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Bancarotta impropria: quando la pena è proporzionata?

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato che contestava la proporzionalità della pena per il reato di bancarotta impropria da operazioni dolose. L’imputato sosteneva l’incostituzionalità della norma che equipara la sanzione a quella della bancarotta fraudolenta, un reato doloso. La Corte ha respinto la tesi, evidenziando la differente struttura giuridica dei due reati: la bancarotta impropria è un reato di evento, mentre quella fraudolenta è un reato di condotta. Tale differenza strutturale rende il paragone improponibile e giustifica la scelta sanzionatoria del legislatore.

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Pubblicato il 8 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale

Bancarotta Impropria: la Cassazione Conferma la Legittimità della Pena

Una recente sentenza della Corte di Cassazione (n. 15815/2025) ha affrontato una questione cruciale in materia di diritto penale fallimentare: la proporzionalità della pena per il reato di bancarotta impropria da operazioni dolose. La Corte ha stabilito che equiparare la sanzione a quella prevista per la bancarotta fraudolenta non viola i principi costituzionali, data la diversa struttura giuridica dei due illeciti. Questa decisione offre importanti chiarimenti sulla logica sanzionatoria dei reati societari e fallimentari.

Il Caso in Esame: La Sfida alla Pena

Il caso nasce dal ricorso di un imputato condannato per diversi reati fallimentari, tra cui quello di bancarotta impropria previsto dall’art. 223, comma 2, n. 2 della legge fallimentare. L’imputato lamentava che il trattamento sanzionatorio fosse ‘eccessivamente gravoso’, sostenendo l’illegittimità costituzionale della norma. A suo dire, la legge tratta irragionevolmente allo stesso modo un reato ‘preterintenzionale’ (la bancarotta impropria, dove il fallimento è una conseguenza non direttamente voluta dell’operazione dolosa) e un reato pienamente doloso (la bancarotta fraudolenta), violando i principi di uguaglianza e proporzionalità della pena.

La Distinzione Cruciale tra Bancarotta Fraudolenta e Bancarotta Impropria

Il cuore della decisione della Cassazione risiede nella netta distinzione tra le due fattispecie di reato, che l’imputato aveva erroneamente tentato di assimilare.

La Struttura del Reato di Bancarotta Fraudolenta

I reati di bancarotta fraudolenta patrimoniale e documentale (art. 216 legge fall.) sono qualificati come reati di condotta. Essi si perfezionano con l’azione cosciente e volontaria dell’imprenditore (es. distrazione di beni). Il fallimento, sebbene sia una condizione necessaria per la punibilità, rimane un elemento esterno alla condotta, non necessariamente causato da essa né coperto dall’intento doloso dell’agente.

La Struttura del Reato di Bancarotta Impropria da Operazioni Dolose

Al contrario, il delitto di bancarotta impropria da operazioni dolose è un reato di evento. La sua struttura è più complessa:
1. Un primo segmento doloso: l’amministratore compie consapevolmente un’operazione societaria illecita.
2. Un evento successivo: il fallimento della società.

In questo caso, a differenza della bancarotta fraudolenta, deve esistere un nesso di causalità diretto tra l’operazione dolosa e il fallimento. L’elemento psicologico che lega l’operazione all’evento-fallimento viene definito ‘preterintenzionale’, ma ciò non sminuisce la gravità del fatto, che ha origine da una condotta pienamente dolosa che causa la rovina dell’impresa.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

Sulla base di questa distinzione fondamentale, la Corte ha dichiarato il ricorso manifestamente infondato. La tesi del ricorrente è stata definita ‘semplicistica e giuridicamente erronea’ perché metteva a confronto due illeciti strutturalmente non omogenei. Non si possono assimilare reati solo perché appartengono genericamente alla materia fallimentare.

La Corte ha ribadito che il legislatore ha operato una scelta non irragionevole nel prevedere la stessa cornice edittale per entrambi i reati. La gravità della bancarotta impropria risiede proprio nel nesso causale tra un’operazione volontariamente dannosa e la decozione della società. Paragonare questo delitto alla bancarotta fraudolenta solo sotto il profilo dell’elemento soggettivo è una ricostruzione non conforme al dato normativo e alla consolidata giurisprudenza.

Le Conclusioni e le Implicazioni Pratiche

La sentenza consolida un importante principio: la valutazione della proporzionalità di una pena deve tenere conto della struttura complessiva del reato e del bene giuridico tutelato, non solo di un singolo aspetto come l’elemento psicologico. Per gli amministratori e i manager, questa decisione rappresenta un monito severo: le operazioni societarie dolose che portano al fallimento sono punite con la stessa severità degli atti di distrazione tipici della bancarotta fraudolenta, poiché entrambe le condotte minano l’integrità del patrimonio aziendale e la fiducia dei creditori. La scelta legislativa di equiparare le pene è, secondo la Suprema Corte, pienamente legittima e proporzionata alla gravità dei fatti.

Perché la pena per la bancarotta impropria è severa quanto quella per la bancarotta fraudolenta?
La Corte di Cassazione spiega che, sebbene l’elemento psicologico possa apparire diverso, la struttura dei reati è differente. La bancarotta impropria è un reato di evento in cui un’operazione volontariamente illecita causa direttamente il fallimento, rendendo la condotta di pari gravità rispetto alla bancarotta fraudolenta, che è un reato di condotta.

È corretto definire la bancarotta impropria da operazioni dolose un reato ‘preterintenzionale’?
Sì, la sentenza riconosce che il nesso psicologico tra l’operazione dolosa e l’evento-fallimento può essere descritto come ‘preterintenzionale’, poiché il dissesto potrebbe essere una conseguenza che va oltre l’intenzione iniziale. Tuttavia, la condotta di partenza è pienamente dolosa, e questo giustifica la severità della sanzione.

È possibile contestare una pena confrontando reati diversi?
No, a meno che i reati messi a confronto non siano strutturalmente omogenei. La Corte ha stabilito che non si possono paragonare un reato di condotta (bancarotta fraudolenta) e un reato di evento (bancarotta impropria) per dedurne la sproporzione della pena. Un simile confronto è considerato giuridicamente errato.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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