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Archiviazione per tenuità: l’obbligo di motivazione

La Corte di Cassazione ha annullato un decreto di archiviazione per tenuità del fatto, stabilendo un principio fondamentale: il Giudice per le Indagini Preliminari (GIP) deve obbligatoriamente motivare la sua decisione tenendo conto delle argomentazioni presentate dall’indagato nel suo atto di opposizione. La mancata considerazione di tali argomenti costituisce un vizio di omessa motivazione, che rende il provvedimento illegittimo. La Corte ha chiarito che, sebbene non sia una sentenza, l’ordinanza di archiviazione ha carattere decisorio e deve quindi essere adeguatamente motivata.

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Pubblicato il 16 novembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Archiviazione per Tenuità: Il Dovere del Giudice di Rispondere all’Opposizione

Una recente sentenza della Corte di Cassazione (n. 20144/2024) ha riaffermato un principio cruciale nel diritto processuale penale: il diritto alla difesa non può essere ignorato, neanche nelle fasi preliminari del procedimento. La Suprema Corte ha chiarito che, in caso di opposizione alla richiesta di archiviazione per tenuità del fatto, il giudice ha il dovere di confrontarsi criticamente con le argomentazioni difensive. Vediamo nel dettaglio i fatti e le conclusioni di questa importante pronuncia.

I Fatti del Caso

Il caso trae origine da un procedimento penale in cui il Giudice per le Indagini Preliminari (GIP) del Tribunale di Civitavecchia aveva disposto l’archiviazione per particolare tenuità del fatto. Questa decisione era stata presa nonostante l’indagato avesse presentato un formale atto di opposizione, nel quale criticava la richiesta del Pubblico Ministero e adduceva specifiche argomentazioni a sostegno della propria posizione.

Il GIP, tuttavia, nel suo decreto di archiviazione, aveva completamente trascurato di considerare le ragioni esposte nell’atto di opposizione. Ritenendo leso il proprio diritto di difesa, l’indagato ha proposto ricorso per cassazione, lamentando proprio l’omessa motivazione da parte del giudice in merito ai punti sollevati.

La Decisione della Corte di Cassazione: il vizio di motivazione

La Quinta Sezione Penale della Corte di Cassazione ha accolto il ricorso, annullando il provvedimento del GIP. I giudici di legittimità hanno innanzitutto ribadito un orientamento consolidato: l’ordinanza di archiviazione per tenuità del fatto, emessa ai sensi dell’art. 411, comma 1-bis, cod. proc. pen., a seguito di opposizione dell’indagato, è un provvedimento impugnabile.

Sebbene non abbia la forma di una sentenza, tale ordinanza ha un carattere decisorio, poiché incide in via definitiva su situazioni di diritto soggettivo. Pertanto, può essere contestata in Cassazione per violazione di legge, come previsto dall’art. 111 della Costituzione.

Le Motivazioni

Il cuore della decisione risiede nell’identificazione di un grave vizio procedurale: l’omessa motivazione. La Corte ha spiegato che la motivazione di un provvedimento giurisdizionale non è un mero adempimento formale, ma la sostanza stessa della funzione giudiziaria. Essa deve consistere in un “necessario confronto critico” con le argomentazioni difensive presentate dalla parte.

Quando l’indagato si oppone all’archiviazione, non sta compiendo un gesto formale, ma sta esercitando il suo diritto di difesa, portando all’attenzione del giudice elementi e interpretazioni che, a suo avviso, sono stati trascurati. Ignorare completamente tali argomentazioni, come avvenuto nel caso di specie, svuota di significato il diritto di opposizione e si traduce in una palese violazione di legge. Il giudice non può limitarsi a confermare la richiesta del PM, ma deve spiegare perché le obiezioni della difesa non sono meritevoli di accoglimento.

Le Conclusioni

Le implicazioni pratiche di questa sentenza sono significative. Essa funge da monito per i giudici delle indagini preliminari: ogni opposizione a una richiesta di archiviazione, in particolare per tenuità del fatto, deve essere esaminata con la massima attenzione. La decisione finale deve contenere una motivazione reale ed effettiva, che dia conto del percorso logico-giuridico seguito dal giudice, includendo una specifica confutazione delle tesi difensive.

In conclusione, questo provvedimento rafforza le garanzie difensive dell’indagato, assicurando che la sua voce venga ascoltata e considerata prima che una decisione, seppur di archiviazione, venga presa. La giustizia, come ci ricorda la Cassazione, si nutre non solo di decisioni, ma anche delle ragioni che le sostengono.

È possibile impugnare in Cassazione un’ordinanza di archiviazione per particolare tenuità del fatto emessa dopo l’opposizione dell’indagato?
Sì, la Corte di Cassazione ha stabilito che tale provvedimento è impugnabile con ricorso per cassazione per violazione di legge, in quanto ha carattere decisorio e incide su situazioni di diritto soggettivo.

Cosa succede se il GIP archivia il caso per tenuità del fatto senza considerare le argomentazioni presentate nell’atto di opposizione?
Secondo la sentenza, tale comportamento costituisce un “vizio di omessa motivazione”. Questo vizio è una violazione di legge che porta all’annullamento del provvedimento di archiviazione, poiché il giudice non ha effettuato il necessario confronto critico con le tesi difensive.

Qual è l’esito di un ricorso accolto in un caso come questo?
La Corte di Cassazione annulla il provvedimento impugnato e dispone la trasmissione degli atti al tribunale di provenienza per l’ulteriore corso del procedimento. Ciò significa che il GIP dovrà riesaminare la richiesta di archiviazione, questa volta tenendo debitamente conto delle argomentazioni presentate nell’atto di opposizione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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