LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Bancarotta documentale semplice: Cassazione chiarisce

Un imprenditore, condannato per bancarotta documentale semplice per l’omessa tenuta della contabilità nei tre anni antecedenti al fallimento, ha presentato ricorso in Cassazione. La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, ribadendo che l’obbligo di tenere le scritture contabili è un dovere specifico dell’amministratore, che persiste anche in caso di cessazione dell’attività aziendale e non è scusato dalle norme civilistiche sulla conservazione dei documenti.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 19 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale

Bancarotta documentale semplice: l’obbligo contabile non cessa con l’attività

La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, ha fornito importanti chiarimenti sui confini del reato di bancarotta documentale semplice, confermando la condanna di un amministratore per la mancata tenuta delle scritture contabili. La decisione sottolinea come gli obblighi contabili non vengano meno neanche con la cessazione di fatto dell’attività aziendale, ribadendo la specificità della normativa fallimentare rispetto a quella civilistica.

I Fatti del Caso

Il caso trae origine dalla condanna di un amministratore di società da parte della Corte d’Appello. Inizialmente accusato di bancarotta fraudolenta documentale, il reato era stato riqualificato in bancarotta documentale semplice ai sensi dell’art. 217, comma 2, della legge fallimentare. La condotta contestata consisteva nell’aver omesso di tenere la contabilità sociale nel triennio precedente alla dichiarazione di fallimento, avvenuta nel 2021.

L’imputato ha proposto ricorso per Cassazione, basandolo su tre motivi principali: l’errata applicazione della legge penale, il mancato riconoscimento della particolare tenuità del fatto e l’erronea applicazione delle pene accessorie.

L’Analisi della Corte sulla bancarotta documentale semplice

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, giudicando tutti i motivi manifestamente infondati. Esaminiamo nel dettaglio le argomentazioni della Corte.

Primo Motivo: L’irrilevanza delle norme civilistiche

Il ricorrente sosteneva che l’obbligo di conservazione decennale delle scritture contabili, previsto dall’art. 2220 del codice civile, rendesse irrilevante la sua omissione. La Cassazione ha respinto questa tesi, chiarendo che la norma penale fallimentare è autonoma. Il reato di bancarotta documentale semplice si configura per la mancata tenuta della contabilità nel triennio antecedente al fallimento, un obbligo specifico che grava sull’amministratore. La Corte ha inoltre precisato che la cessazione di fatto dell’attività non esonera l’amministratore da tali doveri.

Secondo Motivo: L’elemento soggettivo e la tenuità del fatto

La difesa aveva lamentato il mancato riconoscimento della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto e l’assenza dell’elemento soggettivo del reato. Anche su questo punto, la Corte è stata netta. Le censure sulla tenuità del fatto sono state considerate mere critiche di merito, non ammissibili in sede di legittimità. Riguardo all’elemento soggettivo, i giudici hanno ricordato che la bancarotta documentale semplice è un reato che può essere commesso anche per semplice colpa (negligenza), rendendo irrilevante la dimostrazione di un’intenzione fraudolenta.

Terzo Motivo: La correttezza delle pene accessorie

Infine, il ricorrente contestava le pene accessorie applicate. La Corte ha ritenuto il motivo palesemente infondato, evidenziando che le sanzioni irrogate dalla Corte d’Appello erano quelle specificamente previste per il reato di cui all’art. 217 della legge fallimentare, correttamente riqualificato, e non quelle, più severe, previste per la bancarotta fraudolenta (art. 216 l.fall.).

Le Motivazioni

La motivazione centrale dell’ordinanza risiede nel principio di autonomia e specificità della legge penale fallimentare. La Corte di Cassazione ha inteso ribadire che la tutela degli interessi dei creditori nel contesto di una crisi d’impresa impone agli amministratori doveri di trasparenza e corretta tenuta contabile che non ammettono deroghe o interpretazioni estensive basate su altre normative, come quelle civilistiche. La ratio della norma è garantire che, in caso di fallimento, sia sempre possibile ricostruire il patrimonio e i movimenti economici della società per tutelare la massa dei creditori. La sufficienza della colpa come elemento soggettivo per la configurabilità del reato rafforza ulteriormente questo presidio di legalità, ponendo a carico dell’amministratore un preciso dovere di diligenza nella gestione contabile.

Le Conclusioni

La decisione in commento rappresenta un monito per tutti gli amministratori di società. L’obbligo di tenere regolarmente le scritture contabili è perentorio e non si estingue con la semplice interruzione delle operazioni commerciali. La Corte conferma un orientamento rigoroso, secondo cui la negligenza nella gestione contabile nel periodo critico che precede il fallimento è sufficiente per integrare il reato di bancarotta documentale semplice. Di conseguenza, l’amministratore deve assicurare la corretta tenuta e conservazione dei documenti contabili fino alla conclusione formale della vita della società, consapevole che un’omissione colposa può avere rilevanti conseguenze penali.

L’obbligo di tenere le scritture contabili cessa se l’attività dell’azienda si interrompe?
No, la Corte di Cassazione ha stabilito che la mera cessazione di fatto dell’attività non fa venir meno gli obblighi contabili che gravano sull’amministratore, specialmente nel triennio antecedente alla dichiarazione di fallimento.

Per essere condannati per bancarotta documentale semplice è necessario aver agito con dolo (intenzionalmente)?
No, la Suprema Corte ha chiarito che il reato di bancarotta documentale semplice può essere commesso anche solo per colpa (ad esempio, per negligenza), non richiedendo necessariamente l’intenzione di recare pregiudizio ai creditori.

Le norme del codice civile sulla conservazione decennale dei documenti contabili possono giustificare l’omessa tenuta della contabilità nel triennio prima del fallimento?
No, secondo la Corte, la norma del codice civile (art. 2220 c.c.) è irrilevante ai fini della configurazione del reato. La legge fallimentare (art. 217) sanziona specificamente l’omessa tenuta della contabilità nel triennio antecedente al fallimento, indipendentemente dalla durata dell’obbligo di conservazione previsto in ambito civilistico.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati