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Bancarotta fraudolenta e finanziamenti infragruppo

La Corte di Cassazione conferma una condanna per bancarotta fraudolenta a carico di un’amministratrice che aveva sistematicamente finanziato una società collegata in difficoltà, utilizzando le risorse di un’altra azienda da lei gestita. I giudici hanno ritenuto tale condotta una distrazione di beni, poiché i finanziamenti erano privi di giustificazione economica e di prospettive di rientro, causando il dissesto della società erogante. La Corte ha inoltre annullato per prescrizione un’altra accusa relativa all’aggravamento del dissesto della società finanziata.

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Pubblicato il 12 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale

Bancarotta Fraudolenta: Quando il Sostegno a un’Altra Società Diventa Reato

I finanziamenti tra società appartenenti allo stesso gruppo (infragruppo) sono una pratica comune, ma possono nascondere insidie legali molto serie. Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha chiarito i confini tra una legittima operazione di supporto e una condotta penalmente rilevante, che può integrare il grave reato di bancarotta fraudolenta. Il caso analizzato riguarda un’amministratrice condannata per aver prosciugato le risorse di una società sana per finanziare un’altra impresa del gruppo, anch’essa da lei gestita, portando la prima al fallimento. Vediamo nel dettaglio la vicenda e i principi affermati dai giudici.

I Fatti del Caso: Il Tentativo di Salvataggio Finito Male

La vicenda ha come protagonista l’amministratrice unica di due società: “Alpha Catering S.r.l.”, operante nel settore della ristorazione, e “Beta Costruzioni S.r.l.”, attiva nell’edilizia. A partire dal 2010, l’amministratrice ha disposto ripetuti e ingenti finanziamenti da Alpha Catering a favore di Beta Costruzioni, che versava in una grave crisi finanziaria.

Le operazioni contestate includono:
1. Finanziamenti per oltre 460.000 euro: somme trasferite senza alcuna giustificazione contabile né un piano di rientro realistico.
2. Vendita fittizia di quote: la simulazione della vendita del 66% delle quote di Beta Costruzioni a un terzo, con un pagamento previsto tramite 25 cambiali mai consegnate né onorate. L’operazione mirava a mascherare il finanziamento.
3. Operazione estera antieconomica: il versamento di una caparra di 67.500 euro per l’acquisto di un terreno in Grecia, operazione del tutto estranea all’attività di Alpha Catering e mai conclusa, con conseguente perdita della somma.

Queste condotte hanno progressivamente “dissanguato” Alpha Catering, portandola al fallimento nel 2016, seguito a breve da quello di Beta Costruzioni. L’amministratrice è stata quindi accusata di bancarotta fraudolenta per distrazione e di aver aggravato il dissesto di Beta Costruzioni.

La Decisione della Cassazione sulla Bancarotta Fraudolenta

La difesa dell’imputata sosteneva che i finanziamenti fossero una legittima scelta imprenditoriale di diversificazione, compiuta quando Alpha Catering era ancora in bonis (solvente). Tuttavia, la Corte di Cassazione ha respinto questa tesi, confermando la condanna per le condotte distrattive.

La Distrazione di Fondi Tramite Finanziamenti Infragruppo

I giudici hanno stabilito che un’operazione, anche se formalmente lecita, integra la bancarotta fraudolenta quando danneggia consapevolmente l’impresa. Nel caso specifico, i finanziamenti a Beta Costruzioni erano privi di qualsiasi razionalità economica. Alpha Catering, pur non essendo ancora insolvente all’inizio, si trovava già in una situazione di illiquidità a partire dal 2012. Continuare a trasferire ingenti somme a una società in crisi finanziaria, senza garanzie e senza prospettive di restituzione, è stata considerata una palese distrazione di patrimonio a danno dei creditori di Alpha Catering.

L’Operazione Estera: Un’Altra Condotta Distrattiva

Anche l’acquisto del terreno in Grecia è stato qualificato come atto distrattivo. La Corte ha sottolineato che l’operazione era del tutto priva di giustificazioni per la società fallita e al di fuori del suo oggetto sociale. Il mancato recupero della caparra ha confermato il carattere antieconomico e dannoso dell’atto.

Il Reato di Aggravamento del Dissesto e la Prescrizione

Per quanto riguarda l’accusa di aver aggravato il dissesto di Beta Costruzioni, la Corte di Cassazione ha rilevato che il reato era ormai estinto per prescrizione. Il termine massimo di sette anni e sei mesi, decorrente dalla data del fallimento (ottobre 2016), era infatti trascorso prima della decisione finale. Di conseguenza, la Corte ha annullato la condanna per questo specifico capo d’imputazione, disponendo un nuovo processo d’appello per la sola rideterminazione della pena relativa ai reati di distrazione.

Le motivazioni

Le motivazioni della Corte si fondano sul principio che la liceità di un’operazione aziendale dipende dai suoi effetti concreti sul patrimonio sociale e sulla capacità di soddisfare i creditori. Anche un’azione compiuta da un amministratore nell’esercizio delle sue facoltà diventa illecita se consapevolmente dannosa. La Corte ha ritenuto che l’imputata fosse pienamente consapevole della crisi irreversibile di Beta Costruzioni e che i continui finanziamenti da parte di Alpha Catering non avessero alcuna possibilità di successo, configurando così un’azione deliberata di impoverimento della seconda a favore della prima, in violazione degli interessi dei creditori.

Le conclusioni

Questa sentenza ribadisce un principio fondamentale nel diritto fallimentare: i finanziamenti infragruppo non sono vietati, ma devono essere supportati da una valida ragione economica e non devono mettere a repentaglio la stabilità finanziaria della società erogante. Agire senza un piano di recupero, senza garanzie e in un contesto di crisi evidente dell’altra società, trasforma una potenziale strategia di gruppo in una bancarotta fraudolenta per distrazione. Gli amministratori devono quindi agire con estrema prudenza, valutando sempre l’impatto delle proprie decisioni sul patrimonio aziendale e sulla tutela dei creditori.

Finanziare una società collegata in difficoltà è sempre reato di bancarotta fraudolenta?
No, non sempre. Diventa reato quando l’operazione è priva di una reale giustificazione economica, non ha prospettive di rientro del capitale e “dissangua” la società che eroga il finanziamento, mettendone a rischio la stabilità e danneggiando i suoi creditori, come stabilito in questa sentenza.

Cosa succede se un reato fallimentare si prescrive durante il processo in Cassazione?
La Corte di Cassazione annulla la sentenza di condanna per quel reato specifico senza rinviare il caso a un altro giudice. Tuttavia, se ci sono altre accuse non prescritte, il caso viene rinviato alla Corte d’Appello per ricalcolare la pena complessiva basandosi solo sui reati residui.

Un’operazione commerciale compiuta quando la società era ancora “in bonis” (solvente) può costituire distrazione?
Sì. La sentenza chiarisce che anche un’operazione compiuta in un periodo di apparente solvibilità può essere considerata distrattiva se è intrinsecamente antieconomica, estranea all’oggetto sociale e priva di giustificazioni per l’impresa, come nel caso del versamento di una caparra per un terreno in Grecia mai recuperata.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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