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Appello tardivo: inammissibilità e conseguenze

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 1165/2024, ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato contro la decisione della Corte d’Appello che aveva respinto il suo appello tardivo. La Corte ha chiarito che la presentazione di un’impugnativa fuori termine non impedisce il passaggio in giudicato della sentenza di primo grado, la quale diventa immediatamente esecutiva. L’inammissibilità del ricorso principale preclude inoltre la possibilità di correggere eventuali errori materiali.

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Pubblicato il 19 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Appello Tardivo: Quando un Errore di Tempistica Rende la Sentenza Definitiva

Nel processo penale, il rispetto dei termini è un principio cardine. La presentazione di un appello tardivo può avere conseguenze drastiche e irreversibili, come chiarito dalla Corte di Cassazione nella recente sentenza n. 1165 del 2024. Questa pronuncia ribadisce un concetto fondamentale: una volta scaduti i termini per impugnare, la sentenza di primo grado diventa definitiva ed esecutiva, e un appello presentato fuori tempo non può rimettere in discussione questa conclusione.

I Fatti del Caso: Un Appello Presentato Fuori Termine

La vicenda processuale ha origine da una sentenza di condanna emessa dal Giudice per l’udienza preliminare. L’imputato proponeva appello, ma lo depositava oltre il termine previsto dalla legge. Di conseguenza, la Corte d’Appello dichiarava l’impugnazione inammissibile per tardività.

Non rassegnato, l’imputato ricorreva in Cassazione, sollevando due questioni principali: una di natura procedurale e una relativa alla correzione di errori materiali. Sosteneva che l’inammissibilità dovesse essere dichiarata con ordinanza e non con sentenza, e che la Corte d’Appello non avrebbe potuto disporre l’immediata esecuzione della condanna di primo grado. Chiedeva inoltre la correzione di alcuni errori fattuali presenti nella sentenza d’appello.

L’Inammissibilità dell’Appello Tardivo secondo la Cassazione

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, respingendo su tutta la linea le argomentazioni della difesa. I giudici hanno chiarito che, ai sensi dell’art. 591, comma 4, del codice di procedura penale, l’inammissibilità dell’appello può essere dichiarata in ogni stato e grado del procedimento. Pertanto, è pienamente legittimo che la Corte d’Appello provveda con una sentenza all’esito del dibattimento, anziché con un’ordinanza in via preliminare.

Il punto cruciale della decisione, però, riguarda gli effetti di un appello tardivo. La Cassazione ha sottolineato che la presentazione di un’impugnazione oltre i termini non sospende né impedisce la formazione del cosiddetto ‘giudicato formale’. In altre parole, la sentenza di primo grado diventa definitiva e irrevocabile non appena scade il termine per l’appello. La successiva dichiarazione di inammissibilità da parte del giudice non fa altro che prendere atto di una situazione giuridica già consolidata.

La Mancata Correzione degli Errori Materiali

Una conseguenza diretta dell’inammissibilità del ricorso è stata l’impossibilità per la Cassazione di procedere alla correzione degli errori materiali lamentati dall’imputato (come l’errata indicazione del tribunale di primo grado). L’articolo 130 del codice di procedura penale, infatti, preclude tale intervento quando il ricorso principale non supera il vaglio di ammissibilità. Per poter correggere un errore, è necessario che il giudice sia validamente investito della questione principale.

Le Motivazioni della Decisione

Le motivazioni della Corte si fondano su un principio di certezza del diritto. La presentazione di un’impugnativa tardiva non può riaprire i termini o sospendere l’esecutività di una decisione già divenuta irrevocabile per legge. La declaratoria di inammissibilità, sia essa pronunciata con ordinanza o con sentenza, ha una natura meramente ricognitiva: certifica che la sentenza è già passata in giudicato. Di conseguenza, l’ordine di esecuzione della pena è un atto dovuto e legittimo, che consegue direttamente alla definitività della condanna. La Corte ha inoltre evidenziato una ‘carenza di interesse’ nel motivo di ricorso, poiché l’imputato si lamentava di un ordine di esecuzione immediato quando, al momento della presentazione del ricorso, la sentenza era già stata depositata e motivata, rendendo la questione superata secondo la sua stessa linea argomentativa.

Conclusioni: L’Importanza del Rispetto dei Termini Processuali

La sentenza in esame lancia un messaggio inequivocabile: nel processo penale, i termini perentori non ammettono deroghe. Un appello tardivo è un atto processualmente inefficace che non solo non viene esaminato nel merito, ma non riesce neppure a impedire che la condanna diventi definitiva ed esecutiva. Questa decisione sottolinea la responsabilità cruciale dei difensori nel monitorare e rispettare scrupolosamente le scadenze processuali, poiché un errore su questo fronte può compromettere irrimediabilmente l’esito di un giudizio e i diritti del proprio assistito.

Un appello tardivo impedisce che la sentenza di primo grado diventi esecutiva?
No. Secondo la Cassazione, la presentazione di un’impugnativa tardiva non impedisce il passaggio in giudicato della sentenza, la quale diventa definitiva ed esecutiva una volta decorso il termine per l’impugnazione. La dichiarazione di inammissibilità si limita a prendere atto di tale situazione.

La Corte d’Appello può dichiarare l’inammissibilità con una sentenza invece che con un’ordinanza?
Sì. L’art. 591, comma 4, c.p.p. stabilisce che l’inammissibilità, se non rilevata prima, può essere dichiarata in ogni stato e grado del procedimento, quindi anche con la sentenza che definisce il giudizio d’appello.

Se un ricorso è inammissibile, la Corte di Cassazione può comunque correggere errori materiali presenti nella sentenza impugnata?
No. L’inammissibilità del ricorso preclude alla Corte di Cassazione la possibilità di provvedere alla correzione degli errori materiali, come previsto dall’art. 130, comma 1, del codice di procedura penale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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