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Appello sequestro: ammesso prima della sentenza definitiva

La Corte di Cassazione ha stabilito che l’imputato può proporre appello contro un sequestro anche dopo una sentenza di condanna non definitiva che ordina la confisca. Fino a quando la sentenza non è irrevocabile, il giudice cautelare mantiene il potere di riesaminare il sequestro, che resta l’unico titolo per la privazione del bene. La Corte ha quindi annullato l’ordinanza che dichiarava inammissibile l’appello sequestro.

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Pubblicato il 12 dicembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Appello Sequestro: Sì al Riesame Cautelare Fino alla Sentenza Definitiva

Con una recente sentenza, la Corte di Cassazione ha chiarito un punto cruciale in materia di misure cautelari reali, affermando che è sempre possibile proporre un appello sequestro anche dopo una condanna non definitiva che abbia disposto la confisca dei beni. Questa decisione consolida un orientamento giurisprudenziale che garantisce il diritto di difesa dell’imputato fino al passaggio in giudicato della sentenza, sottolineando la distinzione tra la natura provvisoria del sequestro e quella definitiva della confisca.

La Vicenda Processuale: Dalla Confisca all’Inammissibilità dell’Appello

Il caso trae origine dal ricorso di un imputato contro un’ordinanza del Tribunale che aveva dichiarato inammissibile il suo appello. L’appello era stato proposto avverso un precedente provvedimento della Corte d’Appello, la quale aveva a sua volta rigettato un’istanza di restituzione di una somma di denaro sottoposta a sequestro. La ragione dell’inammissibilità, secondo i giudici di merito, risiedeva nel fatto che la questione era già stata trattata nella sentenza di condanna, seppur non ancora definitiva, che aveva disposto la confisca di tale somma. L’imputato, ritenendo questa interpretazione basata su un orientamento superato, ha presentato ricorso in Cassazione.

Il Contesto Giurisprudenziale: Un Contrasto Interpretativo

La questione sottoposta alla Corte Suprema verteva su un contrasto giurisprudenziale.

Da un lato, un orientamento meno recente sosteneva che, una volta emessa una sentenza di merito con ordine di confisca, l’imputato perde la possibilità di utilizzare i rimedi cautelari (come l’appello ex art. 322-bis c.p.p.) per contestare il sequestro, dovendo invece impugnare direttamente il capo della sentenza relativo alla confisca.

Dall’altro lato, un orientamento più recente e ormai consolidato, riteneva che il potere del giudice cautelare di riesaminare il provvedimento di sequestro persista anche dopo la sentenza di condanna, fino a quando questa non diventi irrevocabile. La logica di fondo è che, fino a quel momento, l’unico titolo giuridico che giustifica la privazione del bene è il sequestro, non ancora la confisca.

La Decisione della Cassazione sull’Appello Sequestro

La Terza Sezione Penale della Cassazione ha accolto il ricorso dell’imputato, aderendo pienamente all’orientamento più recente e garantista.

Le motivazioni

La Corte ha ribadito che, finché la pronuncia di merito che dispone la confisca non è divenuta irrevocabile, il sequestro rimane l’unico titolo che legittima la temporanea ablazione del bene. Di conseguenza, il provvedimento di sequestro e i relativi rimedi cautelari mantengono la loro piena efficacia. La confisca, infatti, acquista efficacia solo con il passaggio in giudicato della sentenza. Prima di tale momento, negare all’imputato la possibilità di un appello contro il sequestro significherebbe creare un vuoto di tutela. La Corte ha inoltre osservato come questo principio sia stato esteso anche all’imputato, superando precedenti interpretazioni che lo limitavano al terzo proprietario del bene. L’elaborazione giurisprudenziale successiva, condivisa da diverse sezioni della stessa Corte, si è ormai uniformata su questa linea, rendendo non necessaria una rimessione alle Sezioni Unite.

Le conclusioni

In conclusione, la Suprema Corte ha annullato senza rinvio l’ordinanza impugnata. Ha disposto la trasmissione degli atti al Tribunale competente affinché proceda alla trattazione dell’appello sequestro, originariamente dichiarato inammissibile. Questa sentenza rafforza il principio secondo cui i rimedi cautelari sono esperibili fino alla definizione irrevocabile del processo, garantendo che ogni misura restrittiva della proprietà sia sempre soggetta a un controllo giurisdizionale effettivo.

È possibile fare appello contro un sequestro dopo una sentenza di primo grado che ha già disposto la confisca del bene?
Sì, la Corte di Cassazione ha stabilito che l’imputato può continuare a utilizzare i rimedi cautelari, come l’appello previsto dall’art. 322-bis del codice di procedura penale, per contestare il sequestro, fino a quando la sentenza che dispone la confisca non diventa definitiva e irrevocabile.

Qual è il titolo che legittima la privazione del bene prima che la sentenza di condanna diventi definitiva?
Secondo la sentenza, fino al passaggio in giudicato della condanna, l’unico titolo giuridico che legittima la privazione temporanea del bene è il provvedimento di sequestro e non la statuizione sulla confisca contenuta nella sentenza non ancora irrevocabile.

Perché la Corte ha ritenuto superato il precedente orientamento giurisprudenziale?
La Corte ha ritenuto superato l’orientamento precedente perché la giurisprudenza più recente e ormai consolidata, seguita da diverse sezioni della stessa Cassazione, ha riconosciuto la necessità di garantire una tutela continua contro le misure cautelari reali. Negare l’appello contro il sequestro creerebbe un vuoto di tutela nel periodo tra la sentenza di primo grado e la sua irrevocabilità.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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