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Avviso di deposito: quando è nullo l’interrogatorio?

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 9465/2025, ha stabilito che la mancata notifica al difensore dell’avviso di deposito dell’ordinanza cautelare non determina automaticamente la nullità dell’interrogatorio di garanzia. Tale omissione rileva principalmente ai fini della decorrenza del termine per l’impugnazione (riesame). La nullità dell’interrogatorio si verifica solo se al difensore viene di fatto impedito l’accesso agli atti depositati presso la cancelleria del giudice che ha emesso il provvedimento.

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Pubblicato il 18 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Avviso di Deposito e Diritto di Difesa: la Cassazione fa Chiarezza

L’omissione dell’avviso di deposito dell’ordinanza di custodia cautelare al difensore è una questione delicata che tocca il cuore del diritto di difesa. Una recente sentenza della Corte di Cassazione, la n. 9465 del 2025, interviene per delineare con precisione i confini della validità dell’interrogatorio di garanzia in assenza di tale comunicazione. La Corte stabilisce un principio fondamentale: l’omissione non comporta un’automatica nullità, ma occorre una valutazione concreta del pregiudizio subito dalla difesa.

I Fatti del Caso

Il caso trae origine dal ricorso presentato dal difensore di un indagato, sottoposto a custodia cautelare in carcere per reati molto gravi, tra cui omicidio e porto d’armi. Il legale lamentava la violazione del diritto di difesa perché non aveva ricevuto l’avviso di deposito degli atti (ordinanza, richiesta del PM e documenti a supporto) prima dell’interrogatorio di garanzia. A suo dire, questa mancanza, unita alla ristrettezza dei tempi tra la convocazione e l’interrogatorio stesso e al fatto che questo fosse stato delegato tramite rogatoria a un altro ufficio giudiziario, aveva menomato la possibilità di preparare un’adeguata strategia difensiva.

Il Tribunale del Riesame aveva già respinto queste doglianze, spingendo la difesa a rivolgersi alla Suprema Corte per ottenere l’annullamento del provvedimento e la declaratoria di inefficacia della misura cautelare.

La Funzione dell’Avviso di Deposito secondo la Cassazione

La Corte di Cassazione rigetta il ricorso, fornendo un’analisi dettagliata della normativa e richiamando i suoi precedenti più autorevoli, incluse le Sezioni Unite. Il punto centrale della decisione è la distinzione tra la funzione dell’avviso di deposito e le garanzie sostanziali della difesa.

Secondo gli Ermellini, la nullità dell’interrogatorio di garanzia non consegue direttamente e automaticamente all’omessa notifica dell’avviso. La nullità si verifica solo in un caso specifico: quando al difensore viene, di fatto e concretamente, negata la disponibilità materiale degli atti nella cancelleria del giudice che ha emesso l’ordinanza. Il difensore, una volta informato dell’esecuzione della misura a carico del suo assistito, è già a conoscenza del fatto che gli atti devono trovarsi depositati e ha il diritto di consultarli ed estrarne copia.

Il Ruolo dell’Avviso di Deposito

La sentenza chiarisce che la funzione principale dell’avviso di deposito, come previsto dall’art. 293, comma 3, c.p.p., non è quella di abilitare la difesa all’accesso agli atti (diritto che preesiste), ma di segnare il dies a quo, ovvero il momento iniziale da cui decorre il termine per proporre l’impugnazione al Tribunale del Riesame. In sua assenza, il termine per impugnare semplicemente non inizia a decorrere, ma ciò non inficia la validità degli atti già compiuti, come l’interrogatorio.

Le motivazioni

La Corte ha ritenuto infondate anche le altre censure del ricorrente. La ristrettezza del termine tra la convocazione e lo svolgimento dell’interrogatorio non costituisce, di per sé, una lesione del diritto di difesa. Tale lesione deve essere valutata in concreto, verificando se il difensore abbia avuto la reale possibilità di esercitare il suo mandato. Nel caso di specie, non era stata presentata alcuna istanza di rinvio né era stata documentata un’effettiva impossibilità a presenziare o a nominare un sostituto. Inoltre, il fatto che l’interrogatorio si svolgesse per rogatoria non creava incertezza sul luogo di consultazione degli atti, che rimaneva la cancelleria del giudice emittente. Infine, la Corte ha giudicato irrilevante la presunta inerzia dell’ufficio giudiziario rispetto a una richiesta di accesso agli atti presentata dopo l’espletamento dell’interrogatorio, poiché tale circostanza non poteva avere effetti retroattivi su un atto già validamente compiuto.

Le conclusioni

La sentenza consolida un orientamento garantista ma pragmatico. Il diritto di difesa è tutelato nella sua sostanza: il difensore deve poter accedere agli atti per assistere efficacemente il proprio cliente. Tuttavia, la violazione di un adempimento formale come l’avviso di deposito non produce effetti invalidanti automatici sull’interrogatorio. La sua omissione ha conseguenze diverse, relative ai termini per l’impugnazione. Per far valere la nullità, la difesa deve dimostrare di essere stata concretamente impossibilitata a consultare la documentazione necessaria, un onere probatorio che sposta il focus dalla forma alla sostanza della garanzia difensiva.

L’omissione dell’avviso di deposito dell’ordinanza cautelare al difensore rende nullo l’interrogatorio di garanzia?
No, secondo la sentenza, l’omessa notifica dell’avviso di deposito non determina automaticamente la nullità dell’interrogatorio. La nullità si verifica solo se viene dimostrato che al difensore è stata concretamente impedita la disponibilità materiale degli atti (ordinanza, richiesta del PM e documenti) nella cancelleria del giudice che ha emesso il provvedimento.

Qual è la funzione principale dell’avviso di deposito secondo la Corte di Cassazione?
La sua funzione è quella di determinare la decorrenza del termine per proporre impugnazione al Tribunale del Riesame. Non è un adempimento necessario per garantire l’accesso agli atti da parte del difensore, il quale sa già che può consultarli presso la cancelleria del giudice emittente una volta eseguita la misura.

Un termine molto breve tra la notifica e l’interrogatorio di garanzia viola sempre il diritto di difesa?
No, non sempre. La lesione del diritto di difesa per la ristrettezza del termine deve essere valutata caso per caso, verificando se, in concreto, il difensore ha avuto la possibilità di esercitare il suo mandato, tenendo conto di fattori come la distanza, la possibilità di chiedere un rinvio o di nominare un sostituto. L’assenza di una richiesta di differimento indebolisce la tesi della violazione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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