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Attenuanti danno speciale tenuità: la Cassazione annulla

La Corte di Cassazione conferma una condanna per bancarotta fraudolenta per distrazione ma annulla la sentenza limitatamente alla mancata concessione delle circostanze attenuanti. La Corte ha ritenuto insufficiente la motivazione con cui i giudici di merito avevano negato sia le attenuanti generiche sia l’attenuante del danno di speciale tenuità. Il caso è stato rinviato a un’altra sezione della Corte d’Appello per una nuova e più approfondita valutazione su questo specifico punto.

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Pubblicato il 25 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale

Attenuanti danno speciale tenuità: La Cassazione chiarisce i criteri di valutazione

In materia di reati fallimentari, la valutazione delle circostanze attenuanti, come quella del danno di speciale tenuità, assume un ruolo cruciale nella determinazione della pena. Una recente sentenza della Corte di Cassazione (Sent. N. 2117/2024) ha riaffermato l’importanza di una motivazione adeguata e non meramente apparente da parte dei giudici di merito nel negare tali benefici. Il caso riguarda un imprenditore condannato per bancarotta fraudolenta, la cui pena è stata annullata con rinvio proprio per un difetto di motivazione sulle attenuanti.

La Vicenda Processuale: Dalla Condanna al Ricorso

L’imprenditore era stato condannato in primo e secondo grado per bancarotta fraudolenta per distrazione. Le accuse riguardavano la sottrazione di beni aziendali, che non erano stati ritrovati dopo la dichiarazione di fallimento, e la locazione di un immobile di proprietà della società fallita a condizioni ritenute svantaggiose e con canoni mai riscossi. La Corte d’Appello, pur riducendo la pena, aveva confermato la responsabilità penale dell’imputato.

Contro questa decisione, la difesa ha proposto ricorso in Cassazione, basandolo su due motivi principali:
1. Errata valutazione della responsabilità: si contestava che la condanna si basasse su prove deboli, come elenchi di beni non aggiornati, e che l’operazione di locazione dell’immobile fosse una legittima scelta strategica aziendale.
2. Mancata concessione delle attenuanti: si lamentava il rifiuto ingiustificato delle circostanze attenuanti generiche e, in particolare, dell’attenuante del danno patrimoniale di speciale tenuità, prevista dall’art. 219 della Legge Fallimentare.

La Decisione della Cassazione e le attenuanti danno speciale tenuità

La Suprema Corte ha esaminato i due motivi di ricorso con esiti opposti. Ha rigettato il primo motivo, confermando la condanna per bancarotta, ma ha accolto il secondo, annullando la sentenza sul punto delle attenuanti.

Per quanto riguarda la responsabilità penale, i giudici hanno ritenuto che la decisione dei giudici di merito fosse basata su una motivazione logica e coerente (la cosiddetta “doppia conforme”). Secondo la Corte, l’affitto di beni aziendali strumentali per un canone incongruo e mai riscosso costituisce una condotta distrattiva che priva la società di risorse importanti, integrando così il reato di bancarotta fraudolenta. Le critiche della difesa sono state considerate un tentativo di riesaminare i fatti, attività preclusa nel giudizio di legittimità.

Il punto cruciale della sentenza risiede però nell’accoglimento del secondo motivo. La Cassazione ha censurato la Corte d’Appello per aver negato le attenuanti con una motivazione carente e apodittica.

Le motivazioni

La motivazione della sentenza della Cassazione si articola su due binari distinti.

Da un lato, sulla conferma della responsabilità, si ribadisce che in presenza di una “doppia conforme” le motivazioni di primo e secondo grado si integrano, e le censure non possono limitarsi a proporre una diversa lettura dei fatti. L’operazione di locazione a una società terza, riconducibile a familiari, con canoni mai incassati, è stata correttamente qualificata come un atto che sottrae il bene alla garanzia dei creditori, a prescindere da presunte scelte strategiche.

Dall’altro lato, sull’annullamento per le attenuanti, la Corte ha evidenziato un vizio fondamentale. La sentenza d’appello si era limitata a escludere i presupposti per l’attenuante del danno di speciale tenuità senza spiegarne le ragioni. Inoltre, aveva negato le attenuanti generiche con un generico richiamo alle “modalità del fatto” e alla “personalità dell’imputato”, senza un’analisi concreta.

La Cassazione ha ricordato un principio fondamentale: l’attenuante del danno patrimoniale di speciale tenuità deve essere valutata in relazione all’importo della distrazione e alla diminuzione patrimoniale causata dalla condotta illecita, non all’entità totale del passivo fallimentare. La Corte d’Appello non aveva fornito alcuna spiegazione sul perché il danno causato non potesse essere considerato di lieve entità, rendendo la sua decisione immotivata su un punto decisivo.

Le conclusioni

In conclusione, la sentenza della Corte di Cassazione ha annullato la decisione impugnata limitatamente al trattamento sanzionatorio, rinviando il caso a un’altra sezione della Corte d’Appello. Quest’ultima dovrà procedere a una nuova valutazione, fornendo una motivazione specifica e dettagliata sulle ragioni per cui le attenuanti richieste dovrebbero o non dovrebbero essere concesse.

Questa pronuncia rafforza il principio secondo cui ogni decisione del giudice, specialmente se sfavorevole all’imputato, deve essere supportata da un percorso logico-giuridico chiaro e comprensibile. Non basta affermare un principio, ma è necessario spiegare come e perché lo si applica al caso concreto, garantendo così il diritto di difesa e la corretta applicazione della legge.

Affittare un bene della società a un canone non riscosso può essere bancarotta per distrazione?
Sì. Secondo la sentenza, l’affitto di beni aziendali per un canone incongruo e mai riscosso comporta la sostanziale privazione del bene per la società fallita e i suoi creditori, integrando una condotta distrattiva rilevante ai fini della bancarotta fraudolenta.

Come si valuta l’attenuante del danno di speciale tenuità nella bancarotta?
Questa attenuante deve essere valutata in relazione all’importo effettivo della distrazione e alla diminuzione patrimoniale causata dalla specifica condotta illecita, e non facendo riferimento all’entità complessiva del passivo fallimentare.

Può un giudice negare le attenuanti generiche senza una motivazione specifica?
No. La sentenza ha stabilito che negare le attenuanti generiche con un richiamo apodittico e generico alle “modalità del fatto” o alla “personalità dell’imputato”, senza esplicitare le ragioni concrete, costituisce un vizio di motivazione che può portare all’annullamento della sentenza su quel punto.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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