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Atto abnorme: no se il GIP archivia per prescrizione

La Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso contro un’ordinanza di archiviazione per abuso d’ufficio. La Corte ha stabilito che la decisione del giudice di archiviare per prescrizione del reato, senza disporre nuove indagini, non costituisce un atto abnorme, in quanto la causa di estinzione del reato rende superflua ogni ulteriore attività investigativa.

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Pubblicato il 26 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Archiviazione per Prescrizione: Quando Non è un Atto Abnorme?

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 2753 del 2024, ha affrontato un’interessante questione procedurale: un provvedimento di archiviazione per intervenuta prescrizione può essere considerato un atto abnorme se il giudice non valuta prima le richieste di indagini supplementari avanzate dalla persona offesa? La risposta della Suprema Corte è stata netta, delineando i confini tra una decisione legittima, seppur non gradita, e un atto processualmente anomalo.

Il Caso: Reclamo Respinto e Ricorso in Cassazione

Il caso trae origine da un procedimento per il reato di abuso d’ufficio. Il Giudice per le Indagini Preliminari (GIP) aveva disposto l’archiviazione del procedimento. La persona offesa, ritenendo le indagini incomplete, aveva proposto reclamo ai sensi dell’art. 410-bis c.p.p., chiedendo di disporre nuove investigazioni.

Il Tribunale, tuttavia, ha rigettato il reclamo, confermando l’archiviazione non nel merito delle indagini, ma sulla base di una constatazione pregiudiziale: il reato era ormai estinto per prescrizione.

Contro questa decisione, la difesa della persona offesa ha presentato ricorso per cassazione, sostenendo che l’ordinanza del Tribunale fosse un atto abnorme. La tesi difensiva era che il giudice, prima di dichiarare la prescrizione, avrebbe dovuto pronunciarsi sulla richiesta di nuove indagini, in quanto il canone di completezza investigativa è un presupposto fondamentale di ogni decisione.

L’Atto Abnorme e i Limiti del Ricorso

Il ricorso per cassazione contro le decisioni emesse in sede di reclamo avverso l’archiviazione è un rimedio eccezionale. La legge non lo prevede per i vizi ordinari (elencati nell’art. 606 c.p.p.), ma lo ammette solo per contestare la cosiddetta “abnormità” del provvedimento.

La giurisprudenza, in particolare quella delle Sezioni Unite, definisce l’atto abnorme in due modi:
1. Abnormità strutturale: quando l’atto è completamente estraneo al sistema processuale, cioè non previsto in alcun modo dalla legge.
2. Abnormità funzionale: quando l’atto, pur essendo previsto dalla legge, viene utilizzato in un contesto anomalo o per finalità diverse da quelle sue proprie, causando una stasi insuperabile del procedimento e l’impossibilità di proseguirlo.

La Corte ha chiarito che il provvedimento impugnato non rientrava in nessuna di queste categorie.

La Prescrizione Rende Superflue Ulteriori Indagini

Il punto centrale della decisione della Cassazione è che l’intervenuta prescrizione del reato costituisce una causa di estinzione che rende priva di scopo ogni ulteriore attività di indagine. Il giudice, una volta accertata la prescrizione, deve dichiararla immediatamente, e questa declaratoria preclude l’esame del merito della vicenda.

Come sottolineato dalla Corte, anche se si fosse proceduto a nuove indagini, l’esito finale non sarebbe potuto cambiare: il giudice si sarebbe trovato nuovamente di fronte alla necessità di dichiarare l’estinzione del reato. Proseguire con le investigazioni sarebbe stata, quindi, un’attività processuale inutile (“ultronea”).

Le Motivazioni della Corte

Nelle sue motivazioni, la Suprema Corte ha ribadito che il provvedimento del Tribunale non è avulso dal sistema processuale, ma è riconducibile allo schema tipico previsto dalla legge. La decisione di archiviare per prescrizione è una delle possibili conclusioni del procedimento di archiviazione e non determina alcuna paralisi processuale. Al contrario, definisce il procedimento in modo legittimo.

La Corte ha citato precedenti giurisprudenziali consolidati secondo cui la declaratoria di una causa di estinzione del reato, come la prescrizione, prevale su ogni altra valutazione e rende superflua la richiesta di investigazioni supplementari, a meno che queste non siano finalizzate a dimostrare proprio l’insussistenza della causa estintiva stessa, circostanza non presente nel caso di specie.

Le Conclusioni

In conclusione, la sentenza ha dichiarato il ricorso inammissibile. La decisione del Tribunale di archiviare per prescrizione senza disporre nuove indagini non è un atto abnorme, ma l’espressione di un potere-dovere del giudice di prendere atto di una causa di non procedibilità che definisce il procedimento. Questa pronuncia conferma un principio di economia processuale: è inutile svolgere attività investigative quando il loro esito è già neutralizzato da una causa estintiva del reato ormai maturata.

Può il giudice archiviare un procedimento per prescrizione senza prima valutare la richiesta di nuove indagini da parte della persona offesa?
Sì. Secondo la Corte di Cassazione, la declaratoria di una causa di estinzione del reato, come la prescrizione, è pregiudiziale e rende superflua la valutazione sulla necessità di ulteriori indagini, poiché queste sarebbero comunque inutili ai fini della decisione finale.

La decisione di archiviare per prescrizione del reato può essere considerata un atto abnorme?
No. La Corte ha stabilito che tale provvedimento non è abnorme né strutturalmente (poiché è previsto dalla legge) né funzionalmente (poiché non crea una stasi del processo, ma lo conclude legittimamente).

Quali sono i limiti del ricorso in Cassazione contro l’ordinanza che decide su un reclamo avverso l’archiviazione?
Il ricorso per cassazione contro tale ordinanza è consentito solo per contestare l’abnormità dell’atto e non per dedurre altri vizi di legittimità, come quelli elencati nell’art. 606 del codice di procedura penale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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