LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Bancarotta fraudolenta: quando non c’è aggravante

La Corte di Cassazione ha confermato una condanna per bancarotta fraudolenta a carico di un imprenditore che aveva ceduto un immobile e beni strumentali alla ditta della moglie prima del fallimento. Tuttavia, la Corte ha escluso l’aggravante della pluralità dei fatti, ritenendo che le condotte, essendo strettamente collegate nel tempo e nelle modalità, configurassero un unico reato a condotta plurima e non una serie di reati distinti.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 25 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale

Bancarotta Fraudolenta: Quando Più Atti Costituiscono un Unico Reato

La recente sentenza della Corte di Cassazione, n. 37840 del 2025, offre un’importante analisi sul reato di bancarotta fraudolenta, specificando i confini dell’aggravante legata alla pluralità di fatti distrattivi. Il caso riguarda un imprenditore condannato per aver depauperato il patrimonio della sua impresa individuale, poi fallita, a favore di un’altra ditta intestata alla moglie. La Corte, pur confermando la colpevolezza, ha escluso l’aggravante, fornendo criteri chiari per distinguere un reato unico a condotta plurima da una pluralità di reati.

I Fatti del Caso

L’imprenditore, titolare di un’azienda di commercio di macchine agricole, era stato accusato di due principali condotte distrattive prima della dichiarazione di fallimento:
1. La vendita di un immobile aziendale, con annesso deposito, all’impresa individuale della moglie per 220.000 euro, senza però incassare l’intera somma e utilizzando i fondi ricevuti per scopi estranei all’attività d’impresa.
2. La cessione dei beni strumentali della propria azienda alla stessa impresa della moglie, presso la quale l’imputato ha di fatto proseguito la medesima attività commerciale.

Sulla base di questi fatti, sia il Tribunale che la Corte d’Appello avevano condannato l’imprenditore per il delitto di bancarotta fraudolenta distrattiva, ritenendo sussistente anche l’aggravante della pluralità dei fatti.

La Decisione della Cassazione sulla Bancarotta Fraudolenta

La Suprema Corte ha analizzato separatamente i due motivi di ricorso presentati dalla difesa, giungendo a conclusioni opposte.

La Distrazione dell’Immobile e la Tutela dei Creditori

Il primo motivo di ricorso è stato respinto. La difesa sosteneva che la vendita dell’immobile non avesse danneggiato i creditori, in quanto il creditore fondiario (la banca) avrebbe comunque potuto rivalersi sul bene grazie al diritto di seguito (ius sequelae) garantito dall’ipoteca. La Cassazione ha smontato questa tesi, precisando che, sebbene il creditore ipotecario sia tutelato, la vendita pregiudica tutti gli altri creditori (chirografari). Infatti, l’eventuale somma ricavata dalla vendita forzata del bene, eccedente il credito garantito da ipoteca, sarebbe finita nel patrimonio dell’acquirente (l’impresa della moglie) e non nella massa fallimentare, sottraendo così risorse preziose al soddisfacimento degli altri creditori. Anche la cessione dei beni strumentali, pur se di scarso valore, è stata considerata un atto distrattivo poiché avvenuta senza il pagamento di alcun corrispettivo.

L’Aggravante della Pluralità di Fatti: Un Reato Unico

Il secondo motivo di ricorso è stato invece accolto. La Corte ha affrontato la complessa questione dell’aggravante prevista per chi commette più fatti di bancarotta. Richiamando un orientamento giurisprudenziale consolidato, i giudici hanno chiarito che non si può parlare di pluralità di reati quando le diverse condotte distrattive sono strettamente connesse e realizzate in un breve arco temporale con le medesime modalità. In questo caso, la cessione dell’immobile e quella dei beni strumentali erano parte di un unico disegno criminoso: trasferire l’intera attività aziendale all’impresa della moglie per sottrarla ai creditori. Le due condotte, pertanto, non possiedono una ‘autonomia ontologica’ tale da poter essere considerate reati distinti, ma rappresentano manifestazioni di un unico reato di bancarotta a condotta plurima.

Le Motivazioni

La motivazione della Corte si fonda sulla distinzione tra reato a condotta plurima e concorso di reati. Nel caso di specie, le azioni dell’imprenditore, sebbene materialmente distinte (vendita immobile e cessione beni), sono state unificate dal contesto temporale ravvicinato e, soprattutto, dalla finalità unitaria. L’obiettivo era svuotare completamente l’azienda originaria per garantirne la continuità sotto un’altra veste giuridica, al riparo dalle pretese dei creditori. Questa unicità di disegno esclude la configurabilità dell’aggravante, che presuppone invece fatti di bancarotta ontologicamente distinti.

Le Conclusioni

La sentenza è di grande rilevanza pratica. Stabilisce che, ai fini della configurabilità dell’aggravante della pluralità di fatti di bancarotta, non è sufficiente accertare la commissione di più atti di distrazione. È necessario valutare se tali atti, considerati nel loro contesto temporale e finalistico, possano essere ricondotti a un’unica strategia fraudolenta. Se così fosse, si tratterà di un unico reato, escludendo l’applicazione dell’aumento di pena previsto dall’aggravante. La Corte ha quindi annullato la sentenza impugnata limitatamente a tale circostanza, che è stata esclusa, rigettando nel resto il ricorso.

La vendita di un bene ipotecato prima del fallimento costituisce sempre bancarotta fraudolenta?
Sì, secondo la Corte, tale vendita costituisce bancarotta fraudolenta se pregiudica la massa dei creditori. Anche se il creditore ipotecario è tutelato dal diritto di seguito, la vendita sottrae alla procedura fallimentare l’eventuale valore del bene eccedente il debito ipotecario, danneggiando così gli altri creditori.

Più atti di distrazione di beni aziendali comportano automaticamente l’aggravante della pluralità di fatti?
No. La Corte di Cassazione ha chiarito che se più condotte distrattive sono realizzate in un breve arco di tempo, con le stesse modalità e nell’ambito di un unico disegno criminoso, esse configurano un unico reato di bancarotta a condotta plurima. In questo caso, l’aggravante della pluralità dei fatti non si applica.

La cessione senza corrispettivo di beni strumentali di scarso valore è penalmente rilevante?
Sì. La sentenza conferma che anche la cessione di beni di scarso valore senza il pagamento di un corrispettivo costituisce un atto di distrazione rilevante ai fini del reato di bancarotta, in quanto depaupera comunque, seppur in misura ridotta, il patrimonio dell’impresa a danno dei creditori.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati