Avvocato non Cassazionista: Quando il Ricorso in Cassazione è Inammissibile
Presentare un ricorso alla Corte di Cassazione è una fase delicata e complessa del processo penale, che richiede il rispetto di requisiti formali inderogabili. Uno dei più importanti è che l’atto sia sottoscritto da un legale abilitato. Un’ordinanza recente della Suprema Corte ci ricorda le gravi conseguenze che derivano dall’affidarsi a un avvocato non cassazionista, culminate nella declaratoria di inammissibilità del ricorso e in sanzioni economiche per il cliente. Analizziamo insieme questo caso emblematico.
Il Contesto del Caso: La Condanna in Primo Grado
La vicenda trae origine da una sentenza del Tribunale di Nola, che aveva condannato un’imputata alla pena di 4.500 euro di ammenda. L’accusa era di aver violato diverse norme contenute nel Testo Unico sulla Sicurezza sul Lavoro (D.Lgs. 81/2008), in relazione a fatti accertati nel marzo 2016. Contro questa decisione, il difensore dell’imputata aveva proposto un atto di appello.
La Qualificazione dell’Impugnazione in Cassazione
Il primo punto cruciale affrontato dalla Corte di Cassazione riguarda la natura stessa dell’impugnazione. La sentenza di primo grado, che comminava la sola pena dell’ammenda, non era appellabile secondo le norme procedurali. Per questo motivo, l’atto di appello presentato dal difensore è stato automaticamente riqualificato come ricorso per cassazione, l’unico mezzo di impugnazione esperibile in quel caso.
Questo passaggio, puramente tecnico, si è rivelato fatale per l’esito della vicenda.
Il Ruolo cruciale di un Avvocato non Cassazionista
Una volta stabilito che si trattava di un ricorso per cassazione, la Corte ha proceduto alla verifica dei requisiti di ammissibilità. L’attenzione si è subito concentrata sulla figura del difensore che aveva firmato l’atto. Da un controllo è emerso che l’avvocato non risultava iscritto nell'”albo speciale degli avvocati abilitati al patrocinio presso la Corte di cassazione”.
Questa iscrizione non è una mera formalità, ma un requisito essenziale che attesta la speciale competenza e qualificazione di un legale per poter difendere un assistito dinanzi alle giurisdizioni superiori. La mancanza di tale requisito costituisce un vizio insanabile che impedisce al giudice di esaminare nel merito i motivi del ricorso.
Le Conseguenze Economiche della Declaratoria di Inammissibilità
La declaratoria di inammissibilità non è priva di conseguenze. L’articolo 616 del codice di procedura penale stabilisce chiaramente che, in questi casi, la parte che ha proposto il ricorso viene condannata:
1. Al pagamento delle spese del procedimento.
2. Al versamento di una somma di denaro in favore della Cassa delle ammende.
Nel caso specifico, la Corte ha fissato quest’ultima somma in tremila euro, determinandola in via equitativa, come previsto dalla norma.
le motivazioni
La motivazione della Corte è lineare e si fonda su un principio cardine del diritto processuale: la necessità dello ius postulandi qualificato per il giudizio di legittimità. La Suprema Corte non è un terzo grado di giudizio dove si riesaminano i fatti, ma un organo che valuta la corretta applicazione della legge (error in iudicando) e delle norme processuali (error in procedendo). Tale complessità tecnica richiede una preparazione specifica, attestata appunto dall’iscrizione all’albo speciale dei cassazionisti. L’aver affidato la stesura e la sottoscrizione del ricorso a un avvocato non cassazionista ha privato l’atto del suo requisito soggettivo fondamentale. Di conseguenza, il ricorso è stato considerato come mai validamente proposto, rendendo inevitabile una pronuncia di inammissibilità per difetto di legittimazione del difensore.
le conclusioni
Questa ordinanza ribadisce un insegnamento fondamentale: la scelta del difensore per il giudizio in Cassazione è un passo decisivo che non può essere sottovalutato. Affidarsi a un avvocato non abilitato al patrocinio presso le giurisdizioni superiori comporta non solo l’impossibilità di far valere le proprie ragioni nel merito, ma anche la certezza di subire una condanna al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria. È quindi essenziale per i cittadini verificare sempre le qualifiche del proprio legale, specialmente quando si intende affrontare l’ultimo e più tecnico grado di giudizio.
Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché l’avvocato che lo ha sottoscritto non era iscritto all’albo speciale dei legali abilitati al patrocinio presso la Corte di Cassazione, un requisito formale inderogabile.
Quali sono le conseguenze per il ricorrente quando un ricorso viene dichiarato inammissibile?
Ai sensi dell’art. 616 del codice di procedura penale, la parte il cui ricorso è dichiarato inammissibile viene condannata al pagamento delle spese del procedimento e al versamento di una somma in favore della Cassa delle ammende, in questo caso fissata in 3.000 euro.
Cosa significa che la sentenza di primo grado era inappellabile?
Significa che, per il tipo di reato e la pena comminata (la sola ammenda), la legge processuale non prevedeva la possibilità di un appello (un secondo esame del merito dei fatti), ma consentiva unicamente il ricorso diretto alla Corte di Cassazione per soli motivi di legittimità.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 32386 Anno 2025
Penale Ord. Sez. 7 Num. 32386 Anno 2025
Presidente: COGNOME NOME
Relatore: COGNOME NOME
Data Udienza: 13/06/2025
ORDINANZA
sul ricorso proposto da: NOME COGNOME nato a FUJIAN( CINA) il DATA_NASCITA
avverso la sentenza del 10/01/2019 del TRIBUNALE di NOLA
udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
Premesso che è stata impugnata con atto di appello la sentenza del Tribunale di Noia del 10 gennaio 2019, con la quale NOME è stata condannata alla pena di euro 4.500 di ammenda, in quanto ritenuta colpevole dei reati di cui agli art. 18, 36, 37, 71 e 64 del d. Igs 81 del 2008. Fatti accertati in Giuseppe Vesuviano il 16 marzo 2016.
Qualificato l’appello come ricorso per cassazione (la sentenza impugnata è inappellabile), deve rilevarsi che il difensore che ha sottoscritto l’impugnazione, AVV_NOTAIO, non risu iscritta nell’RAGIONE_SOCIALE degli avvocati abilitati al patrocinio presso la Corte di cassazione
Ne consegue, pertanto, che il ricorso deve essere dichiarato inammissibile, con la precisazione che alla declaratoria dell’inammissibilità fa seguito, a norma dell’art. 616 cod. proc. pen., l’o del pagamento delle spese del procedimento, nonché quello del versamento della somma, in favore della Cassa delle ammende, equitativamente fissata in tremila euro.
P.Q.M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna la ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
Così deciso in Roma il 13 giugno 2025.