Astensione Avvocato e Udienza Camerale: Quando il Ricorso in Cassazione è Inammissibile
L’adesione del difensore a una protesta di categoria può giustificare il rinvio di un’udienza? La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, ha fornito un chiarimento fondamentale sul tema dell’astensione avvocato nel contesto delle udienze camerali. La decisione sottolinea che, in assenza di una tempestiva richiesta di discussione orale, l’istanza di rinvio è inefficace e il ricorso può essere dichiarato inammissibile. Analizziamo insieme i dettagli di questo importante provvedimento.
Il Fatto: Un Ricorso Dichiarato Inammissibile
Il caso trae origine da un ricorso presentato avverso una sentenza della Corte d’Appello di Bologna. Il difensore del ricorrente aveva presentato un’istanza di rinvio, motivandola con la propria adesione a un’astensione collettiva proclamata dagli organismi di categoria. Tuttavia, il ricorso è stato comunque esaminato e giudicato dalla Suprema Corte.
La Corte ha rilevato che l’unico motivo di ricorso proposto era, in realtà, una mera riproposizione di censure già valutate e respinte dal giudice di merito, basandosi su un consolidato orientamento giurisprudenziale. Questo aspetto, unito alla questione procedurale dell’astensione, ha portato a una decisione netta.
La Decisione della Corte sull’Astensione Avvocato
La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile. Il fulcro della decisione risiede nella natura dell’udienza. Trattandosi di un’udienza camerale, celebrata secondo le procedure speciali (in questo caso, quelle legate alla disciplina emergenziale), la partecipazione del difensore non è considerata un diritto automatico. Per poter partecipare e discutere oralmente, il legale avrebbe dovuto farne esplicita e tempestiva richiesta.
Il Principio di Diritto Richiamato
Per motivare la sua decisione, la Corte ha richiamato un precedente specifico (Cass. Pen., Sez. 5, n. 26764 del 20/04/2023), secondo cui: «Nel giudizio di cassazione celebrato secondo la disciplina emergenziale pandemica, in assenza di tempestive richieste di discussione orale, è priva di effetti l’istanza di rinvio presentata dal difensore che dichiari di aderire all’astensione collettiva proclamata dai competenti organismi di categoria, non avendo l’istante diritto di partecipare all’udienza camerale».
Le Motivazioni della Decisione
La motivazione della Corte si fonda su una logica procedurale rigorosa. L’udienza camerale in Cassazione è un procedimento prevalentemente scritto. Il diritto alla partecipazione orale è subordinato a una specifica richiesta della parte. Se tale richiesta non viene presentata nei termini, il difensore non ha un ‘diritto a partecipare’ che possa essere legittimamente sospeso tramite l’adesione a un’astensione. Di conseguenza, la richiesta di rinvio basata sull’astensione avvocato diventa irrilevante e non può impedire alla Corte di decidere. La dichiarazione di inammissibilità del ricorso, pertanto, è stata una diretta conseguenza di questa impostazione, aggravata dal fatto che i motivi di appello erano meramente ripetitivi.
Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche per la Difesa
Questa ordinanza offre un’importante lezione pratica per i difensori. L’adesione a un’astensione collettiva, sebbene sia un legittimo strumento di protesta, non garantisce automaticamente il rinvio di un’udienza, specialmente in Cassazione e nel contesto di un rito camerale. Per assicurarsi la possibilità di un rinvio, è cruciale che il difensore presenti, prima di tutto e nei termini di legge, una formale richiesta di discussione orale. Solo in questo modo si cristallizza il diritto alla partecipazione, rendendo efficace un’eventuale successiva richiesta di rinvio per astensione. In caso contrario, il rischio è quello di vedersi dichiarare il ricorso inammissibile, con conseguente condanna del proprio assistito al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.
È possibile ottenere un rinvio dell’udienza in Cassazione se l’avvocato aderisce a un’astensione collettiva?
Non sempre. In un’udienza camerale, come quella del caso di specie, se non è stata fatta una tempestiva richiesta di discussione orale, l’istanza di rinvio per astensione è priva di effetti e non viene accolta.
Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile principalmente perché il motivo presentato era una semplice riproposizione di censure già esaminate e respinte in precedenza. Inoltre, l’istanza di rinvio basata sull’astensione del difensore è stata ritenuta inefficace.
Quali sono state le conseguenze economiche per il ricorrente?
A seguito della dichiarazione di inammissibilità del ricorso, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 46445 Anno 2024
Penale Ord. Sez. 7 Num. 46445 Anno 2024
Presidente: COGNOME
Relatore: COGNOME NOME COGNOME NOME
Data Udienza: 15/11/2024
ORDINANZA
sul ricorso proposto da: NOME nato il 01/05/1995
avverso la sentenza del 07/02/2024 della CORTE APPELLO di BOLOGNA
dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
n. 30/ RG 22238
RITENUTO IN FATTO E CONSIDERATO IN DIRITTO
Letto il ricorso presentato nell’interesse di Labiede Ayobe;
Ritenuto che l’unico motivo dedotto non è consentito dalla legge in sede di legittimità, perché meramente riproduttivo di profili di censura già adeguatamente vagliati e disattesi dal giudice di merito con argomenti fondati su un consolidato orientamento di legittimità, peraltro puntualmente richiamato, secondo il quale «Nel giudizio di cassazione celebrato secondo la disciplina emergenziale pandemica, in assenza di tempestive richieste di discussione orale, è priva di effetti l’istanza di rinvio presentata dal difensore che dichiari di aderire all’astensione collettiva proclamata dai competenti organismi di categoria, non avendo l’istante diritto di partecipare all’udienza camerale» (Sez. 5, n. 26764 del 20/04/2023, Rv. 284786);
Rilevato, pertanto, che il ricorso deve essere dichiarato inammissibile, con la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
P. Q. M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
Così deciso il 15 novembre 2024