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Bancarotta impropria: quando si configura il reato

Un imprenditore, accusato di aver causato il fallimento di una società deviandone sistematicamente i contratti verso una nuova impresa, si è visto annullare la misura cautelare. La Cassazione ha chiarito che lo sviamento di future opportunità commerciali non costituisce bancarotta per distrazione di beni (che richiede beni già esistenti nel patrimonio), ma può integrare il reato di bancarotta impropria da operazioni dolose, se tali manovre causano il dissesto societario.

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Pubblicato il 10 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale

Bancarotta Impropria: la Sottile Linea tra Sviamento di Clientela e Distrazione di Beni

La recente sentenza della Corte di Cassazione, Penale Sent. Sez. 5 Num. 2148 Anno 2025, offre un’analisi cruciale sulla distinzione tra bancarotta per distrazione e bancarotta impropria da operazioni dolose. Il caso esaminato riguarda una complessa operazione di svuotamento aziendale, dove i contratti e le opportunità commerciali di una società sono stati sistematicamente dirottati verso un’altra impresa, di nuova costituzione e riconducibile agli stessi soggetti. Questa pronuncia chiarisce un principio fondamentale: la sottrazione di una mera ‘aspettativa’ di lavoro non integra il reato di distrazione di beni, ma può configurare quello, altrettanto grave, di bancarotta impropria.

Il Caso: Svuotamento Sistematico di una Società

I fatti alla base della vicenda vedono una società, già in difficoltà e oggetto di un provvedimento giudiziario, subire un progressivo calo di fatturato. Parallelamente, un’altra impresa individuale, formalmente intestata a un prestanome ma di fatto gestita dagli stessi individui che controllavano la prima, inizia a ottenere commesse e lavori dalla medesima clientela. L’accusa ha ipotizzato che questa operazione fosse una strategia deliberata per ‘svuotare’ la società originaria, trasferendo di fatto il suo avviamento e i suoi flussi di lavoro alla nuova entità, al fine di sottrarre asset ai creditori e proseguire l’attività imprenditoriale sotto mentite spoglie. L’imprenditore, titolare formale della nuova ditta, era stato sottoposto alla misura cautelare degli arresti domiciliari per bancarotta fraudolenta, riciclaggio e bancarotta impropria.

La Distinzione Cruciale: Bancarotta Distrattiva vs Bancarotta Impropria

Il cuore della decisione della Cassazione risiede nella corretta qualificazione giuridica della condotta. Il ricorso dell’imputato sosteneva che non si potesse parlare di ‘distrazione’ di beni, poiché i ‘blocchi di lavori’ deviati non erano ancora entrati a far parte del patrimonio della società danneggiata. Si trattava, infatti, di future ed eventuali assegnazioni di contratti, basate su un rapporto commerciale consolidato ma non su diritti già acquisiti.

La Corte ha accolto questa tesi, specificando che il reato di bancarotta fraudolenta per distrazione (art. 216 Legge Fallimentare) presuppone l’esistenza di un bene o di un diritto già presente nel patrimonio dell’imprenditore. Distrarre un’aspettativa, per quanto concreta, non equivale a distrarre un bene.

Tuttavia, ciò non rende la condotta lecita. La Cassazione ha riqualificato i fatti nell’alveo della bancarotta impropria da operazioni dolose (art. 223, n. 2 Legge Fallimentare). Questo reato si configura quando gli amministratori (o gestori di fatto) compiono una serie di atti che, pur essendo singolarmente non illeciti, nel loro complesso costituiscono un’operazione dolosa finalizzata a danneggiare la società e i suoi creditori, causandone il dissesto. Lo sviamento sistematico della clientela e dei contratti rientra perfettamente in questa categoria: è un’operazione che erode progressivamente la capacità di profitto dell’azienda, portandola al fallimento.

Le Motivazioni della Cassazione

La Corte ha annullato l’ordinanza cautelare con rinvio, evidenziando l’illogicità della motivazione del tribunale di merito. Quest’ultimo aveva erroneamente confuso le due fattispecie di reato, contestando una condotta distrattiva ‘di fatto’ su beni (i lavori futuri) che non erano giuridicamente parte del patrimonio societario.

Secondo la Suprema Corte, la valutazione corretta non deve concentrarsi sulla singola mancata assegnazione di un contratto, ma sulla pluralità di atti coordinati che, nel loro insieme, rivelano l’intento fraudolento di impoverire una società a vantaggio di un’altra. Questa pluralità di atti, sebbene priva di valenza ‘distrattiva’ in senso tecnico, si sostanzia in un abuso delle funzioni gestorie e in una violazione dei doveri di correttezza, causando un pregiudizio patrimoniale che porta al fallimento. La Corte ha quindi stabilito che, mentre lo svuotamento del patrimonio integrava il danno per i creditori della società originaria (bancarotta distrattiva), l’operazione dolosa che ha causato il dissesto della seconda società integrava il reato di bancarotta impropria.

Le Conclusioni

La sentenza stabilisce un principio di diritto di notevole importanza pratica. Distingue nettamente tra la sottrazione di un bene esistente e la deviazione di opportunità future. Se la prima costituisce bancarotta per distrazione, la seconda, se attuata con una strategia complessiva e dolosa che porta al dissesto, configura il reato di bancarotta impropria. Questa decisione impone ai giudici di merito un’analisi più rigorosa e sistematica delle operazioni societarie che precedono un fallimento, guardando non solo ai singoli atti di disposizione patrimoniale, ma anche a quelle condotte complesse che, pur senza toccare beni già acquisiti, ne impediscono l’acquisizione futura, minando alla base la salute economico-finanziaria dell’impresa. Per gli operatori del diritto, è un monito a qualificare con precisione le condotte, poiché una errata imputazione può portare, come in questo caso, all’annullamento dei provvedimenti.

Sviare futuri contratti da un’azienda verso un’altra costituisce reato di bancarotta distrattiva?
No. Secondo la sentenza, la bancarotta distrattiva richiede la sottrazione di beni o diritti già presenti nel patrimonio dell’impresa. La deviazione di mere aspettative o di future opportunità contrattuali non rientra in questa fattispecie, in quanto non riguarda un bene di cui l’imprenditore avesse già la disponibilità.

In che cosa si differenzia la bancarotta impropria da operazioni dolose dalla bancarotta distrattiva?
La bancarotta distrattiva consiste nel distacco di un bene specifico dal patrimonio dell’impresa fallita. La bancarotta impropria da operazioni dolose, invece, è integrata da una condotta più complessa, spesso una pluralità di atti (anche legittimi se considerati singolarmente), che nel loro insieme costituiscono un’operazione dannosa e fraudolenta che causa il fallimento della società.

È possibile che lo sviamento di clientela configuri un reato di bancarotta?
Sì, ma non come bancarotta distrattiva. La sentenza chiarisce che una condotta di ‘sviamento’ della clientela e delle assegnazioni di lavori, se attuata in modo sistematico e consapevole per impoverire un’azienda e causarne il dissesto, può configurare il reato di bancarotta impropria da operazioni dolose, ai sensi dell’art. 223, n. 2, della Legge Fallimentare.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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