Carenza di Interesse: Quando un Ricorso Diventa Inutile
Nel complesso mondo della procedura penale, non basta avere ragione per vincere una causa: è necessario avere anche un interesse concreto e attuale alla decisione. Il principio della carenza di interesse è fondamentale e ci ricorda che i processi non sono esercizi di stile, ma strumenti per risolvere controversie reali. Una recente sentenza della Corte di Cassazione illustra perfettamente questo concetto, dichiarando inammissibile un ricorso perché i fatti avevano superato la questione giuridica.
I Fatti del Caso: Dall’Estradizione al Ricorso in Cassazione
Un soggetto, in attesa di essere estradato verso gli Stati Uniti, si trovava inizialmente agli arresti domiciliari. Una volta che la sentenza che autorizzava l’estradizione era diventata definitiva, la Corte di Appello, su richiesta del Procuratore generale, ha aggravato la misura, disponendo la custodia in carcere. La ragione era semplice: il pericolo di fuga, a quel punto, era diventato più concreto e grave, e bisognava assicurare la consegna del soggetto alle autorità statunitensi.
Il difensore ha impugnato questa decisione dinanzi alla Corte di Cassazione, sostenendo un vizio di procedura. A suo avviso, una volta decisa l’estradizione, solo il Ministro della Giustizia avrebbe avuto il potere di richiedere l’applicazione della custodia in carcere, non il Procuratore generale.
La Questione Giuridica e la Sopravvenuta Carenza di Interesse
Il cuore della vicenda, tuttavia, non risiede nel merito della questione sollevata dalla difesa. Mentre il ricorso era pendente, è accaduto un fatto decisivo: il ricorrente è stato effettivamente estradato. Questo evento ha cambiato radicalmente le carte in tavola. La misura cautelare della custodia in carcere in Italia, oggetto del ricorso, aveva perso ogni sua efficacia. L’obiettivo della misura – assicurare la consegna del soggetto – era stato raggiunto. Di conseguenza, una qualsiasi decisione della Cassazione sulla legittimità di quell’ordinanza sarebbe stata priva di effetti pratici per il ricorrente. Si è verificata, in termini tecnici, una “sopravvenuta carenza di interesse“, che ha reso il ricorso inammissibile.
L’Interesse Residuo alla Riparazione per Ingiusta Detenzione
Il difensore, prevedendo questa obiezione, ha tentato un’ultima mossa. Ha sostenuto che, nonostante l’avvenuta estradizione, persisteva un interesse a far decidere il ricorso. Una eventuale pronuncia di illegittimità della custodia in carcere, infatti, avrebbe potuto aprire la strada a una futura richiesta di riparazione per ingiusta detenzione. In pratica, si chiedeva alla Corte di pronunciarsi non per un’utilità immediata, ma per una potenziale utilità futura.
Le Motivazioni della Decisione
La Corte di Cassazione ha respinto anche questa tesi, basandosi su un consolidato orientamento delle Sezioni Unite. I giudici hanno chiarito che, affinché un ricorso contro una misura cautelare ormai inefficace possa proseguire in vista di una futura richiesta di risarcimento, non è sufficiente una generica affermazione di interesse. È necessario che la parte interessata, personalmente, presenti una deduzione specifica e motivata che spieghi in termini concreti il pregiudizio che subirebbe dal mancato esame del ricorso. Nel caso di specie, questa istanza era stata formulata solo oralmente dal difensore durante l’udienza, una modalità ritenuta insufficiente dalla Corte per soddisfare i requisiti richiesti. Mancando una formale e personale richiesta dell’interessato, la Corte ha confermato la declaratoria di inammissibilità per sopravvenuta carenza di interesse.
Le Conclusioni e le Implicazioni Pratiche
Questa sentenza ribadisce due principi procedurali di grande importanza. In primo luogo, un’impugnazione deve sempre rispondere a un interesse concreto e attuale. Se gli eventi rendono la questione irrilevante, il processo si ferma. In secondo luogo, chi intende coltivare un ricorso per finalità future, come la riparazione per ingiusta detenzione, deve farlo rispettando requisiti formali stringenti. Non basta l’iniziativa del difensore, ma occorre una manifestazione di volontà chiara, motivata e personale da parte del diretto interessato, che dimostri il pregiudizio concreto derivante da una mancata decisione nel merito.
Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile per sopravvenuta carenza di interesse, poiché il ricorrente era già stato estradato. Di conseguenza, la misura cautelare della custodia in carcere in Italia, oggetto dell’impugnazione, aveva perso ogni efficacia e una decisione nel merito non avrebbe prodotto alcun effetto pratico.
È possibile continuare un ricorso contro una misura cautelare divenuta inefficace per chiedere la riparazione per ingiusta detenzione?
Sì, ma a condizioni specifiche. Secondo la sentenza, basata su un principio delle Sezioni Unite, è necessario che l’interessato formuli personalmente una richiesta specifica e motivata, spiegando il pregiudizio concreto che deriverebbe dalla mancata decisione. La semplice richiesta del difensore in udienza non è sufficiente.
Qual era il motivo del ricorso originario?
Il ricorso si basava sulla presunta violazione dell’art. 704, comma 3, del codice di procedura penale. La difesa sosteneva che, dopo la decisione favorevole all’estradizione, la legittimazione a richiedere l’applicazione della custodia cautelare spettasse esclusivamente al Ministro della Giustizia e non al Procuratore generale. La Corte, tuttavia, non ha esaminato il merito di questa questione.
Testo del provvedimento
Sentenza di Cassazione Penale Sez. 6 Num. 1920 Anno 2025
Penale Sent. Sez. 6 Num. 1920 Anno 2025
Presidente: NOME COGNOME
Relatore: COGNOME NOME
Data Udienza: 18/12/2024
SENTENZA
sul ricorso proposto da
NOMECOGNOME nato a Roma il 05/09/1984
Avverso l’ordinanza del 11/10/2024 della Corte di appello di Milano
visti gli atti, il provvedimento denunziato e il ricorso; udita la relazione svolta dal consigliere NOME COGNOME udite le richieste del Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procur generale NOME COGNOME che ha concluso chiedendo che il ricorso sia dich inammissibile per sopravvenuta carenza di interesse; udito l’avvocato NOME COGNOME difensore di COGNOME NOME COGNOME che h chiesto che il ricorso venga accolto
RITENUTO IN FATTO
Con l’ordinanza in epigrafe indicata la Corte di appello di Milano ha sost la misura degli arresti domiciliari applicata a NOME COGNOME quella della custodia in carcere. La Corte, in accoglimento della richiesta for dal Procuratore generale, ha ritenuto che, una volta divenuta definitiva la sen con cui sono stati ritenuti sussistenti i presupposti per l’estradizione del
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negli Stati Uniti d’America, fosse più concreto e grave il pericolo di fuga, per cui, per assicurare la consegna del ricercato alle autorità statunitensi, ha aggravato la misura in essere.
Avverso la suddetta ordinanza ha proposto ricorso per cassazione il difensore di NOME COGNOME denunciando un unico motivo di annullamento, per violazione dell’art. 704, comma 3, cod. proc. pen. che, dopo la decisione favorevole all’estradizione, attribuisce al solo Ministro della giustizia la legittimazione a richiedere l’applicazione della custodia cautelare dell’estradando.
CONSIDERATO IN DIRITTO
Il ricorso deve essere dichiarato inammissibile per sopravvenuta carenza di interesse in quanto il ricorrente è stato estradato il 12/12/2024 (come da comunicazione pervenuta dalla Polizia di frontiera di Fiumicino) per cui la misura impugnata ha perso efficacia.
Non può essere accolta l’istanza del difensore, che ha chiesto che il ricorso venga accolto persistendo un interesse alla riparazione per ingiusta detenzione.
Infatti, secondo le Sezioni unite di questa Corte, in tema di ricorso avverso il provvedimento applicativo di una misura cautelare custodiale nelle more revocata o divenuta inefficace, perché possa ritenersi comunque sussistente l’interesse del ricorrente a coltivare l’impugnazione in riferimento a una futura utilizzazione dell’eventuale pronunzia favorevole ai fini del riconoscimento della riparazione per ingiusta detenzione, è necessario che la circostanza formi oggetto di specifica e motivata deduzione, idonea a evidenziare in termini concreti il pregiudizio che deriverebbe dal mancato conseguimento della stessa, formulata personalmente dall’interessato (Sez. U, n. 7931 del 16/12/2010, Testini, Rv. 249002 – 01). Nel caso di specie, invece, l’istanza è stata formulata dal solo difensore in sede di discussione.
P.Q.M.
Dichiara inammissibile il ricorso per sopravvenuta carenza di interesse. Così deciso il 18/12/2024.