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Bancarotta fraudolenta: vendita alla madre è reato

La Corte di Cassazione conferma la condanna per bancarotta fraudolenta di un imprenditore che aveva venduto alla madre la nuda proprietà di un immobile. L’operazione, avvenuta poco prima del fallimento e realizzata tramite accollo del mutuo, è stata considerata una distrazione di beni, in quanto ha sottratto una garanzia patrimoniale ai creditori, a prescindere dalla possibilità di recuperare il bene con altre azioni legali.

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Pubblicato il 11 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale

Bancarotta Fraudolenta: Anche la Vendita alla Madre è Reato

La bancarotta fraudolenta rappresenta uno dei reati più gravi nel contesto delle crisi d’impresa, poiché colpisce direttamente la garanzia patrimoniale su cui fanno affidamento i creditori. Una recente sentenza della Corte di Cassazione (n. 13608/2024) ha ribadito con fermezza un principio cruciale: la vendita di un bene immobile a un familiare stretto, poco prima del fallimento, integra il reato di distrazione patrimoniale, anche se mascherata da un’operazione apparentemente lecita come la vendita con accollo del mutuo. Vediamo nel dettaglio il caso e le motivazioni della Corte.

I Fatti del Caso: La Vendita Sospetta Prima del Fallimento

Un imprenditore, titolare di una ditta individuale, circa sei mesi prima della dichiarazione di fallimento, decide di trasferire la nuda proprietà di un appartamento alla propria madre, mantenendo per sé il diritto di abitazione. Il prezzo della vendita viene formalmente stabilito in circa 185.000 euro. Tuttavia, tale somma non viene versata in denaro, ma attraverso l’accollo, da parte della madre, delle rate residue di due mutui ipotecari gravanti sull’immobile.

Condannato in primo e secondo grado per bancarotta fraudolenta patrimoniale, l’imprenditore presenta ricorso in Cassazione, sostenendo che l’operazione non avesse carattere distrattivo. A suo dire, la vendita aveva una contropartita economica (l’accollo del mutuo) e, in ogni caso, i creditori avrebbero potuto tutelarsi con altri strumenti legali, come l’azione revocatoria.

L’Analisi della Corte sulla Bancarotta Fraudolenta

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, confermando la condanna e fornendo chiarimenti importanti sulla configurazione del reato. I giudici hanno smontato le tesi difensive, sottolineando che l’elemento centrale del reato è il depauperamento del patrimonio dell’imprenditore a danno della massa dei creditori.

L’Irrilevanza del Corrispettivo Formale

Il punto focale della decisione riguarda la natura dell’operazione. Sebbene formalmente vi fosse un prezzo, pagato tramite l’accollo dei mutui, la Corte ha osservato che questa mossa non ha portato alcun beneficio concreto al patrimonio aziendale. L’accollo dei debiti da parte della madre non è risultato ‘liberatorio’ per l’imprenditore, il quale è rimasto comunque obbligato verso le banche. Di fatto, l’immobile è uscito dal patrimonio aggredibile dai creditori senza una reale diminuzione del passivo. L’operazione è stata quindi giudicata ‘sostanzialmente senza corrispettivo’.

Il Momento della Distrazione e lo Stato di Crisi

Un altro aspetto cruciale è che il reato di distrazione si perfeziona nel momento stesso in cui il bene viene sottratto dal patrimonio, indipendentemente dal fatto che l’impresa fosse già formalmente insolvente. La Corte ha evidenziato che, al tempo della vendita, l’impresa si trovava già in ‘difficoltà economiche’, essendo destinataria di avvisi di accertamento per circa 900.000 euro di IVA non versata. Questa situazione rendeva prevedibile il futuro dissesto e qualificava l’atto di vendita come un tentativo consapevole di mettere in salvo un bene.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte Suprema ha ribadito che la norma sulla bancarotta fraudolenta mira a punire la manovra diretta alla sottrazione dei beni, tutelando anche la mera ‘possibilità di danno’ per i creditori. La condotta di distrazione consiste nel dare a un bene una destinazione diversa da quella di garanzia per i creditori. La successiva dichiarazione di fallimento rende penalmente rilevante un comportamento che si è già perfezionato con il distacco del bene.

È del tutto irrilevante, secondo la Corte, che i creditori dispongano di altri rimedi civilistici, come l’azione revocatoria, per recuperare il bene. L’esistenza di tali strumenti non elimina la natura penale della condotta. Il reato punisce l’atto di spoliazione in sé, in quanto espressivo di una consapevole volontà di pregiudicare le ragioni della massa creditoria. L’intento del legislatore è colpire la manovra fraudolenta a monte, a prescindere dal suo successo finale o dalla possibilità di porvi rimedio in un secondo momento.

Conclusioni

Questa sentenza lancia un messaggio inequivocabile agli imprenditori: qualsiasi operazione che diminuisca il patrimonio aziendale in un momento di difficoltà economica, specialmente se a favore di familiari, sarà attentamente vagliata. La bancarotta fraudolenta non richiede un danno definitivo e irreversibile, ma si configura con la semplice sottrazione di un bene alla sua funzione di garanzia. Fingere una vendita tramite meccanismi come l’accollo del mutuo non è sufficiente a mascherare un’intenzione distrattiva, quando la sostanza dell’operazione è quella di salvare un bene personale a scapito dei creditori.

Vendere un immobile a un familiare prima del fallimento è sempre bancarotta fraudolenta?
Sì, secondo la sentenza, se l’operazione sottrae un bene alla garanzia dei creditori, costituisce un atto di distrazione patrimoniale che integra il reato di bancarotta fraudolenta, a prescindere dalla forma giuridica utilizzata per la vendita.

Se il prezzo di vendita viene pagato tramite l’accollo di un mutuo, il reato è escluso?
No, non è escluso. La Corte ha stabilito che se l’accollo del mutuo non libera il debitore originario e non riduce effettivamente il passivo dell’impresa, l’operazione è considerata ‘sostanzialmente senza corrispettivo’ e non scagiona l’imprenditore dall’accusa di distrazione.

La possibilità per i creditori di recuperare il bene con un’azione revocatoria rende lecita la vendita?
No. La Corte di Cassazione ha chiarito che l’esistenza di rimedi civilistici come l’azione revocatoria è del tutto ininfluente ai fini della sussistenza del reato. La norma penale punisce l’atto di sottrazione in sé, ovvero la manovra fraudolenta, indipendentemente dalla possibilità successiva di recuperare il bene.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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