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Autodifesa in Cassazione: inammissibile per la Corte

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso presentato personalmente da un avvocato. La decisione ribadisce il principio consolidato secondo cui l’autodifesa in Cassazione non è consentita nel processo penale. Anche se il ricorrente è un legale abilitato, il ricorso deve essere obbligatoriamente sottoscritto da un altro difensore iscritto all’albo speciale, pena l’inammissibilità e la condanna alle spese e a una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 11 novembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Autodifesa in Cassazione: Perché un Avvocato Non Può Difendersi da Solo

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha riaffermato un principio cruciale della procedura penale: l’autodifesa in Cassazione non è permessa, nemmeno se la parte ricorrente è un avvocato abilitato al patrocinio presso le giurisdizioni superiori. Questa decisione, pur basandosi su un orientamento consolidato, serve come monito sull’importanza del rispetto rigoroso delle norme procedurali che regolano il giudizio di legittimità.

I Fatti del Caso: un Ricorso Personale in Cassazione

La vicenda trae origine da una dichiarazione di ricusazione presentata da un avvocato nei confronti di un Giudice del Tribunale. La Corte d’Appello competente dichiarava inammissibile tale istanza. Contro questa decisione, lo stesso avvocato proponeva personalmente ricorso per cassazione, facendo valere le proprie ragioni senza avvalersi dell’assistenza di un altro legale.

La Decisione della Corte: Ricorso Inammissibile

La Suprema Corte, con l’ordinanza in esame, ha dichiarato il ricorso inammissibile de plano, ovvero senza la necessità di un’udienza, per una ragione considerata decisiva e assorbente: la violazione delle norme sulla rappresentanza tecnica nel giudizio di legittimità.

Le Motivazioni: il Divieto di Autodifesa in Cassazione

Il cuore della decisione risiede nell’interpretazione degli articoli 571 e 613 del codice di procedura penale, come modificati dalla legge n. 103 del 2017. La Corte ha spiegato che, a seguito di tale riforma, qualsiasi ricorso per cassazione in materia penale deve essere sottoscritto, a pena di inammissibilità, da un difensore iscritto nell’albo speciale della Corte di cassazione.

Il punto fondamentale, sottolineato dai giudici, è che la difesa personale deve essere sempre affiancata da una “difesa tecnica terza”. Ciò significa che, anche quando il ricorrente possiede il titolo di avvocato cassazionista, non può firmare l’atto in proprio. È necessaria la nomina e la sottoscrizione di un altro avvocato.

La Corte ha richiamato la propria giurisprudenza costante, incluse le Sezioni Unite (sent. n. 8914/2017), che hanno chiarito come l'”autodifesa tecnica nel giudizio di legittimità” sia inammissibile. Questa regola non ha eccezioni, poiché manca una specifica previsione di legge che la consenta. La ratio è quella di garantire un filtro tecnico qualificato e un distacco professionale che l’autodifesa non potrebbe assicurare.

L’evidente inammissibilità dell’impugnazione ha comportato, inoltre, la condanna del ricorrente non solo al pagamento delle spese processuali, ma anche al versamento di una somma di quattromila euro in favore della Cassa delle ammende, ravvisando nel suo operato profili di colpa.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

L’ordinanza conferma una regola inderogabile per chiunque intenda adire la Corte di Cassazione in ambito penale. La professionalità e il titolo di avvocato non sono sufficienti per superare il requisito formale della difesa tecnica esercitata da un soggetto terzo. Qualsiasi tentativo di autodifesa si tradurrà inevitabilmente in una declaratoria di inammissibilità, con conseguente spreco di tempo e risorse, oltre all’applicazione di sanzioni pecuniarie. Pertanto, è fondamentale affidarsi sempre a un difensore esterno per la redazione e la sottoscrizione del ricorso per cassazione.

Un avvocato può presentare personalmente un ricorso per cassazione in materia penale?
No. La Corte di Cassazione ha stabilito che il ricorso deve essere sottoscritto, a pena di inammissibilità, da un difensore iscritto nell’apposito albo speciale, diverso dalla parte che ricorre.

Cosa si intende per “autodifesa tecnica” nel giudizio di Cassazione?
Si intende la facoltà per una parte, che sia anche un avvocato, di difendersi personalmente davanti alla Corte Suprema. Questo provvedimento conferma che tale pratica è inammissibile nel processo penale.

Quali sono le conseguenze se un ricorso viene dichiarato inammissibile per questo motivo?
Il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di denaro alla Cassa delle ammende, in questo caso fissata in quattromila euro, a causa della palese infondatezza e colpa nell’impugnazione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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