Cambio Difensore: Quando non è Possibile Chiedere il Rinvio dell’Udienza
La nomina di un nuovo legale è un diritto fondamentale dell’imputato, ma non costituisce un lasciapassare per aggirare le scadenze procedurali. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha ribadito questo principio, chiarendo che il cambio difensore non giustifica la richiesta di un rinvio dell’udienza se i termini per compiere determinate attività, come la richiesta di discussione orale, sono già spirati. Analizziamo insieme questa importante decisione.
I Fatti del Caso
La vicenda trae origine dal ricorso presentato da un imputato avverso una sentenza della Corte di Appello. Il ricorrente lamentava, tra i vari motivi, la mancata concessione di un rinvio dell’udienza. Tale richiesta era stata avanzata a seguito della nomina di un nuovo avvocato di fiducia, il quale aveva anche addotto un concomitante impegno professionale.
La Corte di Appello aveva già rigettato questa istanza, sottolineando come il cambio nella difesa fosse avvenuto quando i termini per richiedere la trattazione orale del processo erano ormai scaduti. Pertanto, la nomina del nuovo legale non poteva avere l’effetto di riaprire tali termini.
La Decisione della Cassazione sul Cambio Difensore
La Suprema Corte ha confermato in toto la linea della Corte di Appello, dichiarando il ricorso inammissibile. I giudici hanno qualificato il motivo di ricorso come manifestamente infondato e meramente riproduttivo di una censura già adeguatamente esaminata e respinta nel grado precedente.
La Corte ha specificato che la scelta di un nuovo legale non può incidere su decadenze procedurali già maturate. Inoltre, la richiesta di rinvio per un altro impegno professionale del difensore è stata ritenuta inconferente, soprattutto in un contesto processuale celebrato secondo le forme semplificate previste dall’art. 23-bis del d.l. n. 137 del 2020, che non prevedevano la discussione orale in presenza.
Le Motivazioni della Decisione
La motivazione alla base dell’ordinanza si fonda su un principio cardine della procedura penale: la certezza e la perentorietà dei termini processuali. Il diritto di difesa, seppur inviolabile, deve essere esercitato nel rispetto delle regole che governano lo svolgimento del processo. 
Consentire a un cambio difensore di far rivivere termini già scaduti creerebbe una situazione di incertezza e potenziali abusi, permettendo di ritardare indefinitamente la conclusione dei processi. La Corte ha quindi ribadito che:
1.  I termini procedurali sono perentori: una volta scaduti, non possono essere riaperti, neanche a seguito della nomina di un nuovo avvocato.
2.  La scelta del difensore è una strategia processuale: l’imputato e il suo nuovo legale subentrano nel processo nello stato in cui si trova, con tutte le preclusioni e le decadenze già verificatesi.
3.  Il rinvio non è un atto dovuto: la sua concessione è una valutazione discrezionale del giudice, che deve bilanciare il diritto di difesa con il principio della ragionevole durata del processo.
Conclusioni: Implicazioni Pratiche
Questa ordinanza offre un importante monito per imputati e avvocati. La decisione di cambiare legale, specialmente in prossimità di un’udienza, deve essere ponderata con attenzione. Non si può fare affidamento su un automatico rinvio del processo. È fondamentale verificare lo stato del procedimento e le eventuali scadenze già trascorse, poiché il nuovo difensore non avrà la possibilità di compiere attività per le quali i termini sono già spirati. La decisione della Cassazione rafforza la necessità di una gestione diligente e tempestiva della difesa tecnica, sottolineando che le strategie difensive non possono prevalere sulle inderogabili esigenze di efficienza e certezza del sistema processuale.
 
Nominare un nuovo avvocato dà automaticamente diritto a un rinvio dell’udienza?
No, secondo la Corte, la nomina di un nuovo difensore di fiducia non comporta automaticamente il diritto a un rinvio del processo, specialmente se i termini per determinate attività processuali sono già scaduti.
Il cambio di difensore può riaprire termini procedurali già scaduti?
No, la decisione chiarisce che il cambio di difesa non può assumere rilievo in ordine a termini ormai scaduti, come quello per richiedere la trattazione orale del processo.
Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché il motivo era ritenuto manifestamente infondato e riproduceva una censura già adeguatamente confutata dalla Corte di Appello, senza presentare argomentazioni nuove e valide.
 
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 5019 Anno 2024
Penale Ord. Sez. 7   Num. 5019  Anno 2024
Presidente: COGNOME NOME
Relatore: COGNOME NOME
Data Udienza: 19/01/2024
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
COGNOME NOME nato a PESCARA il DATA_NASCITA
avverso la sentenza del 28/04/2023 della CORTE APPELLO di L’AQUILA
dato avviso alle parti; udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
visti gli atti e la sentenza impugnata; esaminato il ricorso di COGNOME NOME
OSSERVA
Ritenuto che il motivo con cui si censura l’omessa concessione del rinvio a seguito d nomina di un nuovo difensore di fiducia da parte del ricorrente è manifestamente infondato riproduttivo di identica censura adeguatamente confutata dalla Corte di appello che ha messo in evidenza come il cambio di difesa non potesse assumere rilievo in ordine agli ormai scadu termini per richiedere la trattazione orale e tantomeno il rinvio con parimente inconfer richiesta di un rinvio per contestuale impegno professionale non possibile in ipotesi di udi celebrata secondo le forme di cui all’art. 23-bis d.l. n. 137 del 2020;
rilevato, pertanto, che il ricorso deve essere dichiarato inammissibile, con la condanna de ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore dell Cassa delle ammende.
P.Q.M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spe processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende. Così deciso il 19/01/2024.