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Appello trattazione scritta: impedimento irrilevante

La Corte di Cassazione ha stabilito che, nel contesto di un appello con trattazione scritta, il legittimo impedimento dell’imputato a comparire, come la detenzione per altra causa, è irrilevante se nessuna delle parti ha richiesto una discussione orale. In questo caso, il ricorso dell’imputato, che lamentava la violazione del suo diritto a presenziare al giudizio d’appello, è stato respinto poiché la procedura cartolare era stata correttamente consolidata, rendendo la sua presenza fisica non necessaria.

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Pubblicato il 1 dicembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Appello con Trattazione Scritta: Quando l’Impedimento dell’Imputato Diventa Irrilevante

Il diritto dell’imputato a partecipare al proprio processo è un cardine del sistema giudiziario. Tuttavia, le norme emergenziali introdotte per far fronte alla pandemia hanno modificato le regole, introducendo l’appello con trattazione scritta. Una recente sentenza della Corte di Cassazione chiarisce un aspetto fondamentale di questa procedura: l’impedimento a presenziare dell’imputato, sopravvenuto dopo la citazione, diventa irrilevante se nessuna delle parti ha richiesto la discussione orale. Analizziamo questa importante decisione.

I Fatti del Processo

Un uomo veniva condannato in primo grado dal Tribunale di Trapani a un anno e sei mesi di reclusione per la violazione della sorveglianza speciale. La difesa proponeva appello presso la Corte di Appello di Palermo, che confermava la condanna.

Successivamente, la difesa presentava ricorso in Cassazione, sollevando una questione procedurale cruciale. L’imputato, che era in stato di libertà al momento della citazione per il giudizio d’appello, era stato arrestato per un’altra causa e si trovava detenuto prima della data dell’udienza. La difesa aveva comunicato tempestivamente alla Corte d’Appello tale impedimento, ma il giudice aveva proceduto comunque, definendo il giudizio in assenza dell’imputato. Secondo il ricorrente, questa era una chiara violazione del diritto di difesa e del diritto a presenziare al processo.

L’Impedimento a Presenziare e l’Appello con Trattazione Scritta

Il nucleo del ricorso si basava sulla presunta violazione delle norme che garantiscono la partecipazione dell’imputato al processo. La tesi difensiva sosteneva che la sopravvenuta detenzione costituiva un legittimo impedimento che avrebbe dovuto bloccare la celebrazione del giudizio d’appello, o quantomeno imporre alla Corte di disporre la traduzione dell’imputato per l’udienza.

La Corte di Cassazione, tuttavia, ha respinto il ricorso, basando la sua decisione sulla specifica natura del rito processuale adottato. Il giudizio d’appello, infatti, si era svolto secondo le regole dell’appello con trattazione scritta, disciplinato dalla normativa emergenziale (art. 23-bis, d.l. n. 137/2020).

Le Motivazioni della Corte

La Suprema Corte ha chiarito che la disciplina della trattazione scritta trasforma la natura stessa del giudizio d’appello. In questo regime, il processo è per sua natura ‘cartolare’ e si svolge sulla base degli atti scritti, a meno che una delle parti non formuli, entro un termine perentorio, una richiesta di discussione orale.

Nel caso di specie, né la difesa né l’accusa avevano presentato tale richiesta. Di conseguenza, il rito si era consolidato nella sua forma scritta. In un simile contesto, la presenza fisica dell’imputato non è richiesta né prevista. Pertanto, qualsiasi vicenda personale che impedisca la sua presenza fisica, come una detenzione sopravvenuta, diventa processualmente irrilevante.

Il contraddittorio si era regolarmente instaurato con la notifica della citazione a giudizio. La mancanza della richiesta di discussione orale ha precluso la necessità di garantire la presenza fisica, rendendo ininfluente l’impedimento comunicato dalla difesa. La Corte di Appello, quindi, aveva agito correttamente nel procedere alla decisione senza disporre alcun rinvio.

Le Conclusioni

Questa sentenza consolida un principio fondamentale relativo all’applicazione delle norme sull’appello con trattazione scritta. Se le parti processuali scelgono di non avvalersi della facoltà di richiedere un’udienza orale, accettano implicitamente che il giudizio si svolga interamente su base documentale. Di conseguenza, il diritto dell’imputato a partecipare fisicamente all’udienza viene meno, e con esso la rilevanza di un suo eventuale legittimo impedimento. La decisione sottolinea come la scelta processuale delle parti condizioni direttamente l’ambito di applicazione delle garanzie difensive legate alla presenza fisica in aula.

Se un imputato viene arrestato prima dell’udienza d’appello, ha sempre diritto a un rinvio?
No. Secondo la sentenza, se il processo d’appello si svolge con la procedura della trattazione scritta e nessuna delle parti ha richiesto una discussione orale, l’impedimento dell’imputato a presenziare è irrilevante e non comporta il rinvio dell’udienza.

Cos’è la ‘trattazione scritta’ nel processo d’appello penale?
È una modalità processuale speciale, introdotta per l’emergenza Covid-19 e poi prorogata, in cui il giudizio d’appello si basa esclusivamente sugli atti e le memorie scritte presentate dalle parti, senza un’udienza con discussione orale, a meno che questa non sia esplicitamente richiesta entro un termine perentorio.

La mancata richiesta di discussione orale quali conseguenze ha?
La mancata richiesta di discussione orale entro i termini di legge consolida la procedura di trattazione scritta. Di conseguenza, il diritto dell’imputato a essere fisicamente presente viene meno, e le sue vicende personali, come un arresto per altra causa, non hanno effetto sul regolare svolgimento del processo.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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