive di rilevanza pratica per le parti.

Il Caso: Dalla Custodia Cautelare alla Richiesta di Sostituzione

La vicenda ha origine da un procedimento penale a carico di un individuo per reati legati agli stupefacenti, previsti dagli articoli 73 e 74 del D.P.R. 309/1990. All’indagato era stata applicata la misura della custodia cautelare in carcere. Successivamente, il suo difensore ha presentato un’istanza per ottenere la sostituzione di tale misura con una meno afflittiva.

L’istanza è stata respinta e, contro tale decisione, è stato proposto un appello cautelare al Tribunale di Lecce, il quale ha confermato il provvedimento di rigetto. Non soddisfatto, l’interessato, tramite il suo legale, ha deciso di portare la questione fino all’ultimo grado di giudizio, proponendo ricorso per cassazione.

La Svolta del Procedimento e la Rinuncia al Ricorso

Mentre il ricorso era pendente davanti alla Suprema Corte, si è verificato un evento decisivo. Il difensore del ricorrente ha comunicato alla Cancelleria della Corte di aver ottenuto, in un’altra sede, proprio ciò che chiedeva con il ricorso: la sostituzione della misura cautelare. Questo fatto nuovo, avvenuto il 30 novembre 2023, ha cambiato radicalmente le carte in tavola.

Di conseguenza, il legale ha formalizzato un atto di rinuncia all’impugnazione, facendo presente che il suo assistito non aveva più alcun interesse a proseguire il giudizio in Cassazione, avendo già raggiunto il suo obiettivo.

La Decisione della Cassazione sulla Carenza di Interesse

La Corte di Cassazione, presa visione della rinuncia e degli atti, ha dichiarato il ricorso inammissibile proprio per sopravvenuta carenza di interesse. La decisione si basa su un ragionamento logico e di economia processuale.

Le motivazioni

I giudici hanno osservato che lo scopo del ricorso era quello di ottenere l’annullamento dell’ordinanza che negava la sostituzione della misura cautelare. Tuttavia, dal momento che il ricorrente aveva nel frattempo ottenuto tale sostituzione, l’eventuale accoglimento del ricorso non gli avrebbe arrecato alcun vantaggio ulteriore. L’interesse che sorreggeva l’impugnazione – definito come concreto, attuale e giuridicamente apprezzabile – era venuto meno. Continuare il procedimento sarebbe stato un esercizio puramente teorico, senza alcuna utilità pratica per il ricorrente. La Corte ha quindi constatato che non persisteva più un interesse a rimuovere una decisione che, seppur potenzialmente pregiudizievole in origine, non produceva più effetti negativi concreti.

Le conclusioni

La sentenza stabilisce un importante principio pratico: se l’obiettivo di un’impugnazione viene raggiunto con altri mezzi mentre il processo è in corso, il ricorso diventa inammissibile. Questa forma di inammissibilità, derivante da una carenza di interesse sopravvenuta e non da un vizio originario dell’atto, ha una conseguenza favorevole per il ricorrente: non comporta la condanna al pagamento delle spese processuali né di una sanzione pecuniaria alla Cassa delle ammende. La decisione, quindi, non solo chiarisce un aspetto procedurale fondamentale ma evita anche di gravare economicamente su una parte che, di fatto, ha già visto soddisfatte le proprie ragioni.

Per quale motivo il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile per sopravvenuta carenza di interesse, poiché il ricorrente aveva già ottenuto la sostituzione della misura cautelare che era l’oggetto della sua richiesta, rendendo inutile una decisione nel merito da parte della Corte.

Cosa si intende per ‘sopravvenuta carenza di interesse’ in questo contesto?
Significa che, dopo la presentazione del ricorso, si è verificato un evento nuovo (la sostituzione della misura) che ha soddisfatto pienamente la pretesa del ricorrente. Di conseguenza, egli non ha più un interesse concreto e attuale a ottenere una sentenza favorevole, poiché il risultato desiderato è già stato raggiunto.

Il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali?
No. La Corte di Cassazione ha specificato che la causa di inammissibilità per sopravvenuta carenza di interesse esclude la condanna del ricorrente al pagamento delle spese del procedimento e della sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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