Carenza di Interesse: Quando un Ricorso Diventa Inutile? Analisi di una Sentenza della Cassazione
Il principio della carenza di interesse ad agire rappresenta un cardine del nostro sistema processuale. Un’azione legale, per essere ammissibile, deve perseguire un’utilità concreta per chi la propone. Ma cosa accade quando questa utilità svanisce nel corso del giudizio? Una recente sentenza della Corte di Cassazione (Sez. 6 Penale, Sent. N. 4607/2025) offre un chiaro esempio di questa dinamica, dichiarando inammissibile un ricorso contro una misura cautelare proprio per questo motivo.
I Fatti del Caso: Dalla Condanna alla Richiesta di Estradizione
La vicenda riguarda un cittadino albanese, condannato in via definitiva per rapina a mano armata, per il quale le autorità albanesi avevano richiesto l’estradizione. La Corte di appello di Catania, su richiesta del Ministro della Giustizia, aveva disposto la misura della custodia in carcere nei suoi confronti. Lo scopo di tale misura non era legato a esigenze processuali italiane, ma era unicamente finalizzato a garantire che l’uomo non si sottraesse alla consegna alle autorità albanesi una volta che le esigenze della giustizia italiana fossero terminate.
La difesa dell’uomo ha proposto ricorso per cassazione avverso tale ordinanza, lamentando una mancanza di motivazione riguardo al pericolo di fuga e alla pericolosità sociale del proprio assistito. Inoltre, i legali sostenevano che le esigenze della giustizia italiana non fossero ancora cessate, poiché la pena era stata scontata in regime alternativo e l’esecuzione era ancora formalmente pendente.
Il Ricorso e la Sopravvenuta Carenza di Interesse
Il punto cruciale della vicenda, tuttavia, si è verificato mentre il ricorso era pendente dinanzi alla Suprema Corte. Come accertato dai giudici, in data 27 novembre 2024, il ricorrente è stato scarcerato e consegnato alla polizia penitenziaria per dare corso alla procedura di estradizione verso l’Albania.
Questo evento ha cambiato radicalmente le carte in tavola. L’oggetto del contendere – la legittimità della custodia cautelare in attesa di estradizione – è venuto meno nel momento stesso in cui l’estradizione ha avuto inizio. Il ricorso, che mirava a far annullare quella misura, ha perso ogni sua utilità pratica per il ricorrente.
Le Motivazioni della Corte di Cassazione
La Corte di Cassazione, accogliendo la richiesta del Procuratore Generale, ha dichiarato il ricorso inammissibile per “sopravvenuta carenza di interesse”. I giudici hanno spiegato che l’interesse a ricorrere deve sussistere non solo al momento della proposizione dell’impugnazione, ma per tutta la durata del processo. Se, per eventi sopravvenuti, la decisione del giudice non può più portare alcun vantaggio pratico al ricorrente, il giudizio non può proseguire.
Nel caso specifico, la misura cautelare aveva come unico fine quello di assicurare l’estradizione. Una volta che l’uomo è stato preso in carico per essere effettivamente estradato, la misura aveva esaurito la sua funzione. Di conseguenza, una qualsiasi pronuncia della Cassazione sulla sua legittimità originaria sarebbe stata priva di effetti concreti per il ricorrente, che era già avviato verso il suo paese d’origine. Pertanto, l’impugnazione è stata ritenuta inammissibile.
Conclusioni: L’Importanza dell’Interesse ad Agire
Questa sentenza ribadisce un principio fondamentale: il processo non è un’arena per dibattiti astratti, ma uno strumento per risolvere controversie reali e attuali. La carenza di interesse sopravvenuta agisce come un meccanismo di economia processuale, evitando che le corti si pronuncino su questioni che gli eventi hanno già superato e risolto nei fatti. Per gli operatori del diritto, ciò sottolinea l’importanza di valutare costantemente la persistenza dell’utilità pratica di un’azione legale, poiché il suo venir meno ne determina inesorabilmente l’inammissibilità.
Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile per sopravvenuta carenza di interesse, poiché il ricorrente è stato effettivamente consegnato alle autorità per l’estradizione prima della decisione della Corte. Questo ha reso inutile una pronuncia sulla legittimità della misura cautelare che serviva proprio a garantire tale consegna.
Cosa significa “sopravvenuta carenza di interesse” in questo contesto?
Significa che un evento successivo alla presentazione del ricorso (l’avvio della procedura di estradizione) ha fatto venir meno qualsiasi vantaggio pratico che il ricorrente avrebbe potuto ottenere da una decisione a lui favorevole, rendendo il proseguimento del giudizio privo di scopo.
Qual era la finalità della misura cautelare applicata dalla Corte di appello?
La misura della custodia in carcere era stata applicata al solo scopo di assicurare l’esecuzione del decreto di estradizione verso l’Albania, garantendo che la persona non si sottraesse alla consegna una volta cessate le esigenze della giustizia italiana.
Testo del provvedimento
Sentenza di Cassazione Penale Sez. 6 Num. 4607 Anno 2025
Penale Sent. Sez. 6 Num. 4607 Anno 2025
Presidente: COGNOME NOME COGNOME
Relatore: COGNOME
Data Udienza: 14/01/2025
SENTENZA
sul ricorso proposto da
COGNOME COGNOME nato in Albania il 01/04/1979
avverso la ordinanza del 29/10/2024 della Corte di appello di Catania lette le conclusioni del Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procurato
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso; udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME; generale NOME COGNOME che ha chiesto l’annullamento con rinvio.
RITENUTO IN FATTO
Con l’ordinanza in epigrafe la Corte di appello di Catania, su richiesta d Ministro della Giustizia, ha applicato a NOME COGNOME la misura cautelare del custodia in carcere finalizzata alla esecuzione della estradizione verso l’Albania predetto, condannato per rapina a mano armata.
Avverso la ordinanza hanno proposto ricorso per cassazione i difensori di NOME COGNOME deducendo con unico motivo mancanza di motivazione in ordine al pericolo di fuga e alla pericolosità sociale del COGNOME, segnalando – peraltro il Ministro aveva subordinatamente richiesto misura anche meno afflittiva. Inoltre la ordinanza ha omesso di considerare che non possono risultare affatto cessate le esigenze per la giustizia italiana, posto che la data di cessazione della espiata in regime alternativo alla detenzione, quale l’affidamento in prova ai ser sociali, deve tener conto dell’esame ex art. 47, comma 12, O.P. demandato al Tribunale di Sorveglianza, così risultando l’esecuzione della pena ancor formalmente pendente.
3.In assenza di richiesta di trattazione orale, il Procuratore general formulato le sue conclusioni scritte riportate in epigrafe.
CONSIDERATO IN DIRITTO
Il ricorso è inammissibile per sopravvenuta carenza di interesse.
La ordinanza ha applicato la misura della custodia in carcere ai fini del esecuzione del decreto di estradizione verso la Repubblica di Albania, dopo l’intervenuto giudicato favorevole sulla estradizione del ricorrente, essendo consegna rinviata ai sensi dell’art. 19 par. 1 della Convenzione europea estradizione del 13 dicembre 1957, a seguito di istanza del Ministro della Giustiz sul rilievo che in data 24 ottobre 2024 sono cessate le esigenze per la giust italiana sulla scorta delle quali la consegna era stata rinviata, ritenendo la m applicata unica adeguata a garantire l’esecuzione del decreto di estradizione.
Come risulta dalla acquisita posizione giuridica, il ricorrente, in d 27/11/2024 è stato scarcerato per essere consegnato alla polizia penitenziaria p la successiva estradizione in Albania.
Ne consegue la inammissibilità del ricorso per sopravvenuta carenza di interesse.
P.Q.M.
Dichiara inammissibile il ricorso per sopravvenuta carenza di interesse. Così deciso il 14/01/2025.