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Appello via posta: conta la data di spedizione

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 11609/2024, ha annullato un’ordinanza della Corte di Appello che aveva dichiarato inammissibile un ricorso perché tardivo. Il caso verteva sulla corretta individuazione del termine per l’impugnazione quando l’atto viene spedito tramite servizio postale. La Suprema Corte ha ribadito un principio fondamentale: per la tempestività dell’appello via posta, fa fede la data di spedizione della raccomandata e non la data in cui l’atto viene ricevuto dall’ufficio giudiziario.

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Pubblicato il 7 novembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Appello via Posta: la Cassazione Ribadisce che Conta la Data di Spedizione

Una recente sentenza della Corte di Cassazione, la n. 11609 del 2024, ha riaffermato un principio cruciale in materia di procedura penale riguardo la tempestività dell’appello via posta. La Suprema Corte ha chiarito, ancora una volta, che per valutare se un’impugnazione è stata presentata entro i termini di legge, il momento determinante è quello della spedizione dell’atto, non quello della sua ricezione da parte della cancelleria. Questa decisione ha importanti risvolti pratici per la difesa e garantisce il diritto di impugnazione.

I Fatti del Caso: un Appello Dichiarato Tardivo

Il caso trae origine da una decisione della Corte di appello di Napoli. Quest’ultima aveva dichiarato inammissibile, perché tardivo, l’atto di appello presentato nell’interesse di un imputato avverso una sentenza di primo grado del tribunale. La sentenza di primo grado era stata depositata con motivazione contestuale il 2 marzo 2020.
Il difensore dell’imputato aveva spedito l’atto di appello tramite raccomandata il 17 marzo 2020, ovvero l’ultimo giorno utile previsto dalla legge. Tuttavia, la Corte di appello aveva considerato come data di presentazione quella di ricezione del plico, avvenuta il 18 marzo 2020, dichiarando così l’impugnazione fuori termine.

La Questione Giuridica sull’Appello via Posta

Il difensore ha proposto ricorso in Cassazione, lamentando la violazione dell’art. 591, comma 1, lett. c) del codice di procedura penale. La norma disciplina i casi di inammissibilità dell’impugnazione, tra cui proprio la mancata osservanza dei termini. Il punto nodale della controversia era stabilire quale data dovesse essere presa in considerazione per la verifica della tempestività nel caso di un appello via posta: la data di spedizione attestata dall’ufficio postale o la data di arrivo presso l’ufficio giudiziario?

Le Motivazioni della Cassazione: la Data di Spedizione è Sovrana

La Corte di Cassazione ha ritenuto il ricorso fondato, accogliendo in pieno la tesi difensiva. Gli Ermellini hanno richiamato un consolidato orientamento giurisprudenziale (citando la sentenza n. 26460 del 2016) secondo cui, in tema di modalità di presentazione dell’atto di impugnazione, se questo viene presentato a mezzo del servizio postale, il momento rilevante per la verifica della tempestività è la data di spedizione della raccomandata.
Il ragionamento alla base di tale principio è semplice e logico: la parte che si avvale del servizio postale compie l’attività richiesta dalla legge nel momento in cui affida l’atto all’ufficio postale per la spedizione. Da quel momento in poi, i tempi di consegna non sono più nella sua disponibilità e non possono, pertanto, pregiudicare il suo diritto di difesa. Considerare la data di ricezione significherebbe far ricadere sull’impugnante le conseguenze di eventuali ritardi del servizio postale, in violazione del principio del legittimo affidamento e del pieno esercizio del diritto di impugnazione.
Di conseguenza, la Cassazione ha annullato senza rinvio l’ordinanza impugnata e ha disposto la trasmissione degli atti a un’altra sezione della Corte di appello di Napoli per la prosecuzione del giudizio.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche per la Difesa

La sentenza in esame rafforza una garanzia fondamentale per gli avvocati e i loro assistiti. Stabilisce con certezza che l’onere dell’impugnante si esaurisce con la consegna dell’atto di appello all’ufficio postale entro il termine di legge. La ricevuta di spedizione della raccomandata diventa così la prova documentale decisiva per attestare la tempestività dell’azione. Questa pronuncia serve da monito per le corti di merito e offre una chiara linea guida, evitando interpretazioni restrittive che potrebbero ingiustamente compromettere il diritto a un secondo grado di giudizio.

Quando un atto di appello si considera presentato in tempo se spedito per posta?
Secondo la sentenza, per verificare la tempestività di un appello inviato tramite servizio postale, si deve fare riferimento alla data di spedizione della raccomandata, attestata dall’ufficio postale.

Quale data ha erroneamente considerato la Corte di Appello nel dichiarare l’appello inammissibile?
La Corte di Appello ha erroneamente valorizzato la data di ricezione dell’atto di appello (18 marzo 2020), anziché la data in cui lo stesso era stato spedito a mezzo raccomandata (17 marzo 2020).

Cosa ha deciso la Corte di Cassazione riguardo all’ordinanza della Corte di Appello?
La Corte di Cassazione ha annullato senza rinvio l’ordinanza impugnata, ritenendo l’appello tempestivo, e ha disposto la trasmissione degli atti ad un’altra sezione della Corte di Appello di Napoli per la prosecuzione del giudizio.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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