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Ausiliario del traffico: pubblico ufficiale? Analisi

La Corte di Cassazione conferma la condanna per minaccia a pubblico ufficiale a carico di un automobilista che aveva aggredito un’ausiliaria del traffico per farle annullare una multa. La sentenza ribadisce che l’ausiliario del traffico riveste la qualifica di pubblico ufficiale anche per fatti antecedenti alla riforma del 2020, in virtù delle funzioni di accertamento esercitate. Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché la richiesta di annullare il verbale integra il dolo specifico del reato.

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Pubblicato il 18 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale

Ausiliario del traffico: una figura sempre tutelata come Pubblico Ufficiale

La figura dell’ausiliario del traffico è spesso al centro di dibattiti, soprattutto riguardo alla sua qualifica giuridica e ai poteri che essa comporta. Una recente sentenza della Corte di Cassazione (n. 20557/2024) ha fornito un chiarimento cruciale, stabilendo che la qualifica di pubblico ufficiale sussiste anche per fatti avvenuti prima delle modifiche legislative del 2020. Questo principio ha importanti conseguenze per chiunque interagisca con questi operatori.

I Fatti del Caso: Dalla Multa all’Aggressione

La vicenda giudiziaria nasce da un episodio avvenuto nel 2015. Un automobilista, dopo aver trovato sul parabrezza della sua auto un avviso di violazione per mancato pagamento del parcheggio, raggiungeva l’ausiliaria del traffico responsabile dell’accertamento. Inizialmente la aggrediva verbalmente, per poi intimarle di annullare il verbale. Di fronte al rifiuto della donna, l’uomo la colpiva con uno schiaffo. Per questi fatti, veniva condannato in primo e secondo grado per il reato di minaccia a pubblico ufficiale.

I Motivi del Ricorso: La Difesa dell’Imputato

L’imputato ha presentato ricorso in Cassazione basandosi su due argomenti principali:

1. Mancanza della qualifica di pubblico ufficiale: Secondo la difesa, all’epoca dei fatti (2015), l’ausiliaria del traffico non poteva essere considerata un pubblico ufficiale, poiché tale qualifica sarebbe stata introdotta esplicitamente solo con l’articolo 12-bis del Codice della Strada nel 2020. Pertanto, la sua condotta andava al massimo inquadrata come lesioni o minacce semplici, reati procedibili solo a querela di parte (in questo caso mancante).
2. Assenza del dolo specifico: Il reato di minaccia a pubblico ufficiale (art. 336 c.p.) richiede un dolo specifico, ovvero la finalità di costringere il pubblico ufficiale a compiere un atto contrario ai propri doveri. La difesa sosteneva che la violenza era avvenuta dopo l’emissione del verbale e non era quindi finalizzata a condizionare l’operato dell’ausiliaria.

La Qualifica di Pubblico Ufficiale dell’Ausiliario del Traffico

La Corte di Cassazione ha respinto con fermezza il primo motivo di ricorso, definendolo manifestamente infondato. I giudici hanno chiarito che, anche prima dell’introduzione dell’art. 12-bis del Codice della Strada, la giurisprudenza era pacifica nel riconoscere la qualifica di pubblico ufficiale all’ausiliario del traffico durante l’esercizio delle sue funzioni di accertamento e contestazione delle violazioni in materia di sosta.

La norma del 2020 non ha introdotto una nuova qualifica, ma ha semplicemente codificato e reso più esplicito un principio già consolidato, basato sull’interpretazione di leggi precedenti (come la L. 127/1997 e la L. 488/1999). La funzione pubblicistica deriva dai poteri di prevenzione e accertamento attribuiti, che conferiscono all’ausiliario tale status.

Il Momento della Minaccia e il Dolo Specifico

Anche il secondo motivo è stato rigettato. La Corte ha sottolineato che il reato di cui all’art. 336 c.p. non richiede che l’atto contrario ai doveri d’ufficio debba ancora essere compiuto. Il delitto si consuma anche quando la minaccia è finalizzata a costringere il pubblico ufficiale a omettere o a ritardare un atto del suo ufficio, oppure a compierne uno contrario, come appunto l’annullamento di un verbale già emesso.

L’imputato, intimando all’ausiliaria di ‘eliminare il verbale’, ha manifestato proprio quella finalità specifica richiesta dalla norma: costringerla a compiere un atto illegittimo. Pertanto, il dolo specifico era pienamente sussistente.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile perché basato su argomenti manifestamente infondati. La decisione si fonda su due pilastri:
1. Interpretazione consolidata: La qualifica di pubblico ufficiale per l’ausiliario del traffico è un principio radicato nella giurisprudenza, che la legge del 2020 ha solo confermato, senza innovare in modo sostanziale. Non vi è stata, quindi, alcuna violazione del principio di irretroattività della legge penale.
2. Configurazione del reato: La condotta dell’imputato, volta a ottenere l’annullamento del verbale tramite minaccia, integra perfettamente gli elementi oggettivi e soggettivi del reato di minaccia a pubblico ufficiale, a prescindere dal fatto che il verbale fosse già stato compilato.

Conclusioni

Questa sentenza ribadisce un principio fondamentale a tutela di chi svolge funzioni di controllo su strada: l’ausiliario del traffico, nell’esercizio delle sue mansioni, è un pubblico ufficiale e come tale va rispettato. La sua protezione giuridica non dipende da una specifica etichetta legislativa, ma dalla natura pubblicistica delle funzioni che svolge. La decisione serve da monito: qualsiasi atto di minaccia o violenza finalizzato a influenzare o a far ritrattare un atto d’ufficio, anche se già compiuto, costituisce un grave reato contro la Pubblica Amministrazione, con conseguenze penali significative.

L’ausiliario del traffico era considerato pubblico ufficiale anche prima della legge del 2020?
Sì. La Corte di Cassazione ha confermato che, sulla base di una giurisprudenza consolidata e di leggi precedenti, l’ausiliario del traffico rivestiva già la qualifica di pubblico ufficiale quando esercitava le sue funzioni di accertamento e contestazione delle violazioni, anche prima della norma esplicita introdotta nel 2020.

Minacciare un pubblico ufficiale dopo che ha già compiuto un atto del suo ufficio è reato?
Sì. Il reato di minaccia a pubblico ufficiale si configura anche se la condotta violenta o minatoria avviene dopo che l’atto è stato compiuto, qualora sia finalizzata a costringere il pubblico ufficiale a compiere un atto contrario ai suoi doveri, come ad esempio annullare un verbale già emesso.

Perché il ricorso dell’imputato è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato ritenuto inammissibile per manifesta infondatezza, poiché i motivi presentati si basavano su interpretazioni errate della legge. Sia la qualifica di pubblico ufficiale dell’ausiliario sia la configurabilità del reato di minaccia nel caso specifico erano principi già ampiamente stabiliti dalla giurisprudenza costante.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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