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Appello per prescrizione: Cassazione chiarisce i limiti

La Corte di Cassazione ha annullato un’ordinanza di inammissibilità emessa da una Corte d’Appello. Il caso verteva su un appello per prescrizione, presentato al solo fine di far dichiarare l’estinzione del reato. La Suprema Corte ha stabilito che un gravame di questo tipo è pienamente ammissibile se i motivi sono specifici e indicano con precisione le ragioni per cui la prescrizione sarebbe maturata prima della sentenza di primo grado, distinguendo questo dall’infondatezza nel merito, che il giudice d’appello non può valutare in sede di ammissibilità.

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Pubblicato il 24 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Appello per prescrizione: la Cassazione traccia i confini dell’ammissibilità

Un appello per prescrizione può essere dichiarato inammissibile solo perché mira a far accertare l’estinzione del reato? La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 24606/2025, offre una risposta chiara, annullando una decisione di merito e ribadendo i principi fondamentali che governano l’ammissibilità delle impugnazioni nel processo penale. Questa pronuncia è di fondamentale importanza per comprendere la distinzione tra requisiti di forma e valutazione di merito.

I Fatti di Causa: la vicenda processuale

Il caso ha origine da una condanna emessa dal Tribunale di Chieti. L’imputata proponeva appello, lamentando che il giudice di primo grado non avesse rilevato l’intervenuta prescrizione per una parte delle condotte contestate, maturate prima della sentenza. La Corte di appello di L’Aquila, tuttavia, dichiarava l’impugnazione inammissibile, ritenendo che fosse stata proposta al solo scopo dilatorio di ottenere la declaratoria di prescrizione. Contro questa ordinanza, la difesa ricorreva in Cassazione, sostenendo la piena validità formale dell’atto di appello e la violazione di legge da parte della corte territoriale.

L’appello per prescrizione e la declaratoria di inammissibilità

Il cuore della questione risiede nella valutazione dei motivi di appello da parte della Corte territoriale. L’appello presentato dall’imputata non era generico: censurava un punto specifico della decisione di primo grado, ossia il mancato rilievo della prescrizione per i reati contestati fino a una certa data, chiedendo una nuova valutazione anche in relazione al tempo trascorso durante il giudizio di secondo grado. Nonostante la specificità dei motivi, la Corte d’Appello ha optato per una declaratoria di inammissibilità, confondendo i requisiti di ammissibilità dell’atto con una valutazione anticipata del suo merito.

L’analisi della Cassazione: i requisiti dell’appello

La Suprema Corte ha accolto il ricorso, richiamando la sua giurisprudenza consolidata sui requisiti dell’atto di appello, disciplinati dall’articolo 581 del codice di procedura penale. L’appello deve:
1. Enunciare i capi o i punti della decisione che si impugnano.
2. Indicare le richieste specifiche.
3. Presentare in modo specifico le ragioni di diritto e gli elementi di fatto a sostegno di ogni richiesta.

L’obiettivo di queste norme è delimitare con precisione l’oggetto del giudizio di secondo grado, evitando impugnazioni generiche. Tuttavia, l’appello, a differenza del ricorso per cassazione, è un’impugnazione ‘a critica libera’, non vincolata a motivi tassativamente previsti.

Le motivazioni della Sentenza

La Cassazione ha chiarito un principio cruciale: il sindacato sull’ammissibilità dell’appello, condotto ai sensi degli artt. 581 e 591 c.p.p., non può estendersi alla valutazione della manifesta infondatezza dei motivi. Quest’ultima è una causa di inammissibilità prevista per il solo ricorso per cassazione (art. 606, comma 3, c.p.p.), ma non per l’appello. La Corte territoriale, dichiarando inammissibile il gravame perché finalizzato unicamente a ottenere la prescrizione, ha di fatto compiuto una valutazione di merito che non le competeva in quella fase. L’atto di appello, invece, conteneva motivi specifici relativi a determinati capi della sentenza e criticava una precisa omissione del giudice di primo grado. Pertanto, sussistevano tutte le condizioni per procedere al giudizio di appello.

Le conclusioni

In conclusione, la Corte di Cassazione ha annullato senza rinvio l’ordinanza impugnata e ha disposto la trasmissione degli atti alla Corte di appello di L’Aquila per la celebrazione del giudizio. La sentenza riafferma che un appello per prescrizione è ammissibile se deduce, con motivi specifici, l’intervenuta estinzione del reato maturata prima della sentenza impugnata. Il giudice d’appello non può dichiararlo inammissibile per manifesta infondatezza, ma deve procedere all’esame del merito, accertando se e per quali reati la prescrizione sia effettivamente maturata e rideterminando, se necessario, la pena per le residue imputazioni.

È possibile proporre un appello al solo fine di far dichiarare la prescrizione del reato?
Sì, la sentenza conferma che è ammissibile il ricorso con cui si deduce l’intervenuta estinzione del reato per prescrizione, a condizione che i motivi siano specifici e non generici, e che la prescrizione sia maturata prima della sentenza impugnata.

Quali sono i requisiti di specificità di un appello per prescrizione?
L’appello deve indicare con precisione i capi o i punti della sentenza che si contestano, le ragioni di diritto e gli elementi di fatto che sostengono la richiesta. Nel caso specifico, doveva censurare il mancato rilievo della prescrizione già maturata in primo grado per determinate condotte.

Il giudice d’appello può dichiarare inammissibile un appello perché lo ritiene manifestamente infondato nel merito?
No. A differenza del giudizio di cassazione, la valutazione della manifesta infondatezza dei motivi non è una causa di inammissibilità dell’appello. Il controllo del giudice d’appello in fase di ammissibilità è limitato alla verifica dei requisiti formali previsti dalla legge (artt. 581 e 591 c.p.p.).

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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