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Appello tardivo: inammissibile se l’imputato è presente

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile un ricorso contro una sentenza di appello che aveva a sua volta rigettato un appello tardivo. La Corte ha chiarito che il termine aggiuntivo di quindici giorni previsto dalla riforma Cartabia non si applica se l’imputato era presente all’udienza di primo grado, rendendo l’impugnazione presentata oltre i termini manifestamente infondata.

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Pubblicato il 13 dicembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Appello Tardivo: Quando la Presenza dell’Imputato Annulla i Termini Aggiuntivi della Riforma Cartabia

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ribadisce un principio fondamentale in materia di termini processuali, in particolare per quanto riguarda l’appello tardivo. Con la decisione in commento, la Suprema Corte ha chiarito che il termine aggiuntivo di quindici giorni per impugnare, introdotto dalla riforma Cartabia per gli imputati assenti, non si applica se l’imputato era presente all’udienza camerale in cui è stata emessa la sentenza di primo grado. Questa pronuncia offre spunti essenziali per comprendere le dinamiche delle impugnazioni nel processo penale.

I Fatti del Caso

Il caso ha origine da un ricorso presentato da un’imputata avverso la sentenza della Corte d’Appello che aveva dichiarato inammissibile la sua impugnazione contro la condanna di primo grado. L’inammissibilità era stata motivata dal fatto che l’appello era stato depositato oltre i termini di legge. La ricorrente sosteneva, tra le altre cose, di avere diritto a un termine più lungo per appellare, basandosi sulle nuove disposizioni introdotte dalla cosiddetta riforma Cartabia in caso di assenza dell’imputato.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, dichiarandolo a sua volta inammissibile. I giudici hanno sottolineato come il primo motivo di ricorso, centrato sulla presunta violazione delle norme processuali, fosse manifestamente infondato. La sentenza di primo grado, infatti, era stata emessa al termine di un’udienza camerale alla quale l’imputata aveva partecipato personalmente, assistita dal suo difensore di fiducia. Di conseguenza, non poteva trovare applicazione la norma che concede un termine extra di quindici giorni per l’impugnazione, pensata esclusivamente per tutelare l’imputato giudicato in sua assenza.

Le Motivazioni dell’Inammissibilità dell’Appello Tardivo

La motivazione della Corte si basa su un’analisi chiara e ineccepibile degli atti processuali. La presenza fisica dell’imputata all’udienza di primo grado è un fatto dirimente che esclude l’applicabilità di qualsiasi proroga dei termini per l’impugnazione. La legge, anche dopo la riforma Cartabia, distingue nettamente tra la posizione dell’imputato presente e quella dell’imputato assente, garantendo a quest’ultimo tutele maggiori, tra cui, appunto, un tempo più lungo per decidere se appellare. Poiché nel caso di specie l’imputata era presente e consapevole della sentenza emessa nei suoi confronti, avrebbe dovuto rispettare i termini ordinari per proporre il gravame. La sua inerzia ha quindi reso l’appello tardivo e, di conseguenza, inammissibile.

La Cassazione ha inoltre ritenuto infondato anche il secondo motivo di ricorso, che contestava la responsabilità penale e la determinazione della pena. Tali censure, infatti, sono state considerate “assorbite” dalla dichiarazione di inammissibilità del primo motivo: se l’appello è inammissibile per ragioni procedurali, il giudice non può entrare nel merito delle questioni sostanziali.

Le Conclusioni

In conclusione, l’ordinanza conferma la rigidità dei termini processuali e l’importanza della distinzione tra imputato presente e assente. La decisione serve da monito: la presenza in udienza comporta la piena conoscenza del provvedimento e l’onere di rispettare scrupolosamente le scadenze per l’impugnazione. La conseguenza della tardività è drastica: l’inammissibilità del ricorso, con la condanna al pagamento delle spese processuali e di una somma a favore della Cassa delle ammende. Questa pronuncia ribadisce che le garanzie procedurali, come i termini aggiuntivi, sono strumenti specifici pensati per situazioni particolari e non possono essere invocati in modo generalizzato.

Perché l’appello è stato considerato tardivo?
Perché è stato presentato oltre i termini previsti dalla legge. La Corte ha specificato che il termine aggiuntivo di quindici giorni, introdotto dalla riforma Cartabia, non era applicabile in questo caso.

La riforma Cartabia concede sempre un termine più lungo per appellare?
No. Il termine aggiuntivo di quindici giorni è previsto solo in caso di assenza dell’imputato al processo di primo grado. Se l’imputato era presente, come nel caso esaminato, si applicano i termini ordinari.

Quali sono state le conseguenze della dichiarazione di inammissibilità del ricorso?
La ricorrente è stata condannata al pagamento delle spese processuali e di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende. Inoltre, la Corte non ha potuto esaminare nel merito le censure relative alla responsabilità penale e alla pena.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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