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Cambio avvocato: l’interrogatorio di garanzia è valido?

La Cassazione ha stabilito che l’interrogatorio di garanzia è valido anche se il nuovo legale, nominato il giorno prima, non ottiene un rinvio. Secondo la Corte, il diritto di difesa è assicurato dalla continuità dell’assistenza del legale rinunciante, obbligato a presenziare fino alla concessione del termine a difesa al successore. Di conseguenza, il rigetto dell’istanza di rinvio e il conseguente cambio avvocato non rendono inefficace la misura cautelare.

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Pubblicato il 7 novembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Cambio Avvocato e Interrogatorio: Quando la Difesa è Garantita?

La nomina di un nuovo legale a ridosso di un atto cruciale come l’interrogatorio di garanzia può generare incertezze sulla validità della procedura. Una recente sentenza della Corte di Cassazione (Sent. n. 10943/2024) affronta proprio il tema del cambio avvocato, chiarendo un principio fondamentale sulla continuità dell’assistenza legale e sulla tutela del diritto di difesa.

La vicenda analizzata riguarda un indagato, destinatario di una misura cautelare di divieto di avvicinamento, che si trovava a dover affrontare l’interrogatorio di garanzia il giorno dopo aver nominato un nuovo difensore di fiducia, a seguito della rinuncia del precedente. La richiesta di rinvio per concedere al nuovo legale un termine a difesa veniva rigettata. È legittima questa decisione? L’interrogatorio è valido?

La Vicenda Processuale: Una Nomina a Ridosso dell’Atto

Il caso ha origine da un’ordinanza del Tribunale di Bari che applicava a un indagato una misura cautelare per i reati di tentata estorsione e lesioni personali. A seguito della rinuncia al mandato da parte del suo primo difensore, l’indagato nominava un nuovo legale di fiducia nel primo pomeriggio del 30 marzo, meno di 24 ore prima dell’interrogatorio di garanzia, fissato per le 9:30 del 31 marzo.

Il nuovo difensore chiedeva al Giudice per le Indagini Preliminari un rinvio per poter studiare gli atti e preparare un’adeguata difesa. L’istanza, tuttavia, veniva respinta. L’interrogatorio si svolgeva regolarmente con la presenza di un sostituto del nuovo difensore. L’indagato, ritenendo leso il suo diritto di difesa, impugnava il provvedimento, sostenendo che il mancato rinvio avesse reso inefficace la misura cautelare.

Il Ricorso in Cassazione e la questione del cambio avvocato

Il ricorrente ha portato la questione dinanzi alla Corte di Cassazione, lamentando una violazione di legge, in particolare dell’art. 108 del codice di procedura penale. La tesi difensiva sosteneva che il rigetto dell’istanza di rinvio fosse illegittimo, poiché il nuovo difensore non aveva avuto il tempo materiale per prepararsi (il cosiddetto ‘termine a difesa’), compromettendo così l’effettività dell’assistenza legale in un momento cruciale del procedimento.

Secondo il ricorrente, il giudice avrebbe dovuto concedere il differimento, invalidando di fatto l’interrogatorio e, di conseguenza, rendendo inefficace la misura cautelare applicata.

La Decisione della Suprema Corte: La Continuità della Difesa

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, ritenendolo infondato e cogliendo l’occasione per ribadire un principio di diritto consolidato. La Corte ha chiarito che la rinuncia o la revoca del mandato da parte del difensore di fiducia produce effetto solo dal momento in cui l’imputato è assistito da un nuovo difensore e, soprattutto, solo dopo che sia decorso l’eventuale termine a difesa concesso a quest’ultimo.

Questo significa che l’avvocato rinunciante ha il dovere di continuare a garantire l’assistenza difensiva fino a quando il passaggio di consegne non sia pienamente effettivo. Questo meccanismo serve a evitare vuoti di tutela che potrebbero pregiudicare i diritti dell’indagato.

Le Motivazioni

Applicando questo principio al caso specifico, la Suprema Corte ha spiegato che non si è verificata alcuna violazione di legge o nullità. Anche se il giudice avesse concesso il termine a difesa al nuovo legale, l’indagato non sarebbe rimasto privo di assistenza. Al contrario, avrebbe dovuto essere assistito durante l’interrogatorio proprio dal difensore rinunciante, il quale, essendo già a conoscenza della vicenda processuale, era obbligato per legge ad assicurare la tutela delle prerogative del suo ex cliente fino al subentro effettivo del collega.

La decisione di non concedere il rinvio rientra nel potere discrezionale del giudice e, in questo contesto, non ha causato alcun ‘vulnus’ (lesione) al diritto di difesa. L’assistenza legale era comunque garantita dalla presenza, obbligatoria per legge, del difensore precedente. Pertanto, il cambio avvocato, pur avvenendo in un momento delicato, non ha inficiato la validità dell’interrogatorio di garanzia.

Le Conclusioni

La sentenza n. 10943/2024 rafforza un importante baluardo a tutela della continuità difensiva. Stabilisce che il sistema processuale prevede un meccanismo di salvaguardia per cui la rinuncia di un difensore non lascia mai l’indagato scoperto. L’obbligo del legale rinunciante di proseguire nell’assistenza neutralizza i rischi derivanti da un cambio avvocato improvviso. Per gli indagati e i loro difensori, ciò significa che la richiesta di un termine a difesa a seguito di una nuova nomina non è un diritto automatico e il suo diniego non comporta, di per sé, la nullità degli atti successivi, a condizione che la continuità dell’assistenza legale sia assicurata.

Se nomino un nuovo avvocato il giorno prima dell’interrogatorio di garanzia, ho diritto a un rinvio?
No, non automaticamente. La sentenza chiarisce che il giudice ha un potere discrezionale nel concedere il rinvio. Il rigetto della richiesta non costituisce una violazione di legge, poiché la continuità della difesa è garantita dal precedente avvocato.

L’avvocato che rinuncia al mandato può smettere subito di assistermi?
No. Secondo la Corte, l’avvocato che rinuncia al mandato è tenuto a garantire l’assistenza difensiva fino a quando non sia decorso l’eventuale termine a difesa concesso al nuovo difensore. La sua rinuncia ha effetto solo da quel momento in poi.

Un interrogatorio svolto senza concedere il termine a difesa al nuovo avvocato è nullo?
No. La sentenza stabilisce che non si configura alcuna nullità dell’interrogatorio, in quanto l’indagato, anche se fosse stato concesso il termine a difesa al nuovo legale, avrebbe dovuto comunque essere assistito dal difensore rinunciante, che ha il dovere di assicurare la tutela delle sue prerogative.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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