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Cambio del giudice: quando rinnovare il processo?

La Corte di Cassazione conferma una condanna per ricettazione, dichiarando inammissibile il ricorso. Viene chiarito che il cambio del giudice durante il processo non comporta la nullità della sentenza se le parti, con il loro silenzio, acconsentono all’uso delle prove già raccolte. L’eccezione di precedente giudicato (‘ne bis in idem’) è stata respinta perché sollevata per la prima volta in Cassazione.

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Pubblicato il 15 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Cambio del Giudice: Silenzio in Aula, Conseguenze in Sentenza

Il principio di immutabilità del giudice è un caposaldo del giusto processo. Ma cosa accade se, nel corso del dibattimento, il giudice viene sostituito? La sentenza n. 44700/2024 della Corte di Cassazione offre una risposta chiara e pragmatica, sottolineando il ruolo attivo che le parti processuali devono assumere. Il caso in esame riguarda un ricorso contro una condanna per ricettazione, dove il principale motivo di doglianza era proprio il cambio del giudice in primo grado, avvenuto senza una formale rinnovazione dell’istruttoria. Analizziamo la decisione per comprendere le sue importanti implicazioni pratiche.

Il Fatto: Una Condanna e un Ricorso con Molteplici Motivi

Un uomo veniva condannato in primo grado dal Tribunale di Roma alla pena di 4 mesi di reclusione e 200 euro di multa per il reato di ricettazione (art. 648 c.p.). La sentenza veniva successivamente confermata dalla Corte di Appello.

Contro questa decisione, l’imputato proponeva ricorso per cassazione basato su due motivi principali:
1. La violazione delle norme processuali (artt. 179 e 525 c.p.p.) a causa del cambio del giudice titolare del processo in primo grado. Secondo la difesa, la nuova giudice avrebbe dovuto disporre la rinnovazione dell’istruttoria dibattimentale, cioè ripetere l’assunzione delle prove. Non avendolo fatto, la sentenza di primo grado sarebbe nulla.
2. La violazione del principio del ne bis in idem (art. 649 c.p.), sostenendo di essere già stato condannato con sentenza irrevocabile per la stessa condotta relativa a un assegno smarrito.

Inoltre, durante la discussione in Cassazione, la difesa chiedeva in subordine di dichiarare la prescrizione del reato.

La Questione del cambio del giudice nel Processo Penale

Il fulcro del ricorso era la presunta nullità derivante dal cambio del giudice. La difesa sosteneva che il difensore d’ufficio, presente all’udienza del cambio, si era limitato a consentire l’acquisizione di un verbale, ma non aveva espressamente acconsentito all’utilizzo di tutte le prove raccolte dal precedente magistrato. Secondo il ricorrente, in assenza di una chiara richiesta di rinnovazione, il nuovo giudice avrebbe dovuto comunque disporla d’ufficio per garantire il principio di immediatezza.

Gli Altri Motivi di Ricorso: Ne Bis in Idem e Prescrizione

Il secondo motivo si concentrava sulla presunta duplicazione di giudizi per lo stesso fatto, un principio fondamentale del nostro ordinamento. La difesa lamentava che la Corte d’Appello avesse condannato l’imputato per la ricettazione di un assegno per il quale esisteva già una condanna definitiva. Infine, veniva sollevata la questione della prescrizione, calcolando un termine che, a dire della difesa, sarebbe maturato a settembre 2024.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso interamente inammissibile, fornendo motivazioni precise per ciascun punto sollevato.

Il Silenzio-Assenso sul Cambio del Giudice

Sul primo e più importante motivo, la Cassazione ha ribadito un principio consolidato, affermato dalle Sezioni Unite (sentenza Bajrami, n. 41736/2019). Non si può eccepire la violazione dell’art. 525 c.p.p. se le parti, a seguito del mutamento del giudice, non chiedono espressamente la rinnovazione dell’istruttoria. Il silenzio delle parti, assistite da un difensore tecnico, viene interpretato come un consenso implicito all’utilizzo degli atti già acquisiti.
La Corte ha specificato che le parti hanno la facoltà, non l’obbligo, di chiedere la ripetizione delle prove. Se non lo fanno, non possono lamentarsi in seguito. La garanzia dell’immutabilità del giudice serve a tutelare il diritto delle parti di esercitare nuovamente le proprie facoltà processuali, non a imporre una pedissequa e inutile ripetizione di attività già svolte. Nel caso di specie, il difensore non aveva avanzato alcuna richiesta, rendendo la doglianza manifestamente infondata.

L’Inammissibilità del “Ne Bis in Idem”

Anche il secondo motivo è stato giudicato inammissibile, ma per una ragione puramente processuale. La Corte ha rilevato che questa specifica doglianza non era stata presentata nei motivi di appello. L’art. 606, comma 3, c.p.p. stabilisce che non possono essere dedotte in Cassazione questioni non sollevate nel precedente grado di giudizio di merito. Si tratta di una causa di inammissibilità originaria dell’impugnazione, che impedisce alla Suprema Corte di entrare nel merito della questione.

Il Calcolo della Prescrizione

Infine, la richiesta di declaratoria di prescrizione è stata ritenuta manifestamente infondata. La Corte ha ricalcolato i termini, tenendo conto di tutti i periodi di sospensione dovuti ai rinvii delle udienze (per un totale di 1 anno, 9 mesi e 13 giorni). Sulla base di questo calcolo, il termine massimo di prescrizione non sarebbe maturato prima del 2 giugno 2025, ben oltre la data indicata dalla difesa.

Le Conclusioni

La sentenza conferma un orientamento giurisprudenziale di grande rilevanza pratica. La responsabilità di attivarsi in caso di cambio del giudice ricade sulle parti processuali. La difesa ha l’onere di richiedere esplicitamente la rinnovazione dell’istruttoria se la ritiene necessaria per la strategia processuale. In assenza di tale richiesta, il silenzio viene interpretato come consenso all’utilizzabilità degli atti già formati. Questa decisione ribadisce l’importanza della diligenza e della proattività del difensore, il cui comportamento in aula ha conseguenze dirette e definitive sull’esito del processo.

Cosa succede se il giudice cambia durante un processo penale?
Secondo la sentenza, se le parti processuali (incluso il difensore dell’imputato) non chiedono espressamente di ripetere l’assunzione delle prove (rinnovazione dell’istruttoria), si intende che abbiano acconsentito all’utilizzo delle prove già raccolte dal giudice precedente. Pertanto, la sentenza non è nulla per questo motivo.

È possibile sollevare per la prima volta in Cassazione la violazione del principio del “ne bis in idem”?
No. La Corte ha stabilito che i motivi di ricorso non dedotti in appello non possono essere presentati per la prima volta in sede di legittimità. Tale motivo è quindi inammissibile.

Come si calcola la prescrizione in caso di rinvii delle udienze?
I periodi di rinvio dovuti a legittimi impedimenti o richieste della difesa causano la sospensione del decorso della prescrizione. La durata di queste sospensioni deve essere sommata al termine di prescrizione ordinario, posticipando la data in cui il reato si estingue.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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