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Atto abnorme: quando un provvedimento è inappellabile

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un Pubblico Ministero contro un decreto del GIP che aveva restituito una richiesta di archiviazione. La Corte ha chiarito che il provvedimento non costituisce un atto abnorme, in quanto non provoca una stasi insuperabile del procedimento, potendo il PM ripresentare la richiesta. Viene così riaffermato il principio di tassatività dei mezzi di impugnazione, secondo cui un atto è appellabile solo nei casi espressamente previsti dalla legge, salvo, appunto, l’ipotesi dell’abnormità.

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Pubblicato il 12 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Atto abnorme: la Cassazione chiarisce i limiti del ricorso

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 3832/2025, è intervenuta su una questione procedurale di grande attualità, chiarendo i confini del concetto di atto abnorme e la sua incidenza sulla possibilità di impugnare un provvedimento giudiziario. La decisione offre importanti spunti di riflessione sul principio di tassatività dei mezzi di impugnazione, soprattutto nel delicato contesto della transizione verso il processo telematico. Il caso riguardava un decreto con cui un Giudice per le Indagini Preliminari (GIP) aveva restituito al Pubblico Ministero (PM) una richiesta di archiviazione, ritenendola inammissibile a causa di un presunto malfunzionamento del sistema informatico.

I Fatti del Caso

Il procedimento trae origine da un ricorso presentato dal Pubblico Ministero avverso un decreto del GIP del Tribunale di L’Aquila. Il GIP, investito di una richiesta di archiviazione per un procedimento contro ignoti, aveva deciso di restituire gli atti all’ufficio della Procura. La ragione di tale restituzione era legata a un problema tecnico del sistema informatico, che, secondo il giudice, aveva impedito una corretta e tempestiva gestione della richiesta. Il PM, ritenendo tale provvedimento illegittimo, ha proposto ricorso per cassazione, sostenendo che l’atto del GIP fosse un atto abnorme e, in quanto tale, appellabile nonostante la legge non prevedesse un mezzo di impugnazione specifico.

La Questione Giuridica: quando un atto è abnorme?

Il cuore della questione sottoposta alla Suprema Corte non era tanto il malfunzionamento del sistema telematico, quanto la natura stessa del provvedimento del GIP. La domanda fondamentale era: la restituzione degli atti al PM in quel contesto specifico costituisce un atto abnorme?

Secondo il consolidato orientamento giurisprudenziale, il ricorso per cassazione avverso un provvedimento non espressamente impugnabile è ammissibile solo se l’atto stesso può essere qualificato come “abnorme”. Un atto si definisce tale quando si verifica una delle seguenti condizioni:

1. Abnormità strutturale: l’atto è completamente estraneo al sistema processuale, configurando una “carenza di potere in astratto” (il giudice fa qualcosa che non potrebbe mai fare) o “in concreto” (il giudice esercita un potere che ha, ma in una situazione processuale radicalmente diversa da quella prevista dalla legge).
2. Abnormità funzionale: l’atto, pur essendo previsto dal sistema, provoca una stasi insuperabile del processo, costringendo il PM a compiere un atto nullo per poter proseguire.

La Corte di Cassazione ha dovuto quindi valutare se il decreto del GIP rientrasse in una di queste due categorie.

L’analisi della Corte sull’atto abnorme

La Suprema Corte ha escluso che il provvedimento impugnato potesse essere qualificato come abnorme, sia sotto il profilo strutturale che funzionale.

Sotto l’aspetto strutturale, i giudici hanno osservato che la restituzione degli atti al pubblico ministero è un’azione prevista in diverse fasi del procedimento penale, inclusa quella relativa alla richiesta di archiviazione. Pertanto, non si tratta di un atto “avulso dal sistema processuale”. L’uso del termine “inammissibilità” da parte del GIP è stato considerato improprio, ma non tale da rendere l’atto stesso abnorme.

Sotto il profilo funzionale, la Corte ha ritenuto che il provvedimento non avesse determinato una “stasi insuperabile” del procedimento. La restituzione degli atti, infatti, non impediva al Pubblico Ministero di rinnovare la richiesta di archiviazione, una volta superato l’eventuale problema tecnico. La possibilità di reiterare la richiesta garantiva la prosecuzione del procedimento, escludendo quindi il blocco processuale che caratterizza l’abnormità funzionale.

Le motivazioni

La Corte di Cassazione ha motivato la sua decisione ribadendo con forza il principio di tassatività dei mezzi di impugnazione, sancito dall’art. 568, comma 1, c.p.p. Questo principio stabilisce che un provvedimento può essere contestato solo con gli strumenti e nei casi specificamente previsti dalla legge. L’abnormità rappresenta l’unica, eccezionale deroga a questa regola.

Secondo i giudici di legittimità, ampliare la nozione di abnormità per includere atti semplicemente “illegittimi” o “non condivisi” significherebbe eludere il regime di tassatività, aprendo le porte a un numero indefinito di ricorsi. Il provvedimento del GIP, non avendo causato un’alterazione irrimediabile della procedura né un blocco insuperabile, non poteva essere considerato abnorme. Di conseguenza, in assenza di uno specifico mezzo di impugnazione previsto dalla legge, il ricorso del PM doveva essere dichiarato inammissibile.

Le conclusioni

In conclusione, la sentenza ha stabilito che la restituzione degli atti al Pubblico Ministero da parte del GIP, anche se motivata da ragioni discutibili come un malfunzionamento informatico temporaneo, non costituisce un atto abnorme. Tale provvedimento non crea un blocco insuperabile del processo, poiché il PM ha la facoltà di ripresentare la richiesta, dando così nuovo impulso all’azione penale. La Corte ha quindi dichiarato inammissibile il ricorso, riaffermando che l’impugnazione è un rimedio eccezionale, esperibile solo nei casi tassativamente previsti dalla legge o di fronte a un’anomalia procedurale tanto grave da essere definita, appunto, “abnorme”.

Quando un provvedimento del giudice può essere considerato un ‘atto abnorme’?
Un provvedimento è considerato ‘atto abnorme’ quando è talmente anomalo da essere estraneo al sistema processuale (abnormità strutturale) o quando, pur essendo previsto dalla legge, causa un blocco insuperabile del procedimento (abnormità funzionale).

La restituzione degli atti al Pubblico Ministero da parte del GIP è un atto abnorme?
No, secondo la sentenza, la restituzione degli atti non è un atto abnorme. Non crea una stasi insuperabile del processo, poiché il Pubblico Ministero può semplicemente ripresentare la richiesta, dando nuovo impulso all’attività processuale.

È possibile impugnare un provvedimento del giudice se la legge non lo prevede espressamente?
Generalmente no, a causa del principio di tassatività dei mezzi di impugnazione. L’unica eccezione è proprio il caso in cui il provvedimento sia affetto da ‘abnormità’, poiché in tal caso il ricorso per cassazione rappresenta l’unico rimedio possibile per correggere l’anomalia.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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